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I Velvet Hearts vengono dal Regno Unito e sono una delle più promettenti band venute fuori nel 2007. Grazie a YouTube e al passaparola stanno aumentando sempre di più la loro popolarità, sebbene ancora non abbiamo un contratto con una casa discografica. Ma chiunque ascolti la loro musica o assista alle loro esibizioni dal vivo può rendersi conto che sicuramente non passerà molto tempo prima che qualcuno proponga loro un contratto.
I componenti della band sono: John James Newman (chitarra acustica, cantante e coautore dei testi), Stevie Jones (tastiere e sax, coautore dei testi), Lydia Cascarino-Close (basso), Jamie Bruce (seconda voce), Quest Quinton (chitarra), Ollie-Richmond Jones (batteria). La loro musica è un rock acustico pieno di energia, che nelle esibizioni dal vivo ha una tale carica trascinante che è pressoché impossibile non farsi coinvolgere. Non mancano le ballate di qualità, le canzoni che fanno emozionare. E nel loro primo EP ne troviamo degli ottimi esempi. Il titolo di questo lavoro, uscito in estate, è "Into The World" e in esso sono contenuti cinque brani dei Velvet Hearts, uno più bello dell'altro. Si comincia con la carica di "Heart Is Breaking", piena di forza, per proseguire con la dinamica "So Lonely", entrambe con energici riff di chitarra e una batteria potente e ben presente. Dopo è il turno della title track "Into The World", una ballata lenta e delicata per i primi 2/3 della durata, ma che nella parte finale cambia ritmo e quasi esplode con l'intervento di chitarra elettrica e batteria. A questo punto è il momento di "Serotonin", uno dei miei brani preferiti. Parte delicatamente, con la voce che si fa leggera e il delicato suono del piano. Poi subentrano prima la batteria, potente e vigorosa, e poi la chitarra elettrica e il ritmo si fa più spinto, l'energia cresce e pervade l'ascoltatore che resta ammaliato, viene catturato da quel motivo orecchiabile che non si toglie più dalla testa. Canzone meravigliosa, eccellente. Ma il disco non è ancora finito, c'è ancora un'altra perla. Si tratta di "History Repeating", una ballata lenta e acustica che fa emozionare. Interpretata con sentimento e trasporto con l'accompagnamento di chitarra acustica e pianoforte (tastiera in realtà). Davvero stupenda. Arrivati a questo punto ne vorremmo ancora. Ma purtoppo l'EP finisce qui, anche se i Velvet Hearts mettono a disposizione una ulteriore traccia live, "Mary-Anne" (in cui, tra l'altro, c'è un ottimo assolo di sax di Stevie Jones), da scaricare gratuitamente su Indiestore. E poi non ci resta che ricominciare da capo per deliziarci di nuovo.
Insomma i Velvet Hearts hanno tutte le carte in regola per sfondare: talento musicale, anche nella scrittura dei testi, una bella carica di energia e un'ottima resa dal vivo con esibizioni coinvolgenti. La loro musica è trasverale e può piacere ai ragazzi come a persone più grandi, mantenedo sempre un'alta qualità grazie al grosso impegno di tutti i componenti della band. E l'EP "Into The World" ne è un perfetto esempio. Ascoltare per credere.
Ecco la lista dei brani dell'EP:
  1. Heart Is Breaking
  2. So Lonely
  3. Into The World
  4. Serotonin
  5. History Repeating

Tutto l'EP può essere ascoltato su Indiestore (dove si può acquistare a £2.99): link


Sul MySpace dei Velvet Hearts sono presenti delle canzoni in streaming: http://www.myspace.com/thevelvethearts


Mentre questo è il loro spazio su YouTube, in cui si trovano diversi video: http://www.youtube.com/stevejones7979


I Reverie nascono nel 1996 ad opera di Valerio Vado, compositore e chitarrista milanese. Lo scopo del progetto è la realizzazione di musica attingendo alle radici della musica italiana (rinascimentale e barocca), europea e mediterranea (celtica, folk mediorientale) ed elaborando tali suggestioni attraverso una sensibilità contemporanea. Vengono quindi amalgamate sonorità legate alla tradizione classica e mediterranea (fiati, chitarre, mandolini, violoncello, pianoforte ecc.) e sonorità elettroniche (tastiere, effetti elettronici con l'ausilio di sintetizzatori e sequencer). In due parole, Valerio Vado definisce tutto questo come "folk progressivo".
Dall'inizio della loro attività come gruppo i Reverie hanno autoprodotto tre cd (1998, 2002, 2004), i quali hanno ricevuto recensioni positive sia in Italia che all'estero. Il promo che qui vi presento è un'anticipazione del quarto album, di imminente uscita, dal titolo "Shakespeare, la donna, il sogno".
I Reverie riescono a mescolare sapientemente e con maestria elementi dei diversi stili e generi musicali dai quali attingono creando una miscela musicale attuale e moderna ma, al tempo stesso, con un buon sapore d'antico. Una musica elegante, molto piacevole, godibile da chiunque, dall'intenditore come dall'ascoltatore medio. Il Promo inizia con la gioiosa "Wilson's Wilde", un brano rinascimentale per liuto riarrangiato per 6 strumenti, che con i suoi ritmi e sonorità ci fa immergere nell'atmosfera di un ballo in una corte rinascimentale. "O mistress mine" è una canzone citata da Shakespeare ne "La 12a notte" di cui è rimasta solo la linea vocale, mentre armonizzazione e arrangiamento sono stati completamente riscritti. Qui l'atmosfera si fa più cupa, surreale, quasi magica, e a differenza della canzone precedente vi è la presenza di efficaci suoni elettronici e della bella voce di Fanny Fortunati. Un brano solenne ed emozionante. Fantastico. La seguente "Sonetto 130" è un trionfo melodico grazie alla varietà di strumenti utilizzati e alle loro melodie che si intrecciano una con l'altra con armonia, infondendo serenità e facendo da perfetto substrato e contorno per l'interpretazione della cantante. Il testo è il sonetto 130 di Shakespeare, mentre la musica è stata composta dai Reverie. "Kiam alvenos la Fino", infine, per la varietà di sensazioni che trasmette è come un bel racconto, con i cambi di umore, gli alti e i bassi, la tensione e i momenti più rilassati, il tutto concentrato in 4 minuti e 40 secondi. Il testo è in Esperanto (il titolo vuol dire "Quando verrà la Fine") e nonostante la cupezza del titolo, si tratta di un canto di speranza come sottolineato dalla musica.
Insomma, questo Promo 2007 è davvero un ottimo lavoro che consiglio di ascoltare, meglio se più volte per cogliere i partiolari e le varie sfumature dei brani. Un delizioso assaggio di quello che sarà il prossimo cd dei Reverie.
Ecco la lista dei brani del Promo:
  1. Willson's wilde
  2. O mistress mine
  3. Sonetto 130
  4. Kiam alvenos la Fino

L'intero Promo può essere ascoltato in streaming sul MySpace del gruppo: http://www.myspace.com/reverieweb


Questo è invece il sito ufficiale dei Reverie, dove potete trovare maggiori informazioni: http://www.reverieweb.com/


E questo il loro blog: http://www.bloggers.it/reverie


Vi riporto un messaggio diffuso da Antonio Sacco (di cui vi ho già parlato a proposito del suo album "The Tribal Sin vol. 04") riguardante una nuova uscita e una lodevole iniziativa. Belle canzoni e, in più, per una buona causa.


Ciao a tutti, ho il piacere di presentarvi il CD di Musica In Ospedale, manifestazione organizzata dalla Associazione Culturale Musikologiamo (www.musikologiamo.it) per portare all'interno degli ospedali l'esecuzione di musica dal vivo.

L'esperienza da cui è nato il CD ha dimostrato come la musica (e la musica dal vivo in particolare) sia di grande supporto per i degenti, permettendo loro di dimenticare il luogo di cura grazie al piacere della musica, che sposta la loro attenzione dalla malattia alla bellezza della vita.

I concerti inoltre, essendo gratuiti e aperti al pubblico, trasformano gli ospedali da centri chiusi a luoghi di incontro, permettendo ai pazienti di tutte le età, e specie se lungodegenti, di socializzare al di là della ristretta cerchia di conoscenze impostagli dalla malattia.

Grazie a Jamendo, oggi abbiamo il piacere di condividere una parte di questa straordinaria esperienza con la sua vasta Comunità di artisti e ascoltatori; se vorrete contribuire con una donazione né saremo felici, in quanto ci aiuterete non solo a portare avanti il progetto di concerti in essere, ma anche ad espanderlo ad un maggior numero di strutture sanitarie e ad avviare una seconda parte del nostro progetto, che prevede la fornitura di strumenti musicali ai reparti ospedalieri, in modo da poter ampliare l'esperienza musicale dei malati (in special modo nei reparti di pediatria).

Buon ascolto


Antonio Sacco


L'intero album può essere ascoltato su questa pagina, utilizzando il lettore che trovate qui sotto:



Seguendo il link sotto potete anche scaricare gratuitamente e legalmente l'album (per scopi non commerciali) e, se volete, supportare l'artista con una donazione:
http://www.jamendo.com/it/album/8534/

Questo è invece il sito di Antonio Sacco: http://www.antoniosacco.com/

"In Perenne Riserva" è il titolo dell'album d'esordio di Io, Carlo, al secolo Carlo Fath, nato in Germania da padre tedesco e madre inglese ma presto trasferitosi in Italia. Dopo alcuni anni in cui ha svolto il ruolo di produttore, collaborando dal 2002 anche con l'etichetta indipendente Motivo, Carlo ha deciso di provare a cantare, suonare e produrre le sue canzoni. E noi non possiamo esimerci dal ringraziarlo per questa sua scelta, perché ci ha regalato un album di una bellezza non comune, davvero lovedole.
In totale undici tracce, 37 minuti circa di ottimo pop elettronico. Canzoni semplici ma mai banali, anzi di grande effetto. Originali e al contempo ricche di richiami musicali anche importanti (De Andrè, Battiato). Si capisce subito che Io, Carlo di musica deve averne ascoltata tanta nei suoi 36 anni. In più c'è una grande attenzione per i testi che spesso parlano di argomenti importanti ma in maniera semplice, anche divertente. Le canzoni sono tutte ottime, ognuna ha un qualcosa che la rende unica e insieme formano un gruppo omogeneo e coerente.
"In Perenne Riserva" inizia nel migliore dei modi con "Danziamo", un meraviglioso valzer con un testo che parla del voler essere quello che in realtà non si è. Irresistibile, vien voglia di ballare e cantare. "Extrasistole" ha uno stile diverso: un parlato cadenzato su un tappeto di beat e suoni elettronici e una parte strumentale che fa quasi da ritornello. Un'altra gemma del disco è "L'Ego", che tratta il tema del consumismo. Un brano spensierato, divertente, non si dimentica con facilità. "L'Ennesima Nota" ci rimanda musicalmente a De Andrè. Leggermente malinconica, dolce, con un bel messaggio rivolto ai potenti del mondo. "L'uomo occidentale" è un concentrato di richiami musicali: Battiato, il motivo di Matrix (il film) e quello di "Narcotic" dei Liquido. Altra bella traccia è "Per Caso", con la sua frase: "Quante cose si fanno per caso, le cose migliori non hanno un perché. Quante cose si fanno per caso, le cose più belle si fanno da sé". Una piccola grande verità. "Mamma E Papà" è un altro gioiello splendente di questo disco. Scanzonato ma con un testo pieno di verità, con le sue considerazioni sul mondo di oggi. E' un brano che resta in testa, da canticchiare allegramente. Impossibile tralasciare la bellezza di "Però": dolcezza, un pizzico di malinconia, una melodia semplice e pulita. Incantevole. E infine "Personaggi Illustri", quanto mai attuale nel tema trattato: i personaggi famosi, la loro pseudo-superiorità, il sentirsi artisti quando in realtà non lo sono. In più il pianoforte, i fiati, la chitarra acustica arricchiscono la canzone e creano una bella atmosfera, molto piacevole.
Per concludere, "In Perenne Riserva" è un disco eccezionale, uno di quegli album che danno assuefazione. Per me è stato amore a primo ascolto, e non mi stufo si risentirlo. Una ventata di aria fresca.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Danziamo
  2. Extrasistole
  3. L'ego
  4. Uomo dello spazio
  5. L'ennesima nota
  6. L'uomo occidentale
  7. Per caso
  8. Non riesco +
  9. Mamma e papà
  10. Però
  11. Personaggi illustri

Al seguente indirizzo è possibile ascoltare delle anteprime (30'') di tutte le canzoni: link


Sul MySpace di Io, Carlo è disponibile l'intero disco in streaming: http://www.myspace.com/iocarlo

"Poison Kiss" è il titolo dell'album di debutto dei Last Goodnight, uscito il 28 agosto. In realtà la band aveva una precedente carriera con il nome di Renata (il gruppo si è formato quando i suoi componenti frequentavano il liceo) con alcuni album all'attivo, ma dopo essere passati alla Virgin Records alla fine del 2006 i Renata hanno cambiato nome in The Last Goodnight.
Già abbiamo avuto modo di ascoltare il primo singolo, "Pictures of You", brano emotivamente coinvolgente che senza dubbio è un'ottima presentazione per il disco, che si dimostra all'altezza di tale canzone. In "Poison Kiss" il tema predominante è quello dei sentimenti, delle emozioni, degli affetti, presentati in una veste pop-rock. Però i temi trattati non devono indurre a pensare che questo sia un disco troppo smielato che alla lunga può annoiare. I brani sono trascinanti, orecchiabili, molto piacevoli e con la giusta dose di energia. In alcuni momenti si possono intravedere delle somiglianze con i Maroon 5 (soprattutto quelli dell'ultimo disco), ma è solo una delle tante ispirazioni.
I Last Goodnight riescono a mescolare bene riferimenti al rock classico con sonorità più moderne, la dolcezza del piano con l'energia del rock riuscendo a rendere "Poison Kiss" al contempo dinamico, profondo e coinvolgente. Ne sono chiari esempi, oltre "Pictures of You", canzoni come: "Poison Kiss", "One Trust", "If I Talk To God” o le bellissime "In Your Arms" e "Incomplete". Comunque tutto il disco fluisce piacevolmente e si fa apprezzare, soprattutto ai successivi ascolti.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Poison Kiss
  2. Back Where We Belong
  3. Pictures Of You
  4. Stay Beautiful
  5. This Is The Sound
  6. One Trust
  7. Return To Me
  8. Good Love
  9. If I Talk To God
  10. Push Me Away
  11. In Your Arms
  12. Incomplete

Nella sezione Audio del sito dei Last Goodnight è possibile ascoltare tutto il disco. Eccone l'indirizzo: http://www.thelastgoodnight.net/audio.aspx


Mentre sul MySpace della band sono disponibili alcuni brani da ascoltare in streaming: http://www.myspace.com/thelastgoodnight

"It's Not How Far You Fall, It's The Way You Land" è il secondo album degli inglesi Soulsavers, uscito ormai da alcuni mesi. In esso Ian Glover e Rich Machin hanno collaborato con l'americano Mark Lanegan, il quale non ha solamente prestato la voce in ben otto dei dieci brani del disco ma in molti di questi ha anche scritto i testi e curato gli arrangiamenti.
Il genere che i Soulsavers ci propongono in questo lavoro è il trip-hop, come nel precedente disco, ma non si ferma a qui. Infatti partendo da esso, elemento predominante, va ad incontrarsi con elettronica, gospel, rock, country, blues. Il risultato è un disco avvolgente, caldo, a tratti sporco e graffiante, anche emozionante, intimista. Di certo Lanegan può prendersi una grossa parte di merito, con la sua voce profonda, che sa adattarsi alle diverse atmosfere riuscendo così a colpire e conquistare l'ascoltatore. D'altro canto i due Soulsavers creano la giusta base su cui la bravura di Lanegan trova terreno fertile.
"Revival" è la traccia che apre il disco. In essa trip-hop e gospel si mescolano alla perfezione e la voce di Lanegan sa essere calda e lucente. Una canzone che si scolpisce nella mente e ritorna a far compagnia anche dopo aver ascoltato il disco. Altro pezzo interessante è "Paper Money", in cui sono ancora presenti i cori femminili ad accompagnare, ma c'è più tensione, sensualità, un'atmosfera più cupa. Vi sono anche due pezzi strumentali: "Ask The Dust" e "Arizona Bay". Il secondo è, credo, il più bello. Ti avvolge, ti entra dentro facendoti sprofondare in un abisso interiore, ma senza strattoni o movimenti repentini. Stupendo. E poi numerose cover e rivisitazioni: "Kingdoms Of Rain", tratta da "Whiskey For The Holy Ghost" dello stesso Lanegan, "Through My Sails" di Neil Young, dolce, delicata, costruita sul contrasto di voci tra le tonalità basse di Lanegan e la leggerezza di Will Oldham. O ancora "No Expectations" dei Rolling Stones, in cui dominano il piano e la voce dell'americano che poi lascia il posto ad un finale esclusivamente strumentale elettronico, e la magnifica "Spiritual" degli Spain, delicata e celestiale nella sua semplice invocazione: "Jesus, I don't want to die alone".
"It's Not How Far You Fall, It's The Way You Land" è un disco cupo, spesso rude (anche se sa essere dolce quando serve), ma che ti avvolge in una coperta calda, ti riempie di piacere e sa anche emozionarti.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Revival
  2. Ghosts Of You And Me
  3. Paper Money
  4. Ask The Dust
  5. Spiritual
  6. Kingdoms Of Rain
  7. Through My Sails
  8. Arizona Bay
  9. Jesus Of Nothing
  10. No Expectations
Al seguente indirizzo potete ascoltare tutti i brani del disco: http://it.v2music.com/site/product.asp?ID=2767

E' disponibile anche il MySpace della band, con alcuni brani in streaming: http://www.myspace.com/soulsavers

Mentre questo è il sito ufficiale dei Soulsavers: http://www.thesoulsavers.com/intro.php
"The Stage Names" è il titolo del nuovo disco dei texani Okkervil River. Nove canzoni, per un totale di una quarantina di minuti, dall'atmosfera diversa rispetto ai precedenti lavori. C'è meno malinconia e i toni sono schiariti, meno cupi, c'è ironia, humor, vivacità e una certa leggerezza. Will Sheff, leader del gruppo, in questo disco ha voluto comunicare un lato della band che forse prima non era stato colto da molti. Come lui stesso afferma: "L’idea che sta dietro a “The Stage Names” è che ci stiamo divertendo, ma è un serio divertimento…".
"The Stage Names" è influenzato da vari generi ma essenzialmente è del buon rock 'n' roll con influenze folk più o meno presenti in base ai diversi brani. Musica di ottima qualità, come d'altronde i testi, frutto del talento letterario di Will Sheff che sa regalarci preziosi scorci di esistenza con le storie dei personaggi delle varie canzoni, seguiti dal punto di vista di una telecamera, come se fossero visti in un film.
Il brano di apertura "Our Life Is Not A Movie Or Maybe" è stupendo, per la voce e l'interpretazione di Sheff, per quel ritmo particolare, per il piano...tutto al posto giusto nel momento giusto. Poi arriva il riff di chitarra di "Unless It's Kicks", altra splendida traccia piena di energia ma in puro stile rock. A questo punto è il momento dell'allegria di "A Hand To Take Hold Of The Scene", canzone piena di brio, arricchita da claps e fiati che danno un tocco di spensieratezza. In "Savannah Smiles" il ritmo rallenta, ci si rilassa (come la voce del cantante), si entra in un'atmosfera più intimista; la batteria scompare per lasciare il posto ad una sorta di metronomo, intervengono lo xilofono e gli archi. Il risultato è meraviglioso, infonde serenità e quasi commuove. "Plus Ones" è un'altra perla, ironica, leggermente malinconica, dal gusto vagamente retrò. Piacevolissima. Una linea simile segue la delicata "A Girl In Port". In "You Can’t Hold The Hand Of A Rock’n’Roll Man" ritornano battimani, cori e un ritmo che riportano indietro negli anni, fino ai '60, '70. A questo punto restano le ultime due canzoni. Una è "Title Track", con i suoi alti e bassi drammatici e quella vena di tristezza. L'altra "John Allyn Smith Sails", una sorta di elegia, si ispira al poeta americano John Berryman e al suo suicidio, e rende omaggio nel finale folk a un classico come “Sloop John B”. Altra bella canzone. Probabilmente a questo punto dell'ascolto ne vorresti ancora, ma purtroppo l'album si conclude (splendidamente) con questa canzone. Non resta che ascoltarlo di nuovo.
In conclusione posso dire che "The Stage Names" è un disco bellissimo, mi ha colpito subito, al primo ascolto. Gli Okkervil River sanno essere divertenti, energici, giocherelloni, ma anche seri, malinconici, profondi, e aggiungerei colti. Sanno evolversi senza però dimenticare né rinnegare la loro essenza originaria. Di talento ce n'è da vendere. Ascoltare per credere (sul loro MySpace è disponibile tutto l'album in streaming).
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Our Life Is Not A Movie Or Maybe
  2. Unless It’s Kicks
  3. A Hand To Take Hold Of The Scene
  4. Savannah Smiles
  5. Plus Ones
  6. A Girl In Port
  7. You Can’t Hold The Hand Of A Rock And Roll Man
  8. Title Track
  9. John Allyn Smith Sails

Per ascoltare delle brevi anteprime delle canzoni potete andare qui: link


Mentre sul MySpace degli Okkervil River è possibile ascoltare in streaming l'intero album: http://www.myspace.com/okkervilriver


Così come sul loro sito ufficiale: http://www.okkervilriver.com/

I Tryad (o try ^ d, tryΔd) sono un gruppo musicale formato da persone provenienti da diverse zone degli USA ma anche dal Giappone. La caratteristica particolare del gruppo è che i componenti non si sono mai incontrati tutti insieme in un posto, essi creano e condividono la loro musica interagendo attraverso internet. I Tryad (formatisi all'inizio del 2005) sono stati tra i primi gruppi musicali a pubblicare tutti i loro lavori su licenza Creative Commons. "Listen" è il loro secondo album, pubblicato alla fine del 2006, e uno dei primi pensieri che vengono alla mente ascoltandolo è: "Ma come fanno delle persone sparse per il mondo (in 20 hanno contribuito) a creare canzoni così belle senza incontrarsi?". Già, perché questo è proprio un ottimo disco, realizzato molto bene. Considerando anche il fatto che non hanno un'etichetta alle spalle.
La definizione che i Tryad danno della loro musica è industrial classical pop e credo si possa adattare bene. E' una musica elettronica con richiami frequenti al piano classico ma anche al trip-hop, molto intensa anche se contemporaneamente tranquilla e quasi rilassante, con momenti energici e pieni di carica. I pezzi includono anche del cantato ad eccezione di due, "Waltz into the Moonlight" e "Far and Away". E' una musica coinvolgente che trasporta attraverso atmosfere differenti. Da menzionare "Breathe", bellissima canzone, suggestiva, che si sviluppa in un crescendo graduale per poi tornare di nuovo alla quiete. Ma anche "Alone", che a dispetto del titolo trasmette vitalità, o "Listen", con il piano in evidenza e un'atmosfera quasi fatata, emozionante. O ancora "You Are God", potente e dal ritmo deciso come la successiva "Lovely", aperta e positiva. Beh, che dire della stupenda "Beauty"...un altro gioiello. Posso continuare così nominando tutti i brani, perché il disco vale. C'è l'imbarazzo della scelta, le belle canzoni abbondano. Consiglio di scaricarlo ed ascoltarselo per bene, ad ogni ascolto piace di più.
L'intero album può essere ascoltato su questa pagina, utilizzando il lettore che trovate qui sotto:



Seguendo il link sotto potete anche scaricare gratuitamente e legalmente l'album (per scopi non commerciali, su licenza Creative Commons) e, se volete, supportare l'artista con una donazione:
http://www.jamendo.com/it/album/3661/

Vi segnalo anche il sito ufficiale dei Tryad: http://tryad.org
E il loro MySpace: http://myspace.com/tryad
Apparat è lo pseudonimo del produttore e DJ Sascha Ring, co-fondatore dell'etichetta electro con base in Germania Shitkatapult insieme a T. Raumschmiere. "Walls" è il suo ultimo disco. Come egli stesso afferma questo non è da considerarsi un disco concettuale, essendo più una collezione di suoi lavori degli ultimi tre anni (trascorsi tra decine di apparizioni live e varie collaborazioni), con parecchie influenze diverse e evoluzioni di idee.
Alla realizzazione di "Walls" hanno collaborato i Telefon Tel Aviv, le parti vocali invece sono di Raz Ohara e in un paio di brani ("Birds" e "Arcadia") dello stesso Sascha Ring.
Con questo nuovo disco Apparat cerca di andare oltre la sola dimensione musicale dance, da club, aprendo degli spiragli più o meno ampi anche al pop, nell'intenzione magari di conquistare nuovi ascoltatori. Infatti in "Walls" l'elettronica e il pop si incontrano, si mescolano, si compenetrano dando come risultato dell'ottima musica. Non mancano certo i brani più dance, da club, come ad esempio i suggestivi "Useless Information", "Limelight" o i magnifici "Fractales Pt.1" e "Fractales Pt.2". Questi ultimi tra i migliori episodi del disco. Bello anche il brano di apertura, "Not A Number", semplice ma efficace, dall'atmosfera rilassata, velatamente malinconica, con i suoi xilofoni in primo piano e dei suoni d'archi adagiati su di essi. Non posso non menzionare "You Don't Know Me", altro brano esclusivamente elettronico, senza voce, ma carico di emozione, di sentimento. A mio parere un vero gioiello, più l'ascolto e più me ne innamoro. Anche le tracce che vedono l'uso della voce sopra le trame elettroniche sono ben riuscite, soprattutto alcune. Ad esempio l'eterea "Birds", in cui la voce pacata si appoggia dolcemente alla musica armonizzandosi con essa con delicatezza. E poi "Arcadia", che pur muovendosi sulla scia del brano precedente ha un ritmo più marcato. Ma sempre con la stessa morbidezza ed eleganza. Come la sognante "Headup", altro egregio prodotto di Apparat. O su un versante un po' diverso "Hailin From The Edge", che esplora altre sonorità e ritmi diversi.
In conclusione il disco è ottimo, la musica è di qualità, studiata in ogni dettaglio, elegante e molto piacevole sia da ascoltare nella dimensione del club sia in una dimensione più intima quale è quella casalinga.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Not A Number
  2. Hailin From The Edge
  3. Useless Information
  4. Limelight
  5. Holdon
  6. Fractales Pt.1
  7. Fractales Pt.2
  8. Birds
  9. Arcadia
  10. You Don´T Know Me
  11. Headup
  12. Over And Over
  13. Like Porcelain

Questo è il sito ufficiale di Apparat, dove tra l'altro potete ascoltare tutte le canzoni dell'album: http://www.apparat.net/v1.0/

Mentre questo è il suo MySpace, nel quale è disponibile tutto l'album da ascoltare in streaming: http://www.myspace.com/apparat

Oggi vi parlo di un album che nel Regno Unito ha fatto molto parlare di sé. Loro sono i The View, un'altra di quelle band britanniche che si muovono sul filone di Libertines, Arctic Monkeys, Fratellis, Kooks ecc. La band è formata da quattro giovani ragazzi, tutti sotto i vent'anni di età, scozzesi (di Dundee): Kyle Falconer (voce), Pete Reilly (chitarra), Kieren Webster (basso), Steve Morrison (batteria). Il loro disco d'esordio, "Hats Off To The Buskers", è arrivato addirittura al numero 1 delle classifiche inglesi. Da segnalare il loro illustre produttore: Owen Morris (già produttore di Oasis e Verve).
Forse, anzi sicuramente molti non ne possono più di tutte queste band indie pop-rock (spesso musicalmente simili tra loro) che escono fuori in continuazione, osannate dalla stampa. Ma questo è un altro discorso. Quello che conta è la musica, e in questo disco la bella musica non manca di certo.
Innanzitutto sono da segnalare due singoli: "Wasted Little DJs", brillante e dalla melodia molto efficace, che ha ricevuto una nomination agli NME awards come miglior canzone, e l'accattivante "Same Jeans", che è salita sul podio nella classifica dei singoli più venduti in Gran Bretagna. Ma anche l'altro singolo "Superstar Tradesman" è ottimo, con quel ritmo e quella chitarra così coinvolgenti. Così come la veloce "Dance Into The Night", irresistibile, e "The Don", trascinante e divertente. Ancora da evidenziare "Street Lights" e la bellissima ballata acustica "Face For The Radio".
Per concludere, "Hats Off To The Buskers" mi è piaciuto. E' un bel disco, fresco, energico, trascinante, con molti brani orecchiabili e mai monotono grazie a diversi cambi di ritmo. In stile tipicamente inglese.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Comin' Down
  2. Superstar Tradesman
  3. Same Jeans
  4. Don't Tell Me
  5. Skag Trendy
  6. The Don
  7. Face For The Radio
  8. Wasted Little DJ's
  9. Gran's For Tea
  10. Dance Into The Night
  11. Claudia
  12. Streetlights
  13. Wasteland
  14. Typical Time

Sul MySpace dei The Views potete ascoltare tutte le canzoni dell'album in streaming: http://www.myspace.com/dryburgh

Mentre questo è il loro sito ufficiale: http://www.theviewareonfire.com

Dopo alcuni anni di assenza sono (finalmente) tornati i Travis con il loro nuovo lavoro, il quinto. Un disco molto atteso sia dai numerosi ammiratori che dai detrattori della band scozzese, dopo l'insuccesso del precedente album "12 Memories", un disco cupo ed eccessivamente malinconico realizzato in mezzo a vari problemi personali dei componenti del gruppo e in cui venivano affrontate tematiche politiche e sociali.
Le recensioni di questo disco, su internet e riviste inglesi, sono molte e non tutte lusinghiere. Anzi diverse esprimono un giudizio negativo sull'album, e a volte anche sulla stessa band, considerandolo un lavoro non degno di nota. Non mancano naturalmente i giudizi positivi e sinceramente io mi trovo più in sintonia con questi ultimi, trovandolo davvero un bel disco.
Partiamo innanzitutto da una curiosità sul titolo dell'album, "The Boy With No Name", dedicato al figlio del cantante dei Travis, Fran Healy. Infatti il neopapà Fran neanche dopo un mese passato a rifletterci è riuscito a trovare un nome da dare al proprio figlio.
Per realizzare questo nuovo lavoro i Travis si sono avvalsi della collaborazione di tre importanti produttori: Nigel Godrich, Mike Hedges e Brian Eno. Il risultato è un disco godibilissimo, ricco di brani piacevoli e molto orecchiabili. Lo stile è quello tipico dei Travis, dei loro album di grande successo "The Invisible Band" e "The Man Who" ma si colgono anche alcuni richiami al primo album, "Good Feeling". Già nel primo singolo estratto, "Closer", si nota la solarità che contraddistingue questo nuovo disco, pur non mancando i brani attraversati da una vena malinconica. Tale è, ad esempio, “3 Times And You Lose”, la canzone con cui si apre "The Boy With No Name". Sognante, leggermente malinconica ma mai triste. Per iniziare con dolcezza. Ma subito dopo arriva il momento di muoversi, con "Selfish Jean", un brano molto allegro caratterizzato da un motivetto che coinvolge e si fissa in testa, senza stancare mai. Si prosegue con la già citata "Closer", bellissima e romantica ballata (qui il testo tradotto). Un po' di malinconia torna con "The Big Chair", brano in stile Radiohead, dal suono profondo, avvolgente e penetrante grazie anche alla produzione di Godrich e alla bella voce di Fran. Altra bella canzone è "Battleships" (che parla della relazione di Healy con Nora), semplice e diretta, capace di regalare una dolce sensazione di serenità (come molti dei brani presenti in questo disco). Si va avanti con "Eyes Wide Open", più cupa e con graffianti chitarre elettriche in primo piano, per giungere alla bella e molto dolce "My Eyes", dedicata da Fran Healy a suo figlio. Si prosegue con la orecchiabile ballata "One Night", "Under The Moonlight" con il cameo di KT Tunstall, la tranquilla "Out In Space" e l'intensa ed esplosiva "Colder" (scritta da Dougie Payne, il bassista del gruppo), per arrivare alle due canzoni che chiudono l'album: la stupenda "New Amsterdam" e la hidden track "Sailing Away".
Insomma "The Boy With No Name" è, a mio parere, un ottimo album. Delicato, elegante, dolce, romantico e poetico al punto giusto, molto piacevole e con melodie orecchiabili. Non sempre per fare un ottimo disco è necessario stravolgere e rivoluzionare lo stile di una band solo in nome della sperimentazione. Basta fare qualche passo in avanti pur restando sulla scia del lavoro precedentemente svolto. Lo stile dei Travis è quello, piaccia o no. In passato hanno realizzato delle belle canzoni britpop e anche in questo album non si smentiscono, mantenendo alta la qualità.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. 3 Times And You Lose
  2. Selfish Jean
  3. Closer
  4. Big Chair
  5. Battleships
  6. Eyes Wide Open
  7. My Eyes
  8. One Night
  9. Under The Moonlight
  10. Out In Space
  11. Colder
  12. New Amsterdam

Al seguente indirizzo potete ascoltare le anteprime di tutti i brani: link.

Sul MySpace dei Travis potete ascoltare alcuni brani dell'album in streaming: http://www.myspace.com/travis

Mentre questo è il loro sito web ufficiale: http://www.travisonline.com/

Infine qui trovate i testi delle canzoni: http://www.tuttotesti.com/travis/06.shtm

Oggi voglio segnalarvi un cd molto interessante scaricabile gratuitamente. L'album in questione è il quarto volume della serie "The Tribal Sin" (il peccato tribale) del dj Antonio Sacco. Dj dal 1981, ha alle spalle molti anni di gavetta. Ha "suonato" in diversi club italiani ed europei ed attualmente propone la sua musica al White Room Club, qui in Italia. Tra poco pubblicherà anche un estratto da queste session su YouTube.
In "Life - The Tribal Sin vol. 04" troviamo otto brani prodotti, arrangiati e composti da Sacco utilizzando, in qualche traccia, samples presi da brani un po' veccchi. In tutto circa 44 minuti di ottima musica house. Con un bel ritmo coinvolgente, delle sonorità rilassate e tinte tribali è perfetta da ballare, molto indicata per le ormai imminenti serate estive in spiaggia, ma adatta anche ad un ascolto casalingo, semplicemente per creare un certa atmosfera, per godersi un po' di relax.
L'intero album può essere ascoltato su questa pagina, utilizzando il lettore che trovate qui sotto:



Seguendo il link sotto potete anche scaricare gratuitamente e legalmente l'album (per scopi non commerciali) e, se volete, supportare l'artista con una donazione:
http://www.jamendo.com/it/album/5699/

Questo è invece il sito di Antonio Sacco: http://www.antoniosacco.com/
Nina Simone, al secolo Eunice Kathleen Waymon, fu un'artista eclettica capace di percorrere varie strade musicali: jazz, blues, pop, folk, gospel. Infatti, nonostante venisse considerata un'artista jazz, ella si cimentò con diversi stili musicali ottenendo degli ottimi risultati.
Proprio la poliedricità di questa artista e la sua incofondibile voce hanno permesso di realizzare la compilation "Remixed & Reimagined", che raccoglie quattordici brani del periodo (1967-1974) in cui Nina Simone era sotto contratto con la RCA e raggiunse il grande successo. Famosi dj e produttori hanno remixato alcuni grandi successi della cantante riproponendoli in una nuova veste. Ritroviamo ad esempio il fantastico remix di "Ain’t Got No/I Got Life" (tratto dal musical Hair), esplosivo e travolgente, realizzato da Groovefinder, oppure "Go To Hell" remixato da Mowo con un accattivante ritmo tribal-funk. Ancora, Francois K ha realizzato il remix di "Here Comes The Sun", Chris Coco quello di "To Love Somebody", Nickodemus la bellissima "O-O-Oh Child", Tony Humphries invece "Turn me on". Insomma i grandi nomi non mancano, e la musica di Nina Simone è già bella di per sé. La sua personalità musicale e la sua splendida voce costituiscono il centro, il fulcro dell'album. Attorno ad esso è stato realizzato un abito che conferisce una nuova atmosfera e un nuovo ritmo che spazia dal funk alla trance, dal downtempo alla house.
Un ottimo disco, ideale per i giovani che forse non conoscono o conoscono poco Nina Simone e che sono più abituati alla musica elettronica. Ma anche una possibile piacevole e creativa sorpresa per i fan di questa grande artista.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. I Can't See Nobody-Daniel Y. Remix
  2. Funkier Than A Mosquito's Tweeter - Jazzeem's All Styles Remix
  3. Ain't Got No-I Got Life - Groovefinder Remix
  4. Save Me - Coldcut Remix
  5. Turn Me On - Tony Humphries Got U Turned On Dub
  6. Here Comes The Sun - Francois K. Remix
  7. Westwind - Organice Remix
  8. Go To Hell - Mowo Remix
  9. My Man's Gone Now - DJ Wally Remix
  10. The Look Of Love - Madison Park Vs. Lenny B Remix
  11. O-O-H Child - Nickodemus Remix
  12. To Love Somebody - Chris Coco's Stadium Rocker Remix
  13. Obeah Woman - DJ Logic Remix

Sul sito di Radio Deejay, nel suo negozio virtuale (Deejaystore), potete ascoltare (oltre che acquistare) i vari brani dell'album. Eccone il link: DEEJAYSTORE - Nina Simone

Questo è invece il MySpace di Nina Simone: http://www.myspace.com/ninasimone

Mr Hudson and the Library sono un gruppo inglese composto da: Mr Hudson (voce, occasionalmente chitarra), Maps Huxley (basso), Wilkie Wilkinson (batteria elettrica), Joy Joseph (steelpan, voce) e Torville Jones (piano). La band si è formata circa un anno fa dopo che Mr Hudson ha deciso di portare le sue canzoni sui palchi inglesi. "A Tale Of Two Cities" è il loro album d'esordio, che sta riscuotendo un ottimo successo attirando l'attenzione su questa band. Mr Hudson, a proposito del disco dice questo: "Ho voluto un album con 12 canzoni di qualità. Non uno di quegli album con 18 o 20 tracce. Qui ogni brano significa qualcosa." E come dargli torto? Quest'album è proprio un ottimo lavoro, sostanzioso, di qualità.
Il disco si apre con "On The Street Where You Live", squisita cover tratta da un brano del musical My Fair Lady che qui prende nuova vita. Si prosegue con "Brave The Cold" e "Too Late, Too Late", due storie semi-autobiografiche che Mr Hudson ha trasformato in canzone. "Too Late, Too Late" è il primo singolo estratto dall'album, orecchiabile e trascinante, con un ritmo deciso e un influenza reggae. "Everything Happens", quarta traccia e altra cover, è una tranquilla canzone che mette in evidenza le doti di Mr Hudson, creando un atmosfera rilassata che ricorda quella delle sale degli alberghi o dei locali degli anni '40, col piano ad accompagnare una bella voce calda. Un suono fresco e vellutato. Il successivo brano, "Cover Girl", è una canzone d'amore meravigliosamente ben scritta. Beats elettronici a dare il ritmo e un riff di chitarra acustica, mantenendo però il piano e la delicatezza della voce di Mr Hudson. Veramente romantica. Chitarra acustica che assume un ruolo più importante in "Two By Two" creando insieme al piano una canzone molto rilassata e rilassante. Stesso tenore per "Bread and Roses", mentre "Ask The DJ" è caratterizzata da un beat più martellante e un ritmo deciso che spinge a muoversi. La canzone successiva, "Picture Of You", è un'altra canzone dall'atmosfera romantica, molto piacevole. In "One Specific Thing" scopriamo anche la voce di Joy Joseph, delicata, quasi femminile. Il risultato è ottimo anche qui. Nella penultima traccia dell'album ritroviamo quel piano anni '40 ma con uno stile vocale differente rispetto a "Everything Happens To Me". Infine la degna chiusura con "Upon The Heath", di nuovo con la voce di Joy Joseph sullo sfondo.
In tutto il disco la band non si lascia mai trasportare lontano dallo stile calmo, rilassato, ma per essere sinceri non ne hanno affatto bisogno per come queste canzoni lavorano bene così. Individualmente trasportano qualcosa che fa suonare i brani freschi nonostante un ritmo inusuale, o persino testi inusuali. C'è una garbata e quasi signorile maniera in cui le canzoni sono suonate, con uno stile unico nel panorama musicale attuale, con influenze jazz, R'n'B, quasi un approccio lounge rilassato e un pizzico di reggae qua e là per dare più sapore.
Canzoni brillanti, ottimi testi, stile unico. Cosa chiedere di più?
Ve lo consiglio caldamente. E' davvero un bellissimo album.
Ecco la lista dei brani:
  1. The Streets Where You Live
  2. Brave The Cold
  3. Too Late Too Late
  4. Everything Happens To Me
  5. Cover Girl
  6. Two By Two
  7. Bread & Roses
  8. Ask The DJ
  9. Picture Of You
  10. One Specific Thing
  11. Ghost
  12. Upon The Heath

Naturlamente sul MySpace della band potete ascoltare alcune loro canzoni in streaming. Ecco il link: http://www.myspace.com/mrhudson

Questo è invece il loro sito ufficiale: http://www.mrhudsonandthelibrary.com

Infine, ma forse è la cosa più importante, vi faccio sapere che sul loro sito potete scaricare l'intero album gratuitamente per 14 giorni (non potete copiarlo su cd), così che lo possiate ascoltare in tutta tranquillità e solo dopo decidere se acquistarlo o meno. Il link dal quale scaricarlo è il seguente: http://www.mrhudsonandthelibrary.com/gigoffer/.

Oggi vi presento un artista scoperto attraverso internet. E' francese, di Tolosa, e il suo nome (d'arte) è Dream'ED, che deriva dall'unione della parola Dream con l'abbreviazione del suo vero nome, formando il verbo dream al passato (dreamed). E dream è proprio la parola chiave che racchiude tutta la musica di questo artista emergente. Perché la musica è anche un modo di sognare, forse uno strumento per sognare, è una forma di evasione. E questo è ciò che cerca di fare Dream'ED con la sua musica, pur dando importanza all'elaborazione elettronica. Egli, nei suoi brani, coniuga melodie da pianoforte o comunque strumentali con ritmi elettronici moderni. Un mix ben fatto perché le due componenti si amalgamano alla perfezione. Una musica romantica, piacevole, amabile.
L'album che vi faccio ascoltare è "Love Hymn", contenente 6 tracce per un totale di circa 22 minuti durante i quali sarete assorbiti completamente da questa musica ricca di emozioni.
L'intero album può essere ascoltato su questa pagina, utilizzando il lettore che trovate qui sotto:




Seguendo il link sotto potete anche scaricare gratuitamente e legalmente l'album (per scopi non commerciali) e, se volete, supportare l'artista con una donazione:

http://www.jamendo.com/it/album/4411/
Vi ho già parlato di Rob Costlow, talentuoso pianista statunitense, e del suo album "Woods of Chaos". Non posso esimermi però dal consigliare anche un altro suo lavoro, antecedente a quello. Si tratta di "Sophomore Jinx", primo lavoro professionale di Costlow. Come lo stesso pianista dice, questo album parla delle seconde possibilità, delle speranze, dei sogni, della determinazione nel seguire le proprie passioni. Emozioni che si sentono tutte all'ascolto delle nove meravigliose canzoni contenute nel cd. Non bisogna essere conoscitori del pianoforte per apprezzare questa musica, è per tutti. Non risulta monotona né noiosa, ma piena di sentimento.
Potete ascoltare l'intero album su questa pagina utilizzando il lettore qui sotto.



Seguendo il link sotto potete anche scaricare gratuitamente e legalmente l'album (per scopi non commerciali) e, se volete, supportare l'artista con una donazione:
http://www.jamendo.com/it/album/889/

Mentre questo è il sito personale di Rob Costlow: http://www.robcostlow.com
Il gruppo The Puppini Sisters è formato dall'italiana Marcella Puppini (bolognese di nascita) e dalle inglesi Stephanie O'Brien e Kate Mullins. Marcella Puppini studiò Fashion Design alla St Martins School of Art, e conobbe successivamente Stephanie e Kate al Trinity College of Music di Londra. Fu lei a fondare il trio, ispirata dal cartone animato "Belleville Rendez Vous" ("Appuntamento a Belleville", titolo italiano).
Iniziando ad ascoltare il loro album d'esordio "Betcha Bottom Dollar", uscito alla fine del 2006, si capisce subito che questo è un album molto particolare. Almeno per il 2007. Il loro modo di cantare si rifa infatti ai gruppi vocali degli anni 30 e 40, e particolarmente alle Andrews Sisters. In questo album il trio abbina classici jazz e canzoni pop arrangiate in stile pin-up anni '40. Ma il loro lavoro è tutt'altro che anacronistico, dimostrando anzi come certe canzoni siano senza tempo. Vengono spolverati classici come "Boogie Woogie Bugle Boy" e "Mr Sandman", ma anche riarrangiati brani più moderni: alcuni esempi sono "Wuthering Heights" di Keith Bush, "I Will Survive" di Gloria Gaynor o "Heart of Glass" di Blondie, che vengono swingati ottenendo un ottimo risultato. O "Tu Vuo' Fa L'Americano", con una prima parte recitativa e una seconda cantata.
"Betcha Bottom Dollar" è un album fresco, divertente, vibrante, cantanto e arrangiato molto bene. In Inghilterra ha conquistato pubblico e stampa. Ecco alcune opinioni autorevoli: "Favoloso" Vogue, "Assolutamente geniale" The Observer, "Entusiasmante" The Guardian.
Lasciatevi travolgere anche voi dal ritmo delle Puppini Sisters. Provate ad ascoltarlo mentre vi preparate per uscire la sera o dopo una giornata pesante al lavoro...
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Sisters
  2. Mr Sandman
  3. Boogie Woogie Bugle Boy (From Company B)
  4. Java Jive
  5. Bei Mir Bist Du Schon
  6. Wuthering Heights
  7. Jeepers Creepers
  8. I Will Survive
  9. Tu Vuo' Fa L'Americano (Recitative)
  10. Tu Vuo' Fa L'Americano
  11. Falling In Love Again
  12. Heart Of Glass
  13. Sway
  14. Panic
  15. Heebie Jeebies
  16. In The Mood

Qui trovate il link al sito ufficiale delle Puppini Sisters, dove in sottofondo potete ascoltare assaggi di vari brani contenuti nell'album: http://www.thepuppinisisters.com/
Mentre qui l'indirizzo del loro MySpace, dove potete ascoltare per intero alcune loro canzoni: http://www.puppinisisters.com/

Oggi voglio segnalare un album meraviglioso, dieci stupende canzoni suonate esclusivamente al pianoforte. Solo musica, senza parole. Ma musica che travolge, incanta, fa viaggiare con la mente. L'album in questione è "Woods of Chaos", secondo album (uscito nel 2005) del pianista statunitense Rob Costlow. Un lavoro riflessivo, elegante.
L'artista ne da questa descrizione: "questo secondo album è una riflessione sulle mie battaglie, i miei successi e la determinazione di andare avanti. C'è molto sfogo esemplificato con note intense e pesanti durante tutte le canzoni. [...] Lascia che questo album ti prenda in un viaggio. Crea la tua personale esperienza con ogni canzone. Goditelo!". Come non dargli ragione, già dalle prime note vi avvincerà, verrete trascinati in un turbine di emozioni. Una volta ascoltato non potrete più farne a meno! Ci ritornerete molte volte.
L'intero album può essere ascoltato su questa pagina, utilizzando il lettore che trovate qui sotto:




Seguendo il link sotto potete anche scaricare gratuitamente e legalmente l'album (per scopi non commerciali) e, se volete, supportare l'artista con una donazione:

http://www.jamendo.com/it/album/888

Mentre questo è il suo sito personale: www.robcostlow.com
 
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