Visualizzazione post con etichetta album 2007. Mostra tutti i post
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Ascoltare un album dei Sigur Ros è un'esperienza particolare, straordinaria. Ogni volta è così, e questa nuova "raccolta" non fa eccezione. E' difficile descrivere la varietà di emozioni e di sensazioni che la loro musica è capace di far provare a chi la ascolta. Non appena si preme play inizia un viaggio fantastico. Quelle note, le melodie, la voce, quella lingua incomprensibile che è un misto di islandese e una lingua inventata. Tutto, ogni singolo elemento delle canzoni dei Sigur Ros contribuisce in maniera attiva alla realizzazione della magia. Con delicatezza vieni preso e trasportato altrove, la tua mente inizia a viaggiare, il tuo cuore si apre e le emozioni cominciano a fluire liberamente. Arrivano ricordi, pensieri vecchi e nuovi, ma in maniera pacata, senza assillo, senza affanno, senza preoccupazione. E immagini. In certi momenti, addirittura, sembra proprio di vedere dal vivo quell'Islanda da cui i folletti Sigur Ros provengono, respirarne l'aria, sentire l'atmosfera di quegli ambienti magici così diversi dai nostri eppure così belli e affascinanti. Puoi sentire allegria, serenità, gioia, ma anche malinconia, tristezza, combattimento interiore. Le emozioni sono molteplici, ma non stai male nel provarle, anzi è una sorta di terapia benefica. E alla fine del viaggio ti senti bene, sei felice. Sono questo per me (e non solo) i Sigur Ros. Certo ci vogliono le condizioni giuste per ascoltarli, dentro e fuori di te. Ci si deve poter lasciare andare alla loro musica per goderla appieno. Ma ogni volta è una meraviglia.
"Hvarf-Heim", in particolare, è un doppio EP che accompagna l'uscita del film-documentario "Heima", girato durante una serie di concerti che i Sigur Ros hanno tenuto in particolari luoghi dell'Islanda. Il primo disco, "Hvarf" (che significa scomparso o anche rifugio), comprende cinque canzoni di cui due ("Von" e "Hafsol") sono rivisitazioni di brani contenuti nel primo album della band, mentre gli altri tre sono inediti di vecchia data, realizzati negli anni passati e mai inclusi in alcun album. Il secondo EP, "Heim" (casa), contiene invece sei canzoni in versione acustica prese dai vari album precedenti, registrate durante alcune esibizioni live nella loro terra.
"Salka" (del 2002) è il primo inedito, spesso suonato nei concerti, che in origine sarebbe dovuto entrare nell'album "( )". Un brano pieno di dolcezza, con quei suoni delicati, fluidi, carezzevoli, e il falsetto emozionante e meraviglioso di Jonsi Birginsson. Diversa invece “Hljomalind” (del 1999), che alterna momenti in cui i suoni sono pacati a parti più tese, in cui le chitarre e la batteria acquistano maggiore peso. Il terzo inedito è, infine, "I Gaer" (del 2000). Un brano drammatico, struggente, che si apre (e chiude) col suono leggero di uno xilofono finché, dopo circa un minuto, irrompe una muro di chitarre assordanti. A un certo punto queste si placano, per poi tornare più avanti, ma la tensione resta alta durante tutto il brano. Ci sono poi due brani presi dal disco d'esordio della band, "Von", rivestiti in una nuova versione. Si tratta di "Von", uno splendido crescendo musicale ed emotivo con l'accompagnamento degli archi, e la stupenda "Hafsol", col suo climax ascendente della durata di quasi dieci minuti, un trionfo di suoni che rende felice chi l'ascolta.
A questo punto è il turno di "Heim", che come ho detto contiene tutte versioni live di famosi brani del gruppo, con l'apporto del quartetto d’archi Amiina. Si inizia subito in maniera eccelsa con "Samskeyti", pezzo esclusivamente strumentale basato su un toccante motivo al piano. Un gioiellino. E che dire di “Staralfur”, canzone che non si può non amare. Il contributo degli archi è fondamentale, c'è poi il piano e la splendida voce di Jonsi, poco altro. Ma ai Sigur Ros bastano questi pochi ingredienti per fare un piccolo capolavoro. Ci sono poi "Vaka", dolce e vagamente malinonica, “Agaetis Byrjun”, deliziosa, e ancora l'intensa “Heysatan”, che parla di una morte felice nell'isolamento rurale, per poi finire con un'altra bella interpretazione di "Von".
Come si è certamente capito, “Hvarf/Heim” è una raccolta che mi è molto piaciuta. Non è una novità in senso stretto ma un bel regalo per i fan in occasione dell'uscita del dvd "Heima". Utile anche per chi non conosce i Sigur Ros e vuole avvicinarsi alla loro musica. Una delizia per le nostre orecchie (e non solo) da una delle migliori band in circolazione.
Ecco la lista dei brani dell'album:

Hvarf
  1. Salka
  2. Hljomalind
  3. I Gaer
  4. Von
  5. Hafsol

Heim

  1. Samskeyti
  2. Staralfur
  3. Agaetis Byrjun
  4. Vaka
  5. Heysatan
  6. Von

Al seguente indirizzo è possibile ascoltare delle anteprime di tutti i brani: link


Sul MySpace della band sono disponibili alcune canzoni in streaming: http://www.myspace.com/sigurros


Mentre questo è il loro sito ufficiale (dove c'è anche del materiale vario scaricabile gratuitamente): http://www.sigur-ros.co.uk/


C'è anche un minisito dedicato interamente ad "Hvarf/Heim": http://www.hvarf-heim.com/


A due anni di distanza da "The Plural Of The Choir" ed a pochi mesi dal loro ultimo EP "The Quiet Choir", i bolognesi Settlefish tornano con un album nuovo di zecca dal titolo "Oh Dear!". Un disco registrato nel loro studio e poi mixato in Texas da John Congleton. Sono sì italiani i Settlefish, eccetto il cantante Jonathan Clancy (nato in Canada), ma la loro musica non si ferma entro i confini del nostro paese. Le loro canzoni sono interamente in inglese e con sonorità indie rock che vanno benissimo anche per l'estero, Stati Uniti e Regno Unito compresi. Non a caso la band negli ultimi tre anni ha realizzato oltre 300 date, due tour americani, quattro tour inglesi, due tour europei. Adesso, con "Oh Dear!", hanno tutte le carte in regola per fare un ulteriore passo avanti a livello di pubblico e di notorietà. Dal punto di vista musicale il passo avanti lo hanno fatto di sicuro, realizzando un ottimo disco che possiede un'inclinazione pop pur restando rock, ed anche gagliardo e potente, soprattutto in certi brani. Un disco che spinge a dimenarsi, a seguire il ritmo, trasmette voglia di divertimento, anche di ribellione, ma che è capace subito dopo di infondere dolcezza o di far tornare alla mente teneri ricordi. Un album articolato, che riesce a coniugare rock e pop, energia e delicatezza.
Si inizia con "Head Full Of Dreams", che ti prende con il suo ritmo deciso, galoppante, i riff di chitarra e la batteria. "Balloons" è allegra, divertente. "Summer Drops" è una meraviglia: una bella melodia lungo tutta la canzone, la batteria che ti fa muovere la testa pur restando discreta e non invadente con il suo potenziale vigore. E poi a un certo punto, dopo la metà, le chitarre a darci dentro per imprimere una spinta in velocità che sta benissimo. Perfetta. Altre belle canzoni "The Boy And The Light" e "Whirlwind In Delivery", quest'ultima più tranquilla (sebbene l'energia non manchi mai). Non mancano i brani più duri, potenti. "I Go Quixotic!", a cui non si può resistere, e poi "This City", che preme sull'acceleratore e tira alla grande, e "In The Neighborhood", che spacca tutto. E qua e là, a dare un po' di riposo, sono posti quattro brevi ed efficaci interludi; in particolare il primo, "A Second Of Your Time", mi piace davvero molto, con quella chitarra acustica e quel tocco di dolcezza. Insomma, i Settlefish hanno fatto bene, molto bene. Proprio un bel disco questo "Oh Dear!", meritevole di attenzioni.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Head Full Of Dreams
  2. Balloons
  3. Summer Drops
  4. Interlude 1 (A Second Of Your Time)
  5. I Go Quixotic!
  6. The Boy And The Light
  7. Interlude 2 (Whale Whistles)
  8. Lonely Boy
  9. Whirlwind In Delivery
  10. This City
  11. Interlude 3 (Ready To Go)
  12. In The Neighbourhood
  13. Interlude 4 (Dark Invader)
  14. Slowly Moved On
  15. Wishing Tunnels

Sul MySpace della band sono disponibili alcune tracce da ascoltare in streaming: http://www.myspace.com/settlefish


Mentre questo è il sito ufficiale: http://www.settlefish.com


I quattro newyorchesi Animal Collective sono tornati per deliziarci con un nuovo album dal titolo "Strawberry Jam", l'ottavo senza contare gli EP e i vari lavori da solisti dei componenti del gruppo. Un disco quanto meno stravagante se ci si avvicina al suo ascolto credendo di trovarsi di fronte un gruppo "normale" che fa canzoni come i molti artisti che siamo abituati a sentire alla radio. Sì, rispetto ai lavori precedenti gli Animal Collective le tracce si avvicinano maggiormente alla forma tipica di una canzone, con delle strofe e un ritornello. Ma questa è solo una sottile linea guida attorno alla quale è costruito qualcosa che, se parlassimo di architettura, si potrebbe paragonare a un'opera dell'eccentrico architetto Gaudì. Come definire musicalmente questo "Strawberry Jam"? Compito difficile. Acid-folk psichedelico? Sunshine pop? O, meglio ancora, entrambi? Ce n'è di roba dentro questi nove brani: urla bambinesche (ma anche da pazzi scatenati), rumori, molti suoni ed effetti elettronici, psichedelia, loops, coinvolgenti melodie e armonie vocali. "Strawberry Jam" è un disco energico, brioso, imprevedibile, divertente, al contempo accessibile al pubblico e insolito. Quel gioiellino di "Peacebone", brano iniziale, è un esempio di quanto detto. Ma anche "For Reverend Green" è un perfetto concentrato di tutti gli innumerevoli ingredienti usati dal quartetto in questo disco. Ci sono le distorsioni, il ritmo, le urla, una bella melodia, i cori, l'attitudine pop. Ottima. "Chores" è fresca e vivace, come la pazza ed esuberante "Winter Wonder Land". Molto bella è anche "Fireworks", altra gemma. C'è poi "Derek", il brano posto a chiusura del disco, con quella piacevole melodia che ci porta in mezzo a qualche tribù pellerossa o di certe zone dell'Africa.
Insomma un disco brillante, coinvolgente e portatore di buonumore. Un altro esempio della geniale bravura degli Animal Collective, che ancora una volta centrano il bersaglio.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Peacebone
  2. Unsolved Mysteries
  3. Chores
  4. For Reverend Green
  5. Fireworks
  6. #1
  7. Winter Wonder Land
  8. Cuckoo Cuckoo
  9. Derek

Per ascoltare le anteprime delle varie tracce del disco potete andare al seguente indirizzo: link


Sul MySpace del gruppo sono presenti alcune canzoni da ascoltare in streaming: http://www.myspace.com/animalcollectivetheband


Mentre questo è il loro sito ufficiale: http://www.myanimalhome.net/


E' uscito il 17 settembre l'album di debutto (non contando quelli autoprodotti) di Terra Naomi, dal titolo "Under The Influence". Vi avevo parlato di lei e del suo splendido singolo "Say It's Possible" un paio di mesi fa (in questo post). Ho potuto ascoltare il disco completo solo in questi giorni e devo dire che non ha affatto deluso le mie aspettative. La cantautrice americana (residente nel Regno Unito) ha infatti realizzato un disco davvero molto bello, dandoci una conferma della sua bravura e del suo talento. Come stile e sonorità i paragoni che vengono subito alla mente sono quelli con cantautrici quali Alanis Morissette e Sarah McLachlan. Melodie che colpiscono, anche grazie a una voce meravigliosa frutto degli studi di opera, testi ben scritti e una capacità di trasmettere emozioni che fanno sentire le canzoni più vicine. E' questa la musica di Terra Naomi. Oltre la meravigliosa "Say It's Possible", tra i pezzi migliori troviamo ad esempio l'energica "Not Sorry" e "Flesh For Bones", dal suono acustico, rilassata, con un tocco di malinconia che la fa amare ancor di più. Una meraviglia da ascoltare in silenzio. Una canzone che fa pensare, ricordare. Un po' come "Close To Your Head", che però ha una presenza strumentale più forte e una maggiore energia, un ritmo più marcato. Belle anche "Jenny" e "New Song". E il disco si chiude con un altro gioellino, “Something Good To Show You”, in cui Terra Naomi è accompagnata solo dal piano, col supporto di un coro. Una toccante canzone contro la guerra, contro ogni guerra, senza accusare nessuno, tramettendo solo un messaggio di pace. Accompagnamento al piano anche per la hidden track, "The Vicodin Song", posta in fondo all'album, che allude al suo passato da tossicodipendente. Un'altra canzone deliziosa.
Insomma un album che riempie il cuore e fa pensare. Ci sono i sentimenti e c'è l'energia, la carica di Terra Naomi. Un disco che coinvolge e fa star bene.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Say It's Possible
  2. Not Sorry
  3. Up Here
  4. I'm Happy
  5. Never Quite Discussed
  6. Flesh For Bones
  7. Close To Your Head
  8. Jenny
  9. Million Ways
  10. New Song
  11. Something Good To Show You

Al seguente indirizzo potete ascoltare delle anteprime di tutte le tracce del disco: link


Sul MySpace di Terra Naomi sono presenti alcune canzoni da ascoltare in streaming: http://www.myspace.com/terranaomi


Mentre questo è il suo sito ufficiale: http://www.terranaomi.com


"Roots And Echoes" è il titolo del quinto album degli inglesi The Coral, registrato niente meno che nel Wheeler End Studio degli Oasis. E non potevano scegliere titolo migliore di "Radici ed echi", visto il contenuto del loro nuovo lavoro. Già, perché i Coral in queste 11 tracce ci riportano indietro di 40 anni, a certo merseybeat, al pop-folk psichedelico della west coast della fine degli anni '60, prendendo per riferimento gruppi come Beatles, Love, Doors, Byrds. E lo fanno con maestria da artigiano di provata esperienza, curando alla perfezione la scrittura e gli arrangiamenti delle varie canzoni. E' un album forse meno spontaneo, stravagante dei precedenti, ma è ugualmente un bel lavoro. Ci mostra un altro lato dei Coral, probabilmente una loro evoluzione.
In "Roots And Echoes" non troviamo canzoni brutte, ma alcune senza dubbio spiccano sulle altre. Come la seconda traccia, "Remember Me", accattivante, con un bell'arrangiamento e un ritmo incalzante. O quel gioiellino di "Put The Sun Back", melodica e molto dolce, con un suono che conquista. "Jacqueline" è un'altra gemma di grande valore, spensierata, romantica, serena, con quella bella chitarra acustica e la batteria che imprime il ritmo ma senza essere invadente. Meravigliosa. "In The Rain" è invece veloce, energica, incalzante, mentre nella seguente "Not So Lonely", ballata lenta, sognante, dal sapore acustico, ci si gode un po' di tranquillità e relax. E poi la gioiosa "Cobwebs" e la malinconica "Rebecca You", altra canzone molto ben riuscita.
In sostanza, "Roots And Echoes" è un lavoro maturo, ben bilanciato, che risulta subito piacevole ma che ha bisogno di più ascolti per essere apprezzato appieno, affinché si colgano tutte le sue qualità. Ancora una volta i Coral confermano il loro talento.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Who's Gonna Find Me
  2. Remember Me
  3. Put The Sun Back
  4. Jacqueline
  5. Fireflies
  6. In The Rain
  7. Not So Lonely
  8. Cobwebs
  9. Rebecca You
  10. She's Got A Reason
  11. Music At Night

Potete ascoltare l'intero album al seguente indirizzo: http://www.columbia.co.uk/listen/the_coral/roots___echoes


Questo è l'indirizzo del MySpace dei Coral dove sono presenti alcune tracce in streaming: http://www.myspace.com/thecoral


Mentre questo è il sito ufficiale della band: http://www.thecoral.co.uk/


Formati nel 2004 ad Amburgo, i Digitalism sono un duo electro composto da Jens "Jence" Moelle e Ismail "Isi" Tufekci. "Idealism" è il titolo del loro album d'esordio. Non il loro primo lavoro, per la verità. I due hanno alle spalle già diversi singoli (inclusi in questo disco) e molti remix per artisti quali Tom Vek, The Futureheads, Daft Punk, Tiga, Klaxons, White Stripes, Depeche Mode ed altri. La loro musica è sì elettronica, con elementi techno house di gusto francese, ma suona anche rock, soprattutto in alcune tracce. Diverse le influenze riscontrabili, principalmente i Daft Punk, ma anche New Order, Soulwax, Motorbass. Eppure i Digitalism sanno aggiungere dell'altro, sanno andare oltre, non si limitano ad appoggiarsi passivamente a certi modelli. Così "Idealism" è un album originale nonostante i riferimenti importanti, e ricco. Non ci sono riempitivi, ogni brano ha la sua ragione di esserci, il suo valore. Ci sono pezzi più rock, come "I Want I Want" o "Pogo", in cui elettronica e rock si mescolano a meraviglia creando energiche melodie che difficilmente vanno via. Soprattutto "Pogo" è una vera gemma. E poi brani come "Magnets", "Moonlight", "The Pulse" o "Echoes", in cui possiamo sentire chiaramente elementi che riportano ai grandi Daft Punk. Non si possono tralasciare le potenti "Zdarlight", "Idealistic", "Home Zone" e "Jupiter Room", quest'ultima particolarmente vigorosa e martellante. Tech house tutta da ballare. Ritmo che entra dentro e trascina, pura energia. E ancora "Digitalism in Cairo", loro riedizione di "Fire in Cairo" dei Cure, e "Apollo Gize", diversa dagli altri brani, più delicata, un po' pop, anche se i beat restano lì a pompare.
"Idealism" è un disco corposo, incisivo, pieno di energia. Smuove qualcosa dentro, coinvolge e fa ballare. Soprattutto se si alza il volume.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Magnets
  2. Zdarlight
  3. I Want I Want
  4. Idealistic
  5. Digitalism In Cairo
  6. Departure From Cairo
  7. Pogo
  8. Moonlight
  9. Anything New
  10. The Pulse
  11. Home Zone
  12. Apollo-Gize Final Mix
  13. Jupiter Approach
  14. Jupiter Room
  15. Echoes

Al seguente indirizzo è possibile ascoltare delle anteprime di tutte le tracce: link


Sul MySpace dei Digitalism sono disponibili alcuni brani da ascoltare in streaming: http://www.myspace.com/digitalism


Mentre questo è il sito ufficiale del duo: http://www.thedigitalism.com/


I Velvet Hearts vengono dal Regno Unito e sono una delle più promettenti band venute fuori nel 2007. Grazie a YouTube e al passaparola stanno aumentando sempre di più la loro popolarità, sebbene ancora non abbiamo un contratto con una casa discografica. Ma chiunque ascolti la loro musica o assista alle loro esibizioni dal vivo può rendersi conto che sicuramente non passerà molto tempo prima che qualcuno proponga loro un contratto.
I componenti della band sono: John James Newman (chitarra acustica, cantante e coautore dei testi), Stevie Jones (tastiere e sax, coautore dei testi), Lydia Cascarino-Close (basso), Jamie Bruce (seconda voce), Quest Quinton (chitarra), Ollie-Richmond Jones (batteria). La loro musica è un rock acustico pieno di energia, che nelle esibizioni dal vivo ha una tale carica trascinante che è pressoché impossibile non farsi coinvolgere. Non mancano le ballate di qualità, le canzoni che fanno emozionare. E nel loro primo EP ne troviamo degli ottimi esempi. Il titolo di questo lavoro, uscito in estate, è "Into The World" e in esso sono contenuti cinque brani dei Velvet Hearts, uno più bello dell'altro. Si comincia con la carica di "Heart Is Breaking", piena di forza, per proseguire con la dinamica "So Lonely", entrambe con energici riff di chitarra e una batteria potente e ben presente. Dopo è il turno della title track "Into The World", una ballata lenta e delicata per i primi 2/3 della durata, ma che nella parte finale cambia ritmo e quasi esplode con l'intervento di chitarra elettrica e batteria. A questo punto è il momento di "Serotonin", uno dei miei brani preferiti. Parte delicatamente, con la voce che si fa leggera e il delicato suono del piano. Poi subentrano prima la batteria, potente e vigorosa, e poi la chitarra elettrica e il ritmo si fa più spinto, l'energia cresce e pervade l'ascoltatore che resta ammaliato, viene catturato da quel motivo orecchiabile che non si toglie più dalla testa. Canzone meravigliosa, eccellente. Ma il disco non è ancora finito, c'è ancora un'altra perla. Si tratta di "History Repeating", una ballata lenta e acustica che fa emozionare. Interpretata con sentimento e trasporto con l'accompagnamento di chitarra acustica e pianoforte (tastiera in realtà). Davvero stupenda. Arrivati a questo punto ne vorremmo ancora. Ma purtoppo l'EP finisce qui, anche se i Velvet Hearts mettono a disposizione una ulteriore traccia live, "Mary-Anne" (in cui, tra l'altro, c'è un ottimo assolo di sax di Stevie Jones), da scaricare gratuitamente su Indiestore. E poi non ci resta che ricominciare da capo per deliziarci di nuovo.
Insomma i Velvet Hearts hanno tutte le carte in regola per sfondare: talento musicale, anche nella scrittura dei testi, una bella carica di energia e un'ottima resa dal vivo con esibizioni coinvolgenti. La loro musica è trasverale e può piacere ai ragazzi come a persone più grandi, mantenedo sempre un'alta qualità grazie al grosso impegno di tutti i componenti della band. E l'EP "Into The World" ne è un perfetto esempio. Ascoltare per credere.
Ecco la lista dei brani dell'EP:
  1. Heart Is Breaking
  2. So Lonely
  3. Into The World
  4. Serotonin
  5. History Repeating

Tutto l'EP può essere ascoltato su Indiestore (dove si può acquistare a £2.99): link


Sul MySpace dei Velvet Hearts sono presenti delle canzoni in streaming: http://www.myspace.com/thevelvethearts


Mentre questo è il loro spazio su YouTube, in cui si trovano diversi video: http://www.youtube.com/stevejones7979


I Reverie nascono nel 1996 ad opera di Valerio Vado, compositore e chitarrista milanese. Lo scopo del progetto è la realizzazione di musica attingendo alle radici della musica italiana (rinascimentale e barocca), europea e mediterranea (celtica, folk mediorientale) ed elaborando tali suggestioni attraverso una sensibilità contemporanea. Vengono quindi amalgamate sonorità legate alla tradizione classica e mediterranea (fiati, chitarre, mandolini, violoncello, pianoforte ecc.) e sonorità elettroniche (tastiere, effetti elettronici con l'ausilio di sintetizzatori e sequencer). In due parole, Valerio Vado definisce tutto questo come "folk progressivo".
Dall'inizio della loro attività come gruppo i Reverie hanno autoprodotto tre cd (1998, 2002, 2004), i quali hanno ricevuto recensioni positive sia in Italia che all'estero. Il promo che qui vi presento è un'anticipazione del quarto album, di imminente uscita, dal titolo "Shakespeare, la donna, il sogno".
I Reverie riescono a mescolare sapientemente e con maestria elementi dei diversi stili e generi musicali dai quali attingono creando una miscela musicale attuale e moderna ma, al tempo stesso, con un buon sapore d'antico. Una musica elegante, molto piacevole, godibile da chiunque, dall'intenditore come dall'ascoltatore medio. Il Promo inizia con la gioiosa "Wilson's Wilde", un brano rinascimentale per liuto riarrangiato per 6 strumenti, che con i suoi ritmi e sonorità ci fa immergere nell'atmosfera di un ballo in una corte rinascimentale. "O mistress mine" è una canzone citata da Shakespeare ne "La 12a notte" di cui è rimasta solo la linea vocale, mentre armonizzazione e arrangiamento sono stati completamente riscritti. Qui l'atmosfera si fa più cupa, surreale, quasi magica, e a differenza della canzone precedente vi è la presenza di efficaci suoni elettronici e della bella voce di Fanny Fortunati. Un brano solenne ed emozionante. Fantastico. La seguente "Sonetto 130" è un trionfo melodico grazie alla varietà di strumenti utilizzati e alle loro melodie che si intrecciano una con l'altra con armonia, infondendo serenità e facendo da perfetto substrato e contorno per l'interpretazione della cantante. Il testo è il sonetto 130 di Shakespeare, mentre la musica è stata composta dai Reverie. "Kiam alvenos la Fino", infine, per la varietà di sensazioni che trasmette è come un bel racconto, con i cambi di umore, gli alti e i bassi, la tensione e i momenti più rilassati, il tutto concentrato in 4 minuti e 40 secondi. Il testo è in Esperanto (il titolo vuol dire "Quando verrà la Fine") e nonostante la cupezza del titolo, si tratta di un canto di speranza come sottolineato dalla musica.
Insomma, questo Promo 2007 è davvero un ottimo lavoro che consiglio di ascoltare, meglio se più volte per cogliere i partiolari e le varie sfumature dei brani. Un delizioso assaggio di quello che sarà il prossimo cd dei Reverie.
Ecco la lista dei brani del Promo:
  1. Willson's wilde
  2. O mistress mine
  3. Sonetto 130
  4. Kiam alvenos la Fino

L'intero Promo può essere ascoltato in streaming sul MySpace del gruppo: http://www.myspace.com/reverieweb


Questo è invece il sito ufficiale dei Reverie, dove potete trovare maggiori informazioni: http://www.reverieweb.com/


E questo il loro blog: http://www.bloggers.it/reverie


Dopo vari EP, "Hand Built By Robots" è il primo album di Newton Faulkner, un giovane cantautore inglese di soli 22 anni che recentemente ha supportato in tour Paolo Nutini e James Morrison e sta diventando uno degli artisti preferiti nella comunità di surfisti della Cornovaglia. Studia chitarra dall'età di 15 anni e ha frequentato l'Academy of Contemporary Music di Guifford dove ha avuto tra gli insegnati il chitarrista Eric Roche (colui che ha arrangiato la parte di chiatarra in canzoni come "While My Guitar Gently Weeps" dei Beatles e "Smells Like Teen Spirit" dei Nirvana).
Newton Faulkner, accompagnato principalmente dalla sua chitarra usata anche come strumento da percussione, ci offre del buon folk con elementi di rock leggero e blues. "Hand Built By Robots", con la genuinità data dal buon sapore acustico, è un album caldo, accogliente, anche intimo, ma nello stesso tempo contagioso. Non è per niente monotono e non annoia mai nonostante contenga 17 brani, alcuni dei quali esclusivamente strumentali (come "Sitar-y Thing", nel quale Faulkner si cimenta appunto con il sitar). Una leggera varietà rende più vivo e appassionante questo lavoro, tenendo desto l'interesse per tutta la durata del disco.
Molti bei pezzi in questo "Hand Build By Robots", a partire dallo splendido singolo "Dream Catch Me". Ritmo coinvolgente e melodia molto orecchiabile ne fanno una di quelle canzoni che catturano subito l'attenzione, e si apprezzano sempre più ad ogni ascolto. E poi "All I Got", positiva, serena, molto piacevole, "To The Light", col suo andamento movimentato, e "Gone In The Morning". C'è anche spazio per atmosfere e ritmi più rilassati, in canzoni come "Feels Like Home", in cui la chitarra acustica con una dolce melodia è in evidenza accanto alla voce di Faulkner, "Straight Towards The Sun" e la bellissima "Uncomfortably Slow" che emozionano con la loro malinconia. Ma non si possono dimenticare canzoni come "I Need Something" e la fantastica "People Should Smile More", una delle mie preferite, allegra, ottimista, orecchiabile, e con un consiglio che tutti dovrebbero accogliere: le persone dovrebbero sorridere di più! C'è anche una cover di "Teardrop" dei Massive Attack che, sebbene non sia tra le migliori canzoni dell'album, di certo non sfigura. Infine, per chiudere il disco, Faulkner abbandona la chitarra e sceglie di farsi accompagnare da un pianoforte per la tenera e purtroppo breve "Lullaby". Quasi quasi vien voglia di ricominciare e farsi un altro giro. L'album è brillante, di valore e ascoltarlo è un piacere.
Ecco la lista dei brani del disco:

  1. Intro
  2. To The Light
  3. I Need Something
  4. All I Got
  5. Dream Catch Me
  6. Feels Like Home
  7. Teardrop
  8. Gone In The Morning
  9. Sitar-y Thing
  10. Uncomfortably Slow
  11. Straight Towards The Sun
  12. People Should Smile More
  13. She’s Got The Time
  14. UFO
  15. Face (Her)
  16. Aging Superhero
  17. Lullaby

Al seguente indirizzo potete ascoltare delle anteprime di tutte le tracce del disco: link


Sul MySpace di Newton Faulkner sono presenti alcune canzoni in streaming: http://www.myspace.com/newtonfaulkner


Mentre questo è il suo sito ufficiale: http://www.newtonfaulkner.com/


Si chiamano Bedouin Soundclash, sono canadesi, e "Street Gospels" è il titolo del loro terzo album. A dispetto delle origini, nella loro musica c'è molto reggae, ma non solo. Essa infatti è una fusione di reggae, rock, dub, punk e soul. Generi diversi che i Bedouin Soundclash riescono ad integrare bene uno con l'altro dando come prodotto finale una miscela coinvolgente ed accattivante, con melodie che colpiscono subito e spesso riescono a far presa facilmente sull'ascoltatore, che sia appassionato di reggae o meno. "Street Gospels" ha visto la collaborazione di artisti quali Darryl Jenifer (bassista dei Bad Brains) alla produzione, Money Mark (The Beastie Boys) alle tastiere, Wade MacNeil (Alexisonfire, Black Lungs) e Vernon Buckley (vocalist dei Maytones). In tutto 13 canzoni, molte delle quali con le carte in regola per piacere al grande pubblico. Tant'è che già una delle canzoni, "12:59 Lullaby", fa parte della colonna sonora di Grey's Anatomy. Molti i brani degni di nota, a partire dalla sopra citata "12:59 Lullaby", tenera e delicata, prevalentemente composta da voce e chitarra (molto dolce), con un basso appena accennato. E poi "Walls Fall Down", primo singolo estratto, una di quelle canzoni che restano impresse dopo un solo ascolto, con il suo ritmo coinvolgente e quella malinconica dolcezza. L'affascinante "St. Andrews", che invoglia a seguire il ritmo, e la cantilenata "Bells of 59". E ancora tracce come "Trinco Dog", "Nico on the Night Train" o la conclusiva "Hearts in the Night". Un disco ricco, che piace subito e convince ancor di più ai successivi ascolti. I suoi 42 minuti circa sono sicuramente un'esperienza piacevole.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Until We Burn in the Sun (The Kids Just Want a Love Song)
  2. Walls Fall Down
  3. St. Andrews
  4. Trinco Dog
  5. Hush
  6. Bells of 59
  7. Higher Ground
  8. 12:59 Lullaby
  9. Nico on the Night Train
  10. Gunships
  11. Jealousy and the Get Free
  12. Midnight Rockers
  13. Hearts in the Night

Al seguente indirizzo si possono ascoltare le anteprime di tutte le tracce del disco: link


Sul MySpace dei Bedouin Soundclash sono presenti delle canzoni da ascoltare in streaming: http://www.myspace.com/bedouin


Mentre questo è il sito ufficiale della band: http://www.bedouinsoundclash.com

Simon Aldred è il nome del cantante, o forse è meglio dire cantautore, che si cela dietro lo pseudonimo Cherry Ghost (nome preso da un verso di "Theologians" dei Wilco), diventato piuttosto noto anche nel nostro paese grazie al singolo "People Help The People", in alta rotazione nelle radio da qualche tempo. Aldred viene da Bolton e ha cominciato come solista nel 2005, ma a poco a poco Cherry Ghost è diventato un progetto comprendente un'intera band. "Thirst For Romance" è il nome del primo album del gruppo, uscito all'inizio di settembre e molto apprezzato da critica e pubblico nel Regno Unito. Un disco caldo, pieno, intenso, di un genere che mescola country folk ed indie rock. Maturo nonostante sia un disco d'esordio. Ottimi arrangiamenti, belle melodie, spesso amare, malinconiche, e testi che parlano di persone comuni (di Bolton come di ogni altra parte) e delle loro storie, interpretati con sentimento e passione da Aldred. Tanti i brani notevoli, oltre i due singoli già usciti: la toccante "Mathematics" e la coinvolgente "People Help The People". C'è quella gemma di "4 AM", che trasmette positività, quasi serenità con la sua melodia, e la meravigliosa "False Alarm", che con quei delicati archi, la sua armonia, le percussioni distorte e l'interpretazione di Aldred infonde una sensazione di malinconica felicità, di quella che si prova quando si ricordano dei bei momenti passati. E poi ci sono l'intensità e il sentimento di "Roses" e "Dead Man's Suit", e ancora "Mary On The Mend", una ballata lenta su una storia d'amore dalle prospettive positive per una donna nel giorno del suo matrimonio, dopo tre matrimoni falliti alle spalle. Ma ci sono anche la sostenuta title track "Thirst For Romance" e il rock'n'roll scatenato di "Alfred The Great". Insomma ce n'è di bella roba in questo disco e tutta di eccellente fattura. E' sicuramente un album degno di attenzione, accattivante e molto picevole. Ascoltandolo si arriva alla fine senza neanche accorgersene e vien voglia di risentirlo e goderselo di nuovo.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Thirst For Romance
  2. 4am
  3. Mountain Bird
  4. People Help The People
  5. Roses
  6. Dead Man's Suit
  7. False Alarm
  8. Alfred The Great
  9. Here Come The Romans
  10. Mary On The Mend
  11. Mathematics

Al seguente indirizzo potete ascoltare delle anteprime di tutte le tracce del disco: link


Sul MySpace dei Cherry Ghost sono disponibili alcune canzoni da ascoltare in streaming: http://www.myspace.com/cherryghostband


Mentre questo è il sito ufficiale della band: http://www.cherryghost.co.uk/



Vi riporto un messaggio diffuso da Antonio Sacco (di cui vi ho già parlato a proposito del suo album "The Tribal Sin vol. 04") riguardante una nuova uscita e una lodevole iniziativa. Belle canzoni e, in più, per una buona causa.


Ciao a tutti, ho il piacere di presentarvi il CD di Musica In Ospedale, manifestazione organizzata dalla Associazione Culturale Musikologiamo (www.musikologiamo.it) per portare all'interno degli ospedali l'esecuzione di musica dal vivo.

L'esperienza da cui è nato il CD ha dimostrato come la musica (e la musica dal vivo in particolare) sia di grande supporto per i degenti, permettendo loro di dimenticare il luogo di cura grazie al piacere della musica, che sposta la loro attenzione dalla malattia alla bellezza della vita.

I concerti inoltre, essendo gratuiti e aperti al pubblico, trasformano gli ospedali da centri chiusi a luoghi di incontro, permettendo ai pazienti di tutte le età, e specie se lungodegenti, di socializzare al di là della ristretta cerchia di conoscenze impostagli dalla malattia.

Grazie a Jamendo, oggi abbiamo il piacere di condividere una parte di questa straordinaria esperienza con la sua vasta Comunità di artisti e ascoltatori; se vorrete contribuire con una donazione né saremo felici, in quanto ci aiuterete non solo a portare avanti il progetto di concerti in essere, ma anche ad espanderlo ad un maggior numero di strutture sanitarie e ad avviare una seconda parte del nostro progetto, che prevede la fornitura di strumenti musicali ai reparti ospedalieri, in modo da poter ampliare l'esperienza musicale dei malati (in special modo nei reparti di pediatria).

Buon ascolto


Antonio Sacco


L'intero album può essere ascoltato su questa pagina, utilizzando il lettore che trovate qui sotto:



Seguendo il link sotto potete anche scaricare gratuitamente e legalmente l'album (per scopi non commerciali) e, se volete, supportare l'artista con una donazione:
http://www.jamendo.com/it/album/8534/

Questo è invece il sito di Antonio Sacco: http://www.antoniosacco.com/

"In Perenne Riserva" è il titolo dell'album d'esordio di Io, Carlo, al secolo Carlo Fath, nato in Germania da padre tedesco e madre inglese ma presto trasferitosi in Italia. Dopo alcuni anni in cui ha svolto il ruolo di produttore, collaborando dal 2002 anche con l'etichetta indipendente Motivo, Carlo ha deciso di provare a cantare, suonare e produrre le sue canzoni. E noi non possiamo esimerci dal ringraziarlo per questa sua scelta, perché ci ha regalato un album di una bellezza non comune, davvero lovedole.
In totale undici tracce, 37 minuti circa di ottimo pop elettronico. Canzoni semplici ma mai banali, anzi di grande effetto. Originali e al contempo ricche di richiami musicali anche importanti (De Andrè, Battiato). Si capisce subito che Io, Carlo di musica deve averne ascoltata tanta nei suoi 36 anni. In più c'è una grande attenzione per i testi che spesso parlano di argomenti importanti ma in maniera semplice, anche divertente. Le canzoni sono tutte ottime, ognuna ha un qualcosa che la rende unica e insieme formano un gruppo omogeneo e coerente.
"In Perenne Riserva" inizia nel migliore dei modi con "Danziamo", un meraviglioso valzer con un testo che parla del voler essere quello che in realtà non si è. Irresistibile, vien voglia di ballare e cantare. "Extrasistole" ha uno stile diverso: un parlato cadenzato su un tappeto di beat e suoni elettronici e una parte strumentale che fa quasi da ritornello. Un'altra gemma del disco è "L'Ego", che tratta il tema del consumismo. Un brano spensierato, divertente, non si dimentica con facilità. "L'Ennesima Nota" ci rimanda musicalmente a De Andrè. Leggermente malinconica, dolce, con un bel messaggio rivolto ai potenti del mondo. "L'uomo occidentale" è un concentrato di richiami musicali: Battiato, il motivo di Matrix (il film) e quello di "Narcotic" dei Liquido. Altra bella traccia è "Per Caso", con la sua frase: "Quante cose si fanno per caso, le cose migliori non hanno un perché. Quante cose si fanno per caso, le cose più belle si fanno da sé". Una piccola grande verità. "Mamma E Papà" è un altro gioiello splendente di questo disco. Scanzonato ma con un testo pieno di verità, con le sue considerazioni sul mondo di oggi. E' un brano che resta in testa, da canticchiare allegramente. Impossibile tralasciare la bellezza di "Però": dolcezza, un pizzico di malinconia, una melodia semplice e pulita. Incantevole. E infine "Personaggi Illustri", quanto mai attuale nel tema trattato: i personaggi famosi, la loro pseudo-superiorità, il sentirsi artisti quando in realtà non lo sono. In più il pianoforte, i fiati, la chitarra acustica arricchiscono la canzone e creano una bella atmosfera, molto piacevole.
Per concludere, "In Perenne Riserva" è un disco eccezionale, uno di quegli album che danno assuefazione. Per me è stato amore a primo ascolto, e non mi stufo si risentirlo. Una ventata di aria fresca.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Danziamo
  2. Extrasistole
  3. L'ego
  4. Uomo dello spazio
  5. L'ennesima nota
  6. L'uomo occidentale
  7. Per caso
  8. Non riesco +
  9. Mamma e papà
  10. Però
  11. Personaggi illustri

Al seguente indirizzo è possibile ascoltare delle anteprime (30'') di tutte le canzoni: link


Sul MySpace di Io, Carlo è disponibile l'intero disco in streaming: http://www.myspace.com/iocarlo

E' uscito all'inizio di settembre in UK il nuovo album dei londinesi Athlete dal titolo "Beyond The Neighbourhood". Undici nuove canzoni che segnano un ulteriore passo avanti nel percorso musicale del gruppo. E' un lavoro molto interessante, più sperimentale e riflessivo, con un suono organico e ricercato. L'indie rock va a braccetto con l'elettronica sapientemente usata, ma strizza anche l'occhio al pop, senza esagerare. Il risultato è eccellente. Nella voce del cantante c'è insita una certa malinconia, anche quando la melodia al contorno o comunque il messaggio sono positivi. Ma questa non è affatto una nota negativa, anzi forse proprio in un contesto simile la voce di Joel Pott lavora ancora meglio. Ed è un piacere ascoltarla.
Per aprire l'album gli Athlete hanno scelto un gran bel pezzo elettronico, esclusivamente strumentale: “In Between 2 States”, che ci dà un assaggio della qualità del disco e della bravura della band. “Hurricane”, primo singolo estratto, è un brano molto adatto alla radio e al grande pubblico. Riff di chitarra, un motivo orecchiabile e trascinante e un messaggio positivo. Bellissimo il ritornello di "Tokio", ma tutta la canzone vale. “The Outsiders” è invece più lento dei brani prima menzionati, ha un suono seducente, leggermente triste, quasi ipnotico. “Flying Over Bus Stops” è, secondo me, un gioiello: suoni elettronici, un ritmo tranquillo, la voce di Pott che si armonizza con un coro femminile molto leggero, una dose di emozione. E' un brano che colpisce. “Second hand stores” è un'altra traccia di indubbio rilievo: "sporchi" suoni elettronici, chitarre, un piano che in certi momenti si intrufola, la splendida interpretazione di Pott, un ritmo coinvolgente. Tutti ottimi ingredienti e ben miscelati. "It's Not Your Fault" e "In The Library" sono entrambi molto piacevoli, ma è alla fine del disco che gli Athlete ci stupiscono ancora con altre tre belle tracce per certi versi diverse dalle precedenti. I brani in questione sono “Best Not To Think About”, ispirata all'11 settembre, "09.05 Speyside", che a me trasmette una punta di gradevole malinconia, e infine "This Is What I Sound Like". Tutte e tre ben interpretate e in grado di emozionare l'ascoltatore.
Insomma gli Athlete hanno fatto un bel passo avanti, creando un album più ricco, corposo, con una dose di sperimentazione, mantenendo però il loro sound distintivo. Un disco da ascoltare, difficile rimanerne delusi.
Ecco la lista dei brani dell'album:

  1. In Between Two States

  2. Hurricane

  3. Tokyo

  4. Airport Disco

  5. It's Not Your Fault

  6. The Outsider

  7. Flying Over Bus Stops

  8. Second Hand Stores

  9. In the Library

  10. Best Not to Think About It

  11. This Is What I Sound Like

Al seguente indirizzo potete ascoltare delle anteprime di tutte le tracce del disco: link


Nel MySpace della band sono disponibili alcune canzoni da ascoltare in streaming: http://www.myspace.com/athlete


Mentre questo è il sito ufficiale degli Athlete, in cui sono presenti lunghe anteprime (più di un minuto) di diversi brani: http://www.athlete.mu/

Dopo soli 18 mesi dal suo ultimo album, "Both Sides of the Gun", Ben Harper torna con un nuovo lavoro dal titolo: "Lifeline". Il disco questa volta è stato inciso in uno studio di Parigi al termine di una lunga tournée che ha visto il cantante impegnato insieme al suo gruppo, gli Innocent Criminals. In pochi giorni sono state registrate tutte le undici canzoni, in presa diretta e in analogico per ottenere un suono simile a quello dal vivo. "Lifeline" è un disco più morbido e rilassato rispetto al precedente, meno arrabbiato, perché come lo stesso Ben afferma: "Ogni tanto bisogna allentare la tensione". Aggiungendo però: "Questo non vuol dire scrivere cose poco intelligenti".
Anche in questo disco Ben Harper, partendo dal blues, riesce a far confluire influenze differenti: blues, gospel, country rock ed anche reggae. In un unico album egli unisce tutte le diverse reazioni che la musica può provocare a lui, come a noi: "a volte i brani sono come una carezza, altre come un pugno nello stomaco", per citare le sue stesse parole. Così in "Lifeline" troviamo canzoni come "In The Colors", che unisce il soul ad un tempo reggae, la coinvolgente "Fool for a Lonesome Train" con quel suo sapore country, o l'allegra "Say You Will", che mescola richiami anni '70 alla musica gospel: difficile non farsi prendere dal ritmo. Stessa presa e ritmo simile anche per "Put It On Me", che aggiunge ancora più blues. Divertente. E ancora abbiamo dei veri gioielli come la splendida "Fight Outta You", in cui la chitarra acustica di Ben fa da apripista per il resto della band: un suono profondo, suadente, e un testo edificante, pieno di determinazione e speranza. O "Paris Sunrise #7", esclusivamente strumentale, un lungo, dolce assolo di chitarra opera dello stesso Harper che infonde serenità, e le bellissime "Having Wings" e "Lifeline", quest'ultima acustica, solo chitarra e voce, particolarmente emozionante.
Anche stavolta Ben Harper ha colpito nel segno, realizzando un altro album degno della sua fama. Forse sono necessari più ascolti, soprattutto per alcune canzoni, ma il disco è ottimo. Un lavoro elegante, da ascoltare per ricordarsi il potere e la bellezza della semplicità.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Fight Outta You
  2. In The Colors
  3. Fool for a Lonesome Train
  4. Needed You Tonight
  5. Having Wings
  6. Say You Will
  7. Younger Than Today
  8. Put It On Me
  9. Heart Of Matters
  10. Paris Sunrise #7
  11. Lifeline

Al seguente indirizzo potete ascoltare delle anteprime di tutte le tracce del disco: link


Nel MySpace di Ben Harper si possono ascoltare alcune canzoni in streaming: http://www.myspace.com/benharper


Mentre questo è il sito ufficiale del cantante: http://www.benharper.net/

Amy Macdonald è una giovane cantautrice di Glasgow di appena 20 anni e "This Is The Life" è il suo primo album, uscito alla fine di luglio. Fermandosi qui in molti probabilmente potrebbero immaginare un disco pieno di canzoni dal carattere molto pop su argomenti quali i ragazzi, le feste e così via. Chi immaginerebbe mai di trovare dei brani come quelli che in realtà sono contenuti in "This Is The Life"? Pochi, credo. Già, perché Amy Macdonald ha sì 20 anni ma ha talento da vendere. Dotata di una voce chiara e potente e di un'ottima capacità di scrittura (scrive canzoni da quando aveva 12 anni) è stata capace di creare un gran bel disco dal sapore folk pieno di splendide gemme musicali. I suoi testi sono basati su problemi e situazioni della vita reale e i vari brani possiedono una forza, un'energia a cui è difficile resistere. Ascoltandola vengono in mente paragoni con KT Tunstall o, in misura minore, Dolores O'Riordan di cui Amy Mcdonald si dimostra all'altezza, considerando anche la sua giovane età rispetto all'esperienza delle due artiste citate.
La maturità musicale di Amy è evidente già dall'ascolto della prima traccia del disco, "Mr Rock & Roll", un brano positivo dal ritmo trascinante che fa subito muovere la testa o battere i piedi. Caratteristica, questa, che ritroviamo anche nella seguente "This Is The Life" ma rintracciabile in tutto l'album. In "Poison Prince" Amy parla di certi 'cattivi ragazzi', come il famoso Pete Doherty, spesso tanto osannati e oggetto di idolatria, muovendo una critica a questo tipo di personaggi. Quel motivo orecchiabile, quell'energia e il ritornello contagioso riescono a conquistare subito l'ascoltatore. "Youth Of Today", in cui si parla del costante scontro di opinioni tra giovani e adulti, è più lenta delle precedenti ma comunque d'effetto. Però ancor più bella è la traccia seguente, "Run", soprattutto per quel ritornello dolce ed emozionante. Un altro gioiellino è "Let's Start A Band", dove Amy dà sfogo alle sue emozioni e parla del suo sogno di essere una cantante. A condire questa traccia l'intervento dei fiati a inizio e fine e nell'ultima parte di una voce femminile in secondo piano, che contribuiscono senza dubbio a rendere questa canzone una meraviglia. E come si può resistere alla gioiosa "Barrowland Ballroom"? Barrowland Ballroom è il più grande luogo per concerti di Glasgow, uno di quei posti in cui molti musicisti sognano di suonare. Tra questi evidentemente c'è anche Amy Macdonald che canta appunto: "I wish that I was on the stage", e riesce a trasmettere con questa canzone l'atmosfera che si respira in un luogo come quello. Notevoli sono anche "L.A." e "A Wish For Something More" che risultano fresche e molto piacevoli. Nel brano dal sapore downtempo "Footballer's Wife" Amy attacca certe pseudo-celebrità tipiche della società di oggi, come le mogli di campioni dello sport, che appaiono spesso sui tabloid e si ritengono delle star senza però aver fatto alcunché per essere considerate tali. Il disco si conclude con "The Road To Home", brano riflessivo, emozionale, molto dolce, con cui Amy esprime l'orgoglio per le sue radici. Orgoglio messo in rilievo più avanti con l'inserimento come bonus track della sua versione di Caledonia con tanto di cornamuse sul finale, molto suggestivo.
"This Is The Life" è un album di eccellente qualità, pregevole e coinvolgente, in cui le belle canzoni abbondano. E' infatti impresa ardua scegliere solo poche di queste, le migliori, in rappresentanza del disco. E' un disco che deve essere ascoltato per intero, sarà sicuramente un piacevole viaggio musicale. Se queste sono le premesse, sentiremo parlare di Amy Macdonald in futuro.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Mr Rock & Roll
  2. This Is the Life
  3. Poison Prince
  4. Youth of Today
  5. Run
  6. Let's Start a Band
  7. Barrowland Ballroom
  8. L.A.
  9. Wish for Something More
  10. Footballer's Wife
  11. Road to Home

Al seguente indirizzo potete ascoltare delle brevi anteprime delle varie tracce: link


Sul MySpace di Amy Macdonald sono disponibili alcuni brani da ascoltare in streaming: http://www.myspace.com/amymacdonald


Questo invece è il sito ufficiale dell'artista: http://www.amymacdonald.co.uk/


I testi di tutte le canzoni li trovate a questo indirizzo: http://lyricwiki.org/Amy_MacDonald:This_Is_The_Life_(2007)

"Poison Kiss" è il titolo dell'album di debutto dei Last Goodnight, uscito il 28 agosto. In realtà la band aveva una precedente carriera con il nome di Renata (il gruppo si è formato quando i suoi componenti frequentavano il liceo) con alcuni album all'attivo, ma dopo essere passati alla Virgin Records alla fine del 2006 i Renata hanno cambiato nome in The Last Goodnight.
Già abbiamo avuto modo di ascoltare il primo singolo, "Pictures of You", brano emotivamente coinvolgente che senza dubbio è un'ottima presentazione per il disco, che si dimostra all'altezza di tale canzone. In "Poison Kiss" il tema predominante è quello dei sentimenti, delle emozioni, degli affetti, presentati in una veste pop-rock. Però i temi trattati non devono indurre a pensare che questo sia un disco troppo smielato che alla lunga può annoiare. I brani sono trascinanti, orecchiabili, molto piacevoli e con la giusta dose di energia. In alcuni momenti si possono intravedere delle somiglianze con i Maroon 5 (soprattutto quelli dell'ultimo disco), ma è solo una delle tante ispirazioni.
I Last Goodnight riescono a mescolare bene riferimenti al rock classico con sonorità più moderne, la dolcezza del piano con l'energia del rock riuscendo a rendere "Poison Kiss" al contempo dinamico, profondo e coinvolgente. Ne sono chiari esempi, oltre "Pictures of You", canzoni come: "Poison Kiss", "One Trust", "If I Talk To God” o le bellissime "In Your Arms" e "Incomplete". Comunque tutto il disco fluisce piacevolmente e si fa apprezzare, soprattutto ai successivi ascolti.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Poison Kiss
  2. Back Where We Belong
  3. Pictures Of You
  4. Stay Beautiful
  5. This Is The Sound
  6. One Trust
  7. Return To Me
  8. Good Love
  9. If I Talk To God
  10. Push Me Away
  11. In Your Arms
  12. Incomplete

Nella sezione Audio del sito dei Last Goodnight è possibile ascoltare tutto il disco. Eccone l'indirizzo: http://www.thelastgoodnight.net/audio.aspx


Mentre sul MySpace della band sono disponibili alcuni brani da ascoltare in streaming: http://www.myspace.com/thelastgoodnight

"It's Not How Far You Fall, It's The Way You Land" è il secondo album degli inglesi Soulsavers, uscito ormai da alcuni mesi. In esso Ian Glover e Rich Machin hanno collaborato con l'americano Mark Lanegan, il quale non ha solamente prestato la voce in ben otto dei dieci brani del disco ma in molti di questi ha anche scritto i testi e curato gli arrangiamenti.
Il genere che i Soulsavers ci propongono in questo lavoro è il trip-hop, come nel precedente disco, ma non si ferma a qui. Infatti partendo da esso, elemento predominante, va ad incontrarsi con elettronica, gospel, rock, country, blues. Il risultato è un disco avvolgente, caldo, a tratti sporco e graffiante, anche emozionante, intimista. Di certo Lanegan può prendersi una grossa parte di merito, con la sua voce profonda, che sa adattarsi alle diverse atmosfere riuscendo così a colpire e conquistare l'ascoltatore. D'altro canto i due Soulsavers creano la giusta base su cui la bravura di Lanegan trova terreno fertile.
"Revival" è la traccia che apre il disco. In essa trip-hop e gospel si mescolano alla perfezione e la voce di Lanegan sa essere calda e lucente. Una canzone che si scolpisce nella mente e ritorna a far compagnia anche dopo aver ascoltato il disco. Altro pezzo interessante è "Paper Money", in cui sono ancora presenti i cori femminili ad accompagnare, ma c'è più tensione, sensualità, un'atmosfera più cupa. Vi sono anche due pezzi strumentali: "Ask The Dust" e "Arizona Bay". Il secondo è, credo, il più bello. Ti avvolge, ti entra dentro facendoti sprofondare in un abisso interiore, ma senza strattoni o movimenti repentini. Stupendo. E poi numerose cover e rivisitazioni: "Kingdoms Of Rain", tratta da "Whiskey For The Holy Ghost" dello stesso Lanegan, "Through My Sails" di Neil Young, dolce, delicata, costruita sul contrasto di voci tra le tonalità basse di Lanegan e la leggerezza di Will Oldham. O ancora "No Expectations" dei Rolling Stones, in cui dominano il piano e la voce dell'americano che poi lascia il posto ad un finale esclusivamente strumentale elettronico, e la magnifica "Spiritual" degli Spain, delicata e celestiale nella sua semplice invocazione: "Jesus, I don't want to die alone".
"It's Not How Far You Fall, It's The Way You Land" è un disco cupo, spesso rude (anche se sa essere dolce quando serve), ma che ti avvolge in una coperta calda, ti riempie di piacere e sa anche emozionarti.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Revival
  2. Ghosts Of You And Me
  3. Paper Money
  4. Ask The Dust
  5. Spiritual
  6. Kingdoms Of Rain
  7. Through My Sails
  8. Arizona Bay
  9. Jesus Of Nothing
  10. No Expectations
Al seguente indirizzo potete ascoltare tutti i brani del disco: http://it.v2music.com/site/product.asp?ID=2767

E' disponibile anche il MySpace della band, con alcuni brani in streaming: http://www.myspace.com/soulsavers

Mentre questo è il sito ufficiale dei Soulsavers: http://www.thesoulsavers.com/intro.php
E' "Challengers" il titolo del nuovo album, il quarto, dei New Pornographers. La band di Vancouver ritorna per la gioia dei numerosi fan con questo lavoro che certamente non delude le aspettative. Il genere è sempre quello, ispirato al power pop ma sicuramente personale, data l'esperienza del gruppo. Forse rispetto ai dischi precedenti questo è un po' più lento, meno esplosivo, ma di certo non annoia né stanca. Conquista già dalla prima traccia, "My Rights Versus Yours", con semplicità, prima delicatamente e poi con il giusto ritmo, mai troppo incalzante eppure incisivo. Ma siamo solo all'inizio. "My Rights Versus Yours" ci accompagna verso i successivi tre brani che insieme compongono una bella sequenza di meravigliosi momenti pop, ciascuno con le proprie peculiarità. La tre tracce in questione sono: “All The Old Showstoppers”, “Challengers” e “Myriad Harbour”. Tutte e tre coinvolgenti, affascinanti, molto orecchiabili. Non sono però gli unici bei momenti del disco. Come non citare ad esempio l'allegra e divertente "All The Things That Go to Make Heaven and Earth", "Failsafe" o la meravigliosa "Adventures in Solitude", bella nella sua semplicità oltre che nella melodia, e con un tocco di emozione che fa anche bene.
Insomma un bel disco, fresco, pulito, molto piacevole. I New Pornographers non fanno passi falsi, non hanno cadute di stile neanche in questo "Challengers" e ci regalano altri cinquantadue minuti circa di un elegante pop che fa la sua bella figura.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. My Rights Versus Yours
  2. All the Old Showstoppers
  3. Challengers
  4. Myriad Harbour
  5. All the Things That Go to Make Heaven and Earth
  6. Failsafe
  7. Unguided
  8. Entering White Cecilia
  9. Go Places
  10. Mutiny, I Promise You
  11. Adventures in Solitude
  12. The Spirit of Giving

Al seguente indirizzo potete ascoltare delle anteprime di tutte le canzoni: link


Sul MySpace della band sono disponibili alcuni brani da ascoltare in streaming: http://www.myspace.com/thenewpornographers


Mentre questo è il sito ufficiale dei New Pornographers: http://www.thenewpornographers.com/

"Kapitulation" è l'ultimo album dei Tocotronic, band tedesca (di Amburgo) quasi sconosciuta in Italia ma che in Germania dal 1993 ad oggi ha parecchio influenzato la scena indie, ispirando molti gruppi musicali. Le loro canzoni sono un tipico esempio di come la musica possa fare a meno della comprensione del testo (importante anch'esso naturalmente) per riuscire a conquistare e trasmettere emozioni. Essi suonano alternative rock, mescolando al punk-rock una vena di pop melodico (soprattutto in alcune canzoni) e un po' di elettronica. Nonostante i testi siano tutti in tedesco (lingua sinonimo di durezza, per molti) in "Kapitulation" troviamo diversi brani caratterizzati da una dolce atmosfera in cui la lungua esprime la sua musicalità e ben si amalgama con le tenere melodie. E così ad esempio abbiamo la stupenda "Kapitulation", una delle mie preferite, o ancora "Verschwör dich gegen dich", "Wehrlos", "Imitationen", una più bella dell'altra. Splendide anche "Harmonie ist eine Strategie" o "Mein Ruin", quest'ultima dal suono più duro e il ritmo più incalzante rispetto alla precedente ma entrambe estremamaente trascinanti ed orecchiabili. Non solo dolcezza quindi, ma anche ritmi sostenuti e maggiore durezza, come in "Aus Meiner Festung", "Wir sind viele" e "Dein geheimer Name" (che inganna iniziando in maniera tranquilla per poi crescere pian piano). Il culmine si raggiunge in "Sag alles Ab", in cui la batteria picchia duro, le chitarre elettriche si danno parecchio da fare e anche la voce del cantante diventa più aspra. La presa si allenta di nuovo con "Luft" in vista dell'esplosione finale. "Explosion" è infatti l'ultimo brano. Inizia piano, con una chitarra, pochi altri suoni, alcune distorsioni; si aggiunge poi la voce e subito la batteria a somministrare una bella dose di "rumore" fino alla conclusione.
In tutto 12 brani di ottimo livello in cui i Tocotronic dimostrano la loro capacità di far buona musica e di creare canzoni trascinanti che spesso entrano con facilità nella testa dell'ascoltatore, il quale non può fare a meno di canticchiare i vari motivi. Non fatevi spaventare dal tedesco, potrete restare piacevolmente sorpresi e soddisfatti ascoltando questo disco.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Mein Ruin
  2. Kapitulation
  3. Aus Meiner Festung
  4. Verschwör dich gegen dich
  5. Wir sind viele
  6. Harmonie ist eine Strategie
  7. Imitationen
  8. Wehrlos
  9. Dein geheimer Name
  10. Sag alles Ab
  11. Luft
  12. Explosion

Al seguente indirizzo potete ascoltare delle anteprime di 90 secondi di tutte le tracce: http://www.vertigo.fm/_specials/tocotronic/listening/


Questo è il MySpace della band: http://www.myspace.com/tocotronic


Mentre questo è il loro sito ufficiale: http://www.tocotronic.de/

 
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