Nik Comoglio - Acqueforti

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La capacità di trasmettere emozioni, di ogni tipo, è una delle principali caratteristiche della buona musica. Certo poi ci sono i vari abbellimenti stilistici, la tecnica, la capacità di mettere insieme le varie parti per dare vita ad un qualcosa di coerente ed efficace; ma se poi le emozioni non arrivano, non si è concluso nulla: è stato solo un esercizio di stile fine a se stesso. Tutto questo è forse ancor più vero nella musica classica, una musica senza parole ma carica di significati. Ed è proprio nell'alveo della musica classica che si colloca il nuovo lavoro, intitolato "Acqueforti", del compositore torinese Nik Comoglio, seppur con rivisitazioni e riletture in chiave moderna. È un disco, questo, che potrebbe benissimo fare da colonna sonora ad un bel film, date le immagini che evoca, le emozioni che suscita ascoltandolo. Come tutti (o per lo meno molti) i dischi di musica classica ha bisogno di essere ascoltato più volte per comprenderne i significati, coglierne le diverse sfaccettature, perché ogni volta si percepisce un nuovo particolare e nello stesso tempo si acquisisce una migliore visione d'insieme comprendendo il senso profondo. Ma è così bello perdersi tra le note, lasciarsi guidare da esse verso luoghi e tempi vicini e lontani.
"Acqueforti" è diviso in tre sezioni principali: dapprima "Cedrus Libani", trio da camera con violino, violoncello e pianoforte; poi tre movimenti per violoncello ed orchestra; infine uno Stabat Mater su testo di Dario Fo (tratto da "Mistero Buffo") per soprano, voce leggera, voci recitanti, orchestra e quintetto jazz. Ognuna di queste parti è poi suddivisa ulteriormente.
"Cedrus Libani", con le sue variazioni di ritmo, la levità opposta dialetticamente alla forza espressiva, all'energia, dà la sensazione del vento che attraversa un albero scuotendolo dolcemente, ma anche una visione degli anni, delle vicende umane viste dall'alto, con "saggezza", dal grande albero. Da qui ci si muove senza salti improvvisi lungo le successive parti, tra emozioni e suggestioni, con un contatto sempre vivo e forte con la natura e le sue bellezze. Così si passa da "Primavera dei Tirreni", un efficace ritratto impressionista — in note — di questo nostro Mediterraneo e dei suoi meravigliosi luoghi a noi tanto familiari. Per poi proseguire con "Roue de Fortune" ed i suoi guizzi, e dopo con "Canto della Natura" e la sua tensione emotiva, le sue struggenti note. Infine il disco si chiude con "Maria alla Croce", l'unica parte di "Acqueforti" che possiede un testo, un omaggio all'opera teatrale "Mistero Buffo" di Dario Fo. È un pezzo molto emozionante, col dialogo reso in musica tra Gesù e Maria sotto la croce. La figura di questa Madre addolorata, e arrabbiata, davanti al Figlio ucciso in questo modo, e poi l'invocazione all'Arcangelo Gabriele, con i cori, le voci e la splendida musica a dare sostegno e maggiore forza e carica emotiva al tutto. Un pezzo superbo, da brividi.
"Acqueforti" è proprio un disco di valore, di quelli che lasciano qualcosa nell'ascoltatore. Inoltre si avvale di professionisti giovani ma affermati e ispirati come Umberto Clerici, che dona al violoncello molteplici colori; Didie Caria e Chiara Taigi, quest'ultima nella difficile e suggestiva interpretazione di Maria. E poi c'è la partecipazione dell'Orchestra Filarmonica di Torino, diretta dal Maestro Luciano Condina, e il Trio di Torino (Lamberto, Clerici, Fuga). Insomma, un disco da ascoltare, molto piacevole, in cui Nik Comoglio dà prova del suo talento e della sua capacità compositiva.
Questa la lista dei brani:
  1. Cedrus Libani
  2. Primavera dei Tirreni
  3. La Roue de Fortune
  4. Canto della Natura
  5. Maria alla Croce
  6. Gabriel
Questo il sito ufficiale di Nik Comoglio: www.nikcomoglio.it

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