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"Popular Games" è il titolo dell'ultimo disco del polistrumentista e compositore Max Fuschetto. Dodici brani che si muovono tra diversi generi, tra l'"antico" e il "moderno", tra musica colta e musica popolare. Le note di diversi strumenti (oboe, fiati, contrabbasso, violoncello, pianoforte...) si mescolano alle voci che in alcuni brani intervengono, con l'ausilio anche dell'elettronica.
Nel complesso l'album è piacevole, rilassante, c'è una certa continuità tra le diverse tracce senza però cadere nella monotonia. Particolari le due canzoni "Valle Valle" e "Portami Con Te", cantate in Arbëreshë, la lingua della comunità italo-albanese. Bello l'inizio del disco, malinconico nei primi due brani per poi aprirsi un po' alla gioia in "Yee Moon Ye Lo Reprise". Emozionante "Bianco Su Nero" con quella deliziosa melodia al piano.
"Popular Games" è un disco elegante, raffinato, in parte anche evocativo. Non sempre convince appieno, ma nel complesso è un buon lavoro.
Questa la lista dei brani dell'album:
  1. A Sud Delle nuvole
  2. Yee Moon Ye Lo
  3. Yee Moon Ye Lo Reprise
  4. Valle Valle
  5. Frase rem
  6. Bianco Su Nero
  7. Portami Con Te
  8. Canzone Del Nord
  9. Beat Of Blue
  10. Harsh Voices
  11. Saltarello
  12. Bill’s Mood


Quarzomadera - OrbiteQuarzomadera è il nome di una band monzese attiva dal 2000 e composta da Davide Sar e Tony Centorrino. Dopo il mini-cd "Lunica" (2003) e l'album "Cardio & Psiche", a fine 2009 il duo ha pubblicato il nuovo disco "Orbite". Undici brani di buon rock italiano, con elementi di psichedelia, qualcosa anche del grunge e, in molti brani, la facilità di ascolto e l'orecchiabilità del pop. Pezzi che in diversi casi catturano l'attenzione fin dal primo ascolto, tra melodie accattivanti, un cantato piacevole, delle basi efficaci e mai prepotenti e dei testi che trattano temi vari, dai rapporti interpersonali alle emozioni a tematiche sociali.
Il disco si apre subito bene con "Tv ipnosi", brano che tratta il tema dell'alienazione a cui portano certi programmi televisivi. Molto orecchiabile, con un ritornello davvero bello che resta impresso. Muovendosi sullo stesso percorso ritmico si passa al successivo "Agrodolce", altro gran bel pezzo, con le sue chitarre trascinanti ed un cantato che conquista. Si va avanti così, con lievi cambiamenti ma senza grosse sorprese, tra canzoni tutte godibili, pezzi più pacati ed altri energici. "Limbo" si discosta un po' dai brani precedenti: psichedelico, dall'atmosfera quasi surreale, con poco cantato ed una predominanza della componente strumentale. Dal percorso tracciato da "Limbo" parte l'accorata "Dal profondo", per fare poi spazio all'ultima traccia del disco, "Raga del risveglio". Un brano esclusivamente strumentale, con l'utilizzo di strumenti non consueti per certo rock ed una voglia di sperimentazione sonora.
In conclusione posso affermare che questo "Orbite" è un disco riuscito, piacevole da ascoltare, non noioso, con una componente strumentale ben costruita, arrangiamenti curati e melodie accattivanti. Convincente.
Questa la lista dei brani del disco:
  1. Tv ipnosi
  2. Agrodolce
  3. Ironico universo
  4. Eternamente
  5. Vivere per attimi
  6. Al mio cospetto
  7. Etica
  8. Sullo sfondo
  9. Limbo
  10. Dal profondo
  11. Raga del risveglio
L'intero album può essere ascoltato su Deezer.

Mentre questa è la pagina MySpace dei Quarzomadera: www.myspace.com/quarzomadera

Per celebrare un altro anno di musica di qualità l'etichetta indipendente britannica 4AD Records ha deciso di regalare una canzone da ogni disco da essa pubblicato nel 2009. Dodici brani di artisti come Atlas Sound, The Big Pink, Camera Obscura, The National, Deerhunter, Tune-Yards, M.Ward, St. Vincent e altri. Tutto gratis, basta lasciare il proprio indirizzo email ed appare il link per scaricare il file con tutte le tracce.
Potete ascoltare i vari brani direttamente dal lettore qui sotto. In fondo trovate il link per il download.



Questo 2009 sta per finire, eppure continua a regalarci splendide sorprese in ambito musicale. Una delle ultime in ordine temporale è "Sigh No More", disco d'esordio (dopo 3 EP) della band londinese Mumford & Sons. Una miscela di indie-folk e bluegrass che ha attirato su di sé l'attenzione ed i favori della critica e del pubblico. E le ragioni ci sono tutte, dato che il disco è davvero molto bello. Chitarra, percussioni, contrabbasso, banjo, tastiera, tromba costruicono melodie accattivanti, di facile presa, insieme alla voce di Marcus Mumford, calda, appassionata, matura a dispetto della giovane età, che si muove tra individualismo e coralità. Il ritmo è vario, anche all'interno di una stessa canzone, che magari comincia lenta, riflessiva e poi si scatena più avanti facendo venir voglia di muoversi per seguire il tempo. È musica evocativa, emozionante, ed insieme divertente, estremamente coinvolgente, irresistibile quando partono le cavalcate dal sapore bluegrass del banjo. Ogni elemento è calibrato ad arte ed il risultato è da applauso a scena aperta.
All'inizio troviamo subito la title track "Sigh No More" che parte lenta, quasi lamentevole, supportata da un leggero fingerpicking, per poi aprirsi nell'ultima parte in un climax ascendente. La successiva "The Cave", con il suo testo carico di speranza, riflessa anche nella melodia, ci conduce alla malinconica ed emozionante "Winter Winds", dove fa la sua comparsa anche la tromba ad aumentare la carica emotiva. "Roll Away Your Stone" è una trascinante cavalcata bluegrass con banjo e chitarra. C'è poi il romanticismo di "White Blank Page" seguito dall'intimismo di "I Gave You All", brano sommesso, con l'accompagnamento quasi impercettibile della chitarra fino all'apertura della parte finale in cui i toni si alzano, in un grido di rabbia/dolore. A questo punto arriva "Little Lion Man", brano scatenato e pieno di energia, molto "radio friendly"; difficile resistergli, vien subito voglia di muoversi. Non a caso è stato scelto come primo singolo. "Timshel" è un bel pezzo acustico, riflessivo, che ci porta al successivo "Thistle & Weeds", brano dal tono amaro, struggente. Bella "Awake My Soul" con il suo incedere cadenzato che ci conduce, passando per "Dust Bowl Dance", verso la conclusione dell'album affidata al lento "After The Storm": la quiete dopo la tempesta.
Intimo ed allegro allo stesso tempo, emozionante e divertente, questo "Sigh No More" è un disco eccellente. Storie di gioia, amore, dolore, che conquistano chi le ascolta. Testi scritti bene ed una perfetta resa melodica. Da ascoltare.
Questa la lista dei brani del disco:
  1. Sigh No More
  2. The Cave
  3. Winter Winds
  4. Roll Away Your Stone
  5. White Blank Page
  6. I Gave You All
  7. Little Lion Man
  8. Timshel
  9. Thistle & Weeds
  10. Awake My Soul
  11. Dust Bowl Dance
  12. After The Storm
Potete ascoltare le anteprime di tutte le canzoni qui.

Mentre sul MySpace del gruppo sono disponibili alcuni brani da ascoltare in streaming: www.myspace.com/mumfordandsons

Questo il sito ufficiale dei Mumford & Sons: www.mumfordandsons.com
La capacità di trasmettere emozioni, di ogni tipo, è una delle principali caratteristiche della buona musica. Certo poi ci sono i vari abbellimenti stilistici, la tecnica, la capacità di mettere insieme le varie parti per dare vita ad un qualcosa di coerente ed efficace; ma se poi le emozioni non arrivano, non si è concluso nulla: è stato solo un esercizio di stile fine a se stesso. Tutto questo è forse ancor più vero nella musica classica, una musica senza parole ma carica di significati. Ed è proprio nell'alveo della musica classica che si colloca il nuovo lavoro, intitolato "Acqueforti", del compositore torinese Nik Comoglio, seppur con rivisitazioni e riletture in chiave moderna. È un disco, questo, che potrebbe benissimo fare da colonna sonora ad un bel film, date le immagini che evoca, le emozioni che suscita ascoltandolo. Come tutti (o per lo meno molti) i dischi di musica classica ha bisogno di essere ascoltato più volte per comprenderne i significati, coglierne le diverse sfaccettature, perché ogni volta si percepisce un nuovo particolare e nello stesso tempo si acquisisce una migliore visione d'insieme comprendendo il senso profondo. Ma è così bello perdersi tra le note, lasciarsi guidare da esse verso luoghi e tempi vicini e lontani.
"Acqueforti" è diviso in tre sezioni principali: dapprima "Cedrus Libani", trio da camera con violino, violoncello e pianoforte; poi tre movimenti per violoncello ed orchestra; infine uno Stabat Mater su testo di Dario Fo (tratto da "Mistero Buffo") per soprano, voce leggera, voci recitanti, orchestra e quintetto jazz. Ognuna di queste parti è poi suddivisa ulteriormente.
"Cedrus Libani", con le sue variazioni di ritmo, la levità opposta dialetticamente alla forza espressiva, all'energia, dà la sensazione del vento che attraversa un albero scuotendolo dolcemente, ma anche una visione degli anni, delle vicende umane viste dall'alto, con "saggezza", dal grande albero. Da qui ci si muove senza salti improvvisi lungo le successive parti, tra emozioni e suggestioni, con un contatto sempre vivo e forte con la natura e le sue bellezze. Così si passa da "Primavera dei Tirreni", un efficace ritratto impressionista — in note — di questo nostro Mediterraneo e dei suoi meravigliosi luoghi a noi tanto familiari. Per poi proseguire con "Roue de Fortune" ed i suoi guizzi, e dopo con "Canto della Natura" e la sua tensione emotiva, le sue struggenti note. Infine il disco si chiude con "Maria alla Croce", l'unica parte di "Acqueforti" che possiede un testo, un omaggio all'opera teatrale "Mistero Buffo" di Dario Fo. È un pezzo molto emozionante, col dialogo reso in musica tra Gesù e Maria sotto la croce. La figura di questa Madre addolorata, e arrabbiata, davanti al Figlio ucciso in questo modo, e poi l'invocazione all'Arcangelo Gabriele, con i cori, le voci e la splendida musica a dare sostegno e maggiore forza e carica emotiva al tutto. Un pezzo superbo, da brividi.
"Acqueforti" è proprio un disco di valore, di quelli che lasciano qualcosa nell'ascoltatore. Inoltre si avvale di professionisti giovani ma affermati e ispirati come Umberto Clerici, che dona al violoncello molteplici colori; Didie Caria e Chiara Taigi, quest'ultima nella difficile e suggestiva interpretazione di Maria. E poi c'è la partecipazione dell'Orchestra Filarmonica di Torino, diretta dal Maestro Luciano Condina, e il Trio di Torino (Lamberto, Clerici, Fuga). Insomma, un disco da ascoltare, molto piacevole, in cui Nik Comoglio dà prova del suo talento e della sua capacità compositiva.
Questa la lista dei brani:
  1. Cedrus Libani
  2. Primavera dei Tirreni
  3. La Roue de Fortune
  4. Canto della Natura
  5. Maria alla Croce
  6. Gabriel
Questo il sito ufficiale di Nik Comoglio: www.nikcomoglio.it

The Avett Brothers - I and Love and YouSegnatevi questo nome: Avett Brothers; e segnatevi il titolo di questo disco: "I and Love and You". Perché? Beh, semplicemente perché "I and Love and You" è uno dei migliori dischi usciti negli ultimi mesi e gli Avett Brothers i creatori di cotanta bellezza musicale. Per lo meno questa è la mia idea, da appassionato di musica in tutte le sue forme e sfaccettature. Questo album mi ha conquistato, e non mi stufo mai di ascoltarlo.
Gli Avett Brothers sono un gruppo del North Carolina formato dai due fratelli Seth e Scott Avett e dal bassista Bob Crawford, ai quali in tour si aggiunge il violoncellista Joe Kwon. In poco meno di dieci anni di attività la band ha già realizzato un bel po' tra dischi ed EP, nel 2007 grazie all'album "Emotionalism" è stata notata dal famoso produttore Rick Rubin che li ha ingaggiati ed ha prodotto questo loro ultimo lavoro. Come dargli torto, viste le doti del gruppo. È difficile non restare affascinati dalla loro musica, una straordinaria miscela (dinamica e dalle dosi non ben definite) di country-folk, southern rock e bluegrass con influenze persino vagamente punk, per lo meno nello spirito e nell'energia. Le canzoni degli Avett Brothers parlano della loro vita, di amore, famiglia e relazioni. Testi genuini e ben scritti, accompagnati da ritmi e melodie superlativi. Perché sanno coinvolgere, emozionare, divertire. Le canzoni di "I and Love and You" sono tanti piccoli gioielli, possiedono la giusta varietà che non fa mai annoiare pur seguendo un filo conduttore comune dato dallo stile riconoscibile degli Avett e dal tema di fondo del disco, che ruota attorno alle tre parole "I", "Love" e "You" con tutto ciò che questo comporta. Forse quello che manca di più ai fan di lungo corso è il banjo di Scott Avett, che in questo disco fa solo qualche apparizione lasciando al piano, molto presente, il suo posto tra i protagonisti. Ma spero che vorranno perdonare questa "colpa", perché il disco è eccellente lo stesso. Edificante, gioioso pur avendo momenti di riflessione, elegante e di una piacevolezza non comune. In "I and Love and You" troviamo ballate dolci ed aggraziate, come la bella title track o "Ill With Want" o la deliziosa "Laundry Room", che termina in una danza scatenata. Ma ci sono anche i brani più movimentati, per così dire più rock, come "Kick Drum Heart", un pezzo travolgente e perfetto per le radio, o "Slight Figure of Speech", canzone irresistibile che mostra un altro lato della band. E non vogliamo parlare di “Head Full of Doubt, Road Full of Promise”? Un pezzo introspettivo, che fa pensare ed emoziona con le sue armonie, la melodia e l'interpretazione del cantante. E ancora “The Perfect Space”, anch'essa lenta, riflessiva, pur con un momento di apertura in cui l'atmosfera sembra cambiare del tutto e con essa il ritmo.
Insomma, potrei star qui a parlare di ciascun brano perché ognuno ha una sua unicità, un suo fascino. Ma cosa c'è di meglio che andarsi ad ascoltare il disco?! "I and Love and You" è un album che merita davvero, un concentrato di bella musica. Movimentato e insieme profondo, intelligente, intenso. Un disco che può piacere a molti. Lo si spera, perché gli Avett Brothers meritano proprio il successo.
Questa la lista dei brani:
  1. I And Love And You
  2. January Wedding
  3. Head Full Of Doubt, Road Full Of Promise
  4. And It Spread
  5. The Perfect Space
  6. Ten Thousand Words
  7. Kick Drum Heart
  8. Laundry Room
  9. Ill With Want
  10. Tin Man
  11. Slight Figure Of Speech
  12. It Goes On And On
  13. Incomplete And Insecure
Potete ascoltare le anteprime di tutte le canzoni del disco utilizzando il player qui sotto:



Questa la pagina MySpace degli Avett Brothers: http://www.myspace.com/theavettbrothers

Oggi voglio presentarvi un'interessante band italiana che distribuisce la propria musica gratuitamente, sotto licenza creative commons, oltre a pubblicarla su netlabel (a prezzi ottimi). Si tratta dei Confusion Is Next, gruppo alternative rock/grunge formato da quattro ragazzi di Monza. Il loro nuovo album, il terzo, è intitolato "The Generation Of This Order" ed è disponibile sia in versione gratuita con 5 canzoni più una hidden track sia a pagamento in versione digitale in alta qualità con un ulteriore brano e due booklet pdf (con la label tedesca afmusic).
La musica dei Confusion Is Next è energica e abbastanza accessibile nonostante la sua durezza. Approccio lo-fi, testi tutti in inglese, graffianti e potenti riff di chitarra, una batteria che picchia forte ed interessanti linee di basso. I brani di "The Generation Of This Order" sono crudi, potenti, anche "rumorosi", ma al tempo stesso attenti alle melodie, risultando così fruibili da un ampio pubblico. I ritmi mai monotoni e la forza dei diversi pezzi contribuiscono a rendere le canzoni ancor più coinvolgenti, soprattutto dopo un paio di ascolti. Un esempio è il brano di apertura, "Graffiti", un pezzo che cattura subito l'attenzione, alternando momenti che sembrano rilassati ad altri in cui crescono velocità ed intensità, con un ritornello che resta impresso nella mente. "Leaves", invece, è più cupa, travagliata, quasi struggente. Bella anche "Lichens On The Lich Gate", in cui di nuovo assistiamo a cambi di intensità da momenti più lenti, con atmosfere quasi rarefatte ed un senso come di sofferenza interiore, a momenti in cui l'energia cresce portando ad un'esplosione, come un grido di rabbia e dolore, uno sfogo. Comunque tutto il disco si ascolta con piacere e l'atmosfera seppur cupa non rattrista, anzi ha un'energia liberatoria.
Ecco l'elenco dei brani dell'album:
  1. Graffiti
  2. Leaves
  3. Anemones & Elephants
  4. Lichens on the Lich Gate
  5. Logora Worn
  6. Graffiti, Rain Coming Down (bonus disponibile nella versione deluxe a pagamento)
  7. (Hidden Track) Ollè
Potete ascoltare e scaricare la versione gratuita del disco (in MP3 a 192 kbps o OGG a 112 kbps) a questo indirizzo: http://www.af-music.de/en/releases/afm054-confusion-is-next-the-generation-of-this-order/

Questa invece è la pagina MySpace del gruppo: www.myspace.com/confusionisnext

Solo poche parole per descrivere questo disco. Già, perché "When The Devil's Loose", secondo disco di A.A. Bondy — cantante dei Verbena —, è uno di quegli album difficili da descrivere a parole, molto meglio ascoltarli direttamente. Dal punto di vista musicale è semplice folk (con un tocco di blues), ma folk fatto per bene, dove ogni singolo pezzo, ogni nota, ogni accordo, sembra essere al posto giusto. Una voce accattivante, in grado di emozionare, e poi chitarra, basso, una batteria mai invadente e il pianoforte a suonare melodie spesso malinconiche, tristi, ma mai deprimenti. Tutto questo unito alla capacità di Bondy di creare canzoni spirituali, romantiche o politiche senza cadere nella banalità o nella demagogia. E così vengono fuori brani capaci di regalare vere emozioni. Ascoltando le dieci canzoni di "When The Devil's Loose" si viene letteralmente rapiti, ogni pezzo è in grado di evocare immagini, sentimenti, ricordi che ci fanno sentire le canzoni quasi nostre: è come se ci appartenessero, se parlassero di noi, della nostra vita. Pezzi come l'iniziale "Mightiest Of Guns", la title track "When The Devil's Loose" o "I Can See The Pines Are Dancing" sono chiari esempi di quanto detto, piccoli gioielli preziosi che ci fanno dire grazie a Bondy per averli creati. Comunque è tutto il disco ad essere meraviglioso, io ne sono rimasto affascinato al primo ascolto ed è sempre molto piacevole ascoltarlo in tranquillità. Perciò non posso che consigliarvi caldamente di andare ad ascoltare anche voi questa splendida raccolta di canzoni per il cuore e l'anima; se amate la buona musica, ed in particolare il folk, probabilmente ne resterete anche voi affascinati.
Questa la lista dei brani del disco:
  1. When The Devil's Loose
  2. Mightiest of Guns
  3. A Slow Parade
  4. To The Morning
  5. Oh The Vampyre
  6. I Can See The Pines Are Dancing
  7. False River
  8. On The Moon
  9. The Mercy Wheel
  10. The Coal Hits The Fire
Potete ascoltare le anteprime di tutti i brani a questo indirizzo.

Mentre questa è la pagina MySpace di A.A. Bondy: www.myspace.com/aabondy

Si chiama Sliimy, all'anagrafe Yanis Sahraoui, è francese (di Saint-Étienne) ed è stato definito come un incrocio tra Lily Allen, Kate Nash, Prince e Mika. A soli vent'anni sta riscuotendo molto successo in giro per il mondo, spinto dalla popolarità su internet che gli ha permesso di ottenere un contratto con la Warner, per la precisione con la Perezcious Music, nuova etichetta Warner del noto blogger Perez Hilton, che dopo aver sentito la cover di "Womanizer" fatta da Sliimy ha cominciato a spargere la voce in rete accrescendone la sua popolarità. A dire il vero Sliimy è sì francese, ma con una grande passione per la Gran Bretagna, per il suo cibo, la sua musica, la sua cultura ecc. Ed infatti le sue canzoni sono tutte in inglese ed in pieno stile british. Ha un look originale, eccentrico e molto colorato, canta in falsetto (a sentirlo pare quasi una ragazza) e le sue canzoni sono brani pop ironici, dolci e allegri, con un elemento infantile, seppure tra i pezzi del suo primo disco "Paint Your Face" non manchino brani lenti e momenti più scuri, velati di malinconia, con accenni ad argomenti seri — come l'anoressia —. Il disco contiene tredici tracce orecchiabili ed immediate, che subito conquistano l'ascoltatore. Tra le migliori indubbiamente il brano d'apertura "Wake Up", con la sua gioiosità, e poi "Our Generation". "Mum" è un pezzo lento e nostalgico che Sliimy ha dedicato alla madre scomparsa quando lui aveva solo sette anni (chi dice per un incidente, chi per suicidio). Carina anche la ballata "See U Again" che chiude il disco con un tocco di romanticismo. Insomma "Paint Your Face" non sarà un disco rivoluzionario, ma è molto piacevole da ascoltare, fresco, allegro, ma anche romantico, con melodie accattivanti.
Ecco la lista dei brani:
  1. Wake up
  2. Magic game
  3. Our generation
  4. Everytime
  5. Paint your face
  6. Baby
  7. Trust me
  8. Mum
  9. Waiting for
  10. Tic tac
  11. My god
  12. See u again
  13. Womanizer
Per ascoltare le anteprime dei brani potete andare qui.

Invece questo è il MySpace del cantante: www.myspace.com/sliimy

Oggi vi voglio segnalare questo duo giapponese che ho scoperto da poco, ma che mi ha subito conquistato. Si tratta dei Secret Ocean, due ragazzi che fanno un pop acustico dolce e rilassante: voce, chitarra, percussioni, armonica e null'altro, ma il risultato è sublime. Cantano sia in giapponese che in inglese, ed hanno la capacità (che tutta la buona musica dovrebbe avere, secondo me) di trasmettere emozioni pur parlando una lingua diversa dalla nostra. La voce è carezzevole, delicata ed espressiva, le melodie sono orecchiabili e davvero piacevoli, donatrici di serenità. L'ascoltatore resta subito incantato da questa musica, così semplice e così bella, e si abbandona alle sue dolci note, lasciandosi cullare da esse.
Su Jamendo è possibile scaricare un album composto da sette brani, "Kokoro No Furyoku", che in realtà sono un estratto del disco completo formato da 13 canzoni. Questi i titoli dei sette brani:
  1. Photograph
  2. Secret Ocean
  3. Beautiful
  4. Kokoro No Furyoku
  5. Analog
  6. Turntable
  7. Up In The Cloud
Potete ascoltare tutte le canzoni su questa pagina, utilizzando il lettore che trovate qui sotto:



Seguendo il link sotto potete scaricare gratuitamente e legalmente l'album (per scopi non commerciali, su licenza Creative Commons):
SCARICA "KOKORO NO FURYOKU"

Se volete acquistare l'intero album, invece, potete andare su CDBaby.

Infine, la pagina MySpace dei Secret Ocean: www.myspace.com/secretoceanmusic

THe BAcksliders - Thank YouTHe BAcksliders (nessun errore, è proprio scritto così) è il nome di una rock band di Dallas, Texas, e "Thank You" è il titolo del loro nuovo disco, il terzo, offerto in download gratuito dal sito ufficiale del gruppo. Rock and roll energico, graffiante, "sporco", arricchito da un tocco di blues.
Ecco l'indirizzo per scaricare il disco: www.thebacksliders.com

La pagina MySpace, invece, per ascoltare qualcosa: www.myspace.com/thebacksliders

"Ho sentito quattro o cinque delle canzoni dei Fanfarlo finora, e, come solo pochi tra i miei altri preferiti, hanno quella particolare capacità di creare musica che tira su il morale ma, al tempo stesso, che è benedetta da una deliziosa malinconia." Questo ha dichiarato David Bowie sul Sunday Times a proposito dei Fanfarlo, ed ha proprio colto nel segno.
Fanfarlo è il nome — preso da una novella di Boudelaire — di un gruppo londinese formato da cinque giovani polistrumentisti di indiscutibile talento. Londinesi sì, ma non si tratta di una delle tante band indie rock britanniche in circolazione. La loro musica è un pop orchestrale con influssi derivanti dal folk rock e dalla scena indie canadese. La voce del cantante svedese (terra, la Svezia, di ottimo pop) Simon Balthazar, accompagnata qua e là da seconde voci, si sposa in un matrimonio felice con strumenti di vario tipo: chitarre, tastiere, tromba, mandolino, violino, accordion, batteria, tanto per citarne alcuni. Il frutto di questo sposalizio? "Reservoir", uno dei migliori album del 2009, senza ombra di dubbio. Un disco di debutto che i Fanfarlo hanno autoprodotto, essendo sprovvisti di casa discografica, avvalendosi del produttore Peter Kartis, che ha già lavorato per Interpol e National, tra gli altri. E il bello è che, per promuoversi, fino al 4 luglio lo mettono in vendita (in formato MP3 a 320 kbps e senza DRM) con quattro bonus track a solo 1 dollaro!
I paragoni che sono stati fatti sono svariati, The National, Okkervil River, Grandaddy, Arcade Fire e perfino Sigur Ros per certe orchestrazioni o atmosfere. Paragoni che ci stanno tutti, ma che non sono uno sminuimento per i Fanfarlo, giacché la loro musica non è mera copia dei citati originali, se ne possono sentire gli influssi, si possono scorgere similitudini nella costruzione dei brani o di loro parti, ma la band ha uno stile personale che li fa essere altri ed originali. Non bisogna essere dei geni musicali per capire che "Reservoir" ha del grandioso. È incredibile come siano riusciti a costruire un disco così immediato, capace di conquistare fin dalle prime note. Io me ne sono innamorato subito, già dalle canzoni iniziali. Era da un po' di tempo che non mi entusiasmavo a tal punto per un disco. I Fanfarlo hanno la capacità, con la loro musica, di rallegrare, mettere di buonumore, e insieme emozionare; nelle loro canzoni c'è gioia ma anche una velata e piacevole malinconia. Nullo il rischio di annoiarsi per la monotonia, date le molte variazioni melodiche che troviamo sia all'interno dei brani che tra una canzone e l'altra.
L'iniziale "I'm A Pilot", lenta e dal ritmo cadenzato, ci mette subito a nostro agio, facendo presagire il sontuoso viaggio musicale che ci aspetta. Poi arriva "Ghosts", che parte piano in un leggero crescendo per aprirsi dopo con l'ingresso della tromba e l'atmosfera che ricorda il folk degli Okkervil River. Il ritmo cambia ancora con "Luna" e si fa più trascinante, cambiando però all'interno dello stesso brano, insieme all'umore. "Comets" è un dolce abbraccio mentre "Fire Escape" è coinvolgente ed edificante, molto bella. Dopo la piacevolezza di "The Walls Are Coming Down", in "Drowning Men" la batteria si fa martellante per arrivare prima ad una "esplosione" e poi ad un finale sognante, tra archi, glockenspiel e qualcosa che pare un theremin. "If It Is Growing" è un delicato lento che fa sognare ed emoziona, invece l'intrigante "Harold T. Wilkins, or How to Wait for a Very Long Time" cambia atmosfera: è divertente, ironica, con un ritmo movimentato. A questo punto arriva una delle mie preferite, l'emozionante "Finish Line", irresistibile, in particolar modo per la parte finale in cui interviene la tromba con una melodia a dir poco deliziosa che si unisce all'orchestrazione sottostante, la ciliegina sulla torta. E così arriva la fine del disco, con il breve finale strumentale di "Good Morning Midnight". Ma se prendete il disco con le quattro bonus track c'è ancora un po' di goduria, in particolar modo con "Hands", brano pieno di grazia con un bel ritornello orecchiabile.
Insomma, si è capito, "Reservoir" è un debutto eccellente, una raccolta di canzoni edificanti e di non comune bellezza, ben suonate, cantate ed arrangiate, con melodie capaci di impressionare e catturare anche l'ascoltatore meno attento. Se questo è solo l'inizio ne vedremo, anzi ascolteremo, delle belle. Perciò segnatevi questo nome, Fanfarlo, e correte a comprare il disco prima che finisca l'offerta ad 1 dollaro.
Una curiosità: la ragazzina della foto sulla copertina del disco è Rósa, la sorella del cantante dei Sigur Rós, Jónsi Birgisson.
Questa la lista dei brani del disco:
  1. I’m A Pilot
  2. Ghosts
  3. Luna
  4. Comets
  5. Fire Escape
  6. The Walls Are Coming Down
  7. Drowning Men
  8. If It Is Growing
  9. Harold T. Wilkins, Or How To Wait For A Very Long Time
  10. Finish Line
  11. Good Morning Midnight
Nella versione in vendita ad 1 dollaro sono presenti anche queste bonus track:
  1. Kist of Whistles
  2. Hands (demo) 
  3. Drowning Men (acoustic version)
  4. Acoemeti
Potete ascoltare alcune canzoni in streaming sul MySpace dei Fanfarlo: www.myspace.com/fanfarlo

Oppure sul loro sito ufficiale, dal quale potete anche acquistare il disco: www.fanfarlo.com


Chi abita in una città di mare sa bene quanto può essere piacevole ed ispiratrice una passeggiata lungo un molo o la riva del mare o sul lungomare, guardando le onde infrangersi sulla battigia o sugli scogli, col sole all'orizzonte. Ha un non so che di magico, ti fa pensare, ti fa entrare in contatto intimo con i tuoi sentimenti. È proprio da qui che nasce "Molo 22", il disco d'esordio di Chiara Raggi, fine cantautrice riminese (classe 1982) di stanza a Torino, diplomata anche in chitarra classica al conservatorio della sua città, che con questo lavoro si affaccia ufficialmente sulla scena musicale italiana. Un disco che senza dubbio colpisce per la qualità degli arrangiamenti (realizzati insieme al chitarrista brasiliano Roberto Taufic Hasbun), con i suoni di svariati strumenti amalgamati e dosati egregiamente per fare da morbido tappeto sonoro e da giusto contorno per la voce calda, intensa, e insieme carezzevole, di Chiara. Strumenti di vario tipo, da quelli a noi più familiari, come chitarre, pianoforte, contrabbasso o clarinetto, a quelli appartenenti alla tradizione sudamericana, come cavaquinho o viola caipira, oltre alle percussioni. Il Sud America è presente nel ritmo, nel colore, ma anche nell'atmosfera, in particolare con quella saudade tipica dell'animo brasiliano. Una vena di malinconia attraversa tutto il disco, ma di quella malinconia che piace. Le canzoni sono genuine, leggere ma intense, con testi che sanno di poesia. Armonie talvolta ispirate al jazz ed attenzione per la tecnica sono altre due caratteristiche di questo lavoro. L'album è elegante e molto piacevole da ascoltare, eppure solo alcuni brani hanno la capacità di riuscire a far davvero breccia nell'ascoltatore, restando impressi nella mente per un ritornello o qualche altro particolare. O, quando questa capacità ce l'hanno, sono necessari diversi ascolti. Ma consideriamo che questo è un disco d'esordio, ancora c'è il tempo di crescere, migliorare, e le potenzialità ci sono, eccome. Nel complesso "Molo 22" è un disco godibile, ottimo per rilassarsi un po' in tranquillità. Da ascoltare più volte per goderne appieno, cogliendone le diverse sfumature. Interessante la title track "Molo 22", con i suoi ritmi latini, mentre la seguente "Moschina", sbarazzina com'è, dà un tocco di leggerezza. Più introspettiva "È cambiata la notte", molto bella e suggestiva, cantata quasi sottovoce e con una delicata base musicale. Sulla stessa strada si muove “Inesorabile fragilità”, che conquista con il suo ritonello, tra note di pianoforte e melodica e un delizioso assolo di viola caipira. Particolare è la traccia "Alcune mattine", una poesia recitata su un arpeggio di chitarra classica, emozionante. Ancora introspezione con la traccia "Non è importante", mentre con "Il viaggio" l'atmosfera cambia e il ritmo si fa più vivace, tra coinvolgenti percussioni e un piano allegro.
"Molo 22" è un buonissimo disco d'esordio, raffinato e gradevole, frutto di un lavoro attento e meticoloso e di una particolare sensibilità. C'è spazio per crescere, ma la partenza è davvero niente male.
Questa la lista dei brani:
  1. Confessioni
  2. Molo 22
  3. Moschina
  4. È cambiata la notte
  5. Inesorabile fragilità
  6. Stomaco e musica
  7. Alcune mattine
  8. Non è importante
  9. Il viaggio
  10. Angelo rosso
Potete ascoltare alcune canzoni di Chiara Raggi in streaming sulla sua pagina MySpace: www.myspace.com/chiararaggi

King Creosote - Flick the VsUna quarantina di dischi in undici anni. A tanto ammonta la produzione musicale del musicista scozzese Kenny Anderson, noto con lo pseudonimo King Creosote. "Flick The Vs", uscito a fine aprile, è il suo ultimo lavoro. Un disco delizioso, seppure qualche traccia non sia proprio convincente. In questo disco King Creosote unisce al suo solito stile folk acustico un po' di elettronica, accennata, mai esagerata, miscelando per bene entrambe le cose. L'artista mostra la sua inventiva musicale, il suo talento. Certo non si può dire che la sua musica sia commerciale, ma è davvero un bel sentire, in grado di accontentare i palati più raffinati ma anche chi cerca qualcosa che sia di facile ascolto. In "Flick The Vs" ce n'è per tutti. Come ho anticipato, alcune tracce non convincono appieno ("Fell An Ox" o "Nothing Rings True"), forse perché troppo monotone, chiuse, senza particolari spunti ritmici. Lunga ma interessante "No One Had It Better", la canzone di apertura, con la sua dose di elettronica, un ritmo di batteria galoppante e coinvolgente ed una bella melodia sia strumentale che cantata. Un pezzo che mi piace di più ad ogni ascolto. Si passa poi per la piacevole "Two Frocks At A Wedding", mentre di "Camels Swapped For Wives" mi fa impazzire il pezzo finale, lo trovo irresistibile. "No Way She Exists" è divertente ed allegra, con quel tocco in più dato dal sax baritono. Non particolarmente intriganti i due lenti "Curtain Craft" e "Saw Circular Prowess" ma comunque piacevoli. "Coast On By", invece, è uno dei pezzi forti del disco, con il suo beat insistente, il synth, la melodia che resta in testa. E poi c'è "Rims", un pezzo azzeccatissimo, da maestro. Ogni volta che l'ascolto non posso fare a meno di seguire il suo ritmo movimentato, ed in più mi mette di buonumore con la sua gioiosità. Senza dubbio il mio pezzo preferito.
Insomma, "Flick The Vs" è un album che consiglio di ascoltare; ha qualche pecca, sì, ma ha anche tanto di buono dentro.
Questa la lista dei brani:
  1. No One Had It Better
  2. Two Frocks At A Wedding
  3. Camels Swapped For Wives
  4. No Way She Exists
  5. Fell An Ox
  6. Coast On By
  7. Nothing Rings True
  8. Curtain Craft
  9. Rims
  10. Saw Circular Prowess
Per ascoltare le anteprime di tutte le canzoni del disco potete andare a questo indirizzo.

Mentre questo è il MySpace di King Creosote: www.myspace.com/kingcreosote

Dopo alcuni EP e diversi concerti ecco arrivato l'atteso album d'esordio, "First Love", della cantautrice — nata a Hong Kong ma trasferitasi a Londra all'età di 12 anni — Emma Lee Moss, in arte Emmy the Great. Nel disco Emmy propone una serie di brani semplici ma molto piacevoli, tra pop e cantautorato indie-folk. La sua voce è armoniosa, delicata, ed è giustamente messa in risalto da un substrato strumentale mai invasivo, seppur efficace, fatto di chitarre acustiche, piano, archi, sapientemente dosati e combinati. I testi parlano di relazioni, di vita vissuta, con una buona dose di ironia ed anche qualche immagine religiosa qua e là (la citazione del "Kyrie Elison" in "Absentee" o "Gloria In Excelsis" in "Easter Parade"). Il tono dell'intero album è abbastanza brioso, ci sono i momenti più tranquilli, rilassati, come le deliziose e vagamente malinconiche "24" e "On The Museum Island", e quelli in cui il ritmo si fa vivace, come "Dylan". Insomma, non ci si annoia affatto. Come non farsi sedurre da una canzone come "We Almost Had A Baby" o farsi trascinare dal ritmo galoppante della ballata "Bad Things Coming, We Are Safe". Da menzionare anche la title track "First Love" con la sua citazione del brano "Hallelujah" di Leonard Cohen.
In conclusione non posso che consigliare questo "First Love", disco ben riuscito, estremamente gradevole ed accessibile, capace di donare qualche momento di serenità.
Questa la lista dei brani:
  1. Absentee
  2. 24
  3. We Almost Had A Baby
  4. The Easter Parade
  5. Dylan
  6. On The Museum Island
  7. War
  8. First Love
  9. MIA
  10. The Easter Parade 2
  11. Bad Things Coming, We Are Safe
  12. Everything Reminds Me Of You
  13. City Song
Per ascoltare le anteprime di tutti i brani potete andare qui.

Sul MySpace di Emmy the Great, invece, sono presenti alcune canzoni da ascoltare in streaming: www.myspace.com/emmythegreat


La svedese Karin Dreijer Andersson è colei che sta dietro al progetto Fever Ray. La cantante è nota soprattutto per aver prestato qualche anno fa la voce nello splendido brano "What else is there?" dei Royksopp (collaborazione che si è ripetuta anche per due pezzi del nuovo album della band) e per essere una dei due componenti — insieme al fratello Olof — dei The Knife. Ed ora eccola qui con il suo lavoro da solista. L'album, intitolato anch'esso "Fever Ray", è un disco che colpisce a primo impatto e crea una strana sensazione: è cupo, claustrofobico, un po' ossessivo, ma contemporaneamente risulta affascinante e, una volta entrati in sintonia con esso, è difficile resistere. Beat che ti entrano dentro, melodie elettroniche cupe, con qualche raggio di sole qua e là, a tratti minimaliste, con sonorità tribali o persino orientali e richiami trip-hop che affiorano. E poi l'inconfondibile ed eterea voce di Karin, la voce dei ghiacci (come qualcuno ha scritto), distorta e modificata con effetti vari fino al limite dell'androginia, in certi brani. Il risultato è qualcosa di oscuro, un po' inquietante, che sembra uscire dal subconscio e per questo attrae ancor di più.
Il disco inizia tenebroso ed angosciante con "If I Had A Heart" per poi aprirsi nella successiva “When I Grow Up” che verso la fine sfoggia una melodia di synth orientaleggiante. In “Dry And Dusty” si assiste ad un dialogo tra voci, similmente al brano d'apertura, su un sottofondo minimalista che per certi versi può ricodare i Massive Attack. Diversa la via seguita in "Seven", pezzo electro quasi da club, con un basso deciso che fa da guida e suoni più aperti. "Triangle Walks" è variegata e ben costruita, con un ritmo avvincente, tra percussioni e sonorità tribali che si mescolano con quelle giapponesi. Nella successiva “Concrete Walls” ritorna il trip-hop più buio, tra una voce che si distorce e dilata, un ritmo cadenzato ed un'atmosfera rarefatta. In “Now’s The Only Time I Know” l'anima tormentata sembra trovare una via di uscita, uno spiraglio, dall'angoscia e dal "tormento" che l'affliggono. Il complesso crescendo di "I'm Not Done" conduce ai due brani finali: la suggestiva “Keep The Streets Empty For Me”, voce in primo piano e base minimalista ed efficace, con un tocco di malinconia, e l'epica "Coconut" che lentamente dirada le tenebre e conduce ad una sorta di "esultanza" finale.
Insomma questo "Fever Ray" è un ottimo disco elettronico, tenebroso, a tratti tormentato, ma estremamente coinvolgente, ascolto dopo ascolto. Non vi aspettate una musica semplice, di facile ascolto, di quelle che si sentono solitamente in radio. Ma è musica che vale.
Questa la lista dei brani del disco:
  1. If I Had A Heart
  2. When I Grow Up
  3. Dry & Dusty
  4. Seven
  5. Triangle Walks
  6. Concrete Walls
  7. Now's The Only Time I Know
  8. I'm Not Done
  9. Keep The Streets Empty For Me
  10. Coconut
Potete ascoltare le anteprime di tutti i brani qui.

Invece sul MySpace di Fever Ray sono disponibili molti brani in streaming: www.myspace.com/feverray

Sito web: feverray.com

Ormai conosciamo tutti Arisa — al secolo Rosalba Pippa — e la sua canzone "Sincerità" con la quale ha vinto la sezione giovani dell'ultimo Festival di Sanremo. Già dal primo ascolto "Sincerità" mi ha conquistato e la mattina dopo averla sentita mi sono ritrovato a canticchiarla quasi senza volerlo. Perciò non potevo non essere curioso di ascoltare il disco d'esordio di Arisa, intitolato anch'esso "Sincerità" e contenente dieci brani. Beh, in questi giorni l'ho sentito e risentito, e devo dire che mi piace parecchio. I pareri che ho letto e sentito sia su Arisa che sulle sue canzoni sono i più vari: si va da chi la ama a chi, invece, proprio non la sopporta. C'è chi pensa scomparirà nel giro di poco tempo. In tanti ritengono sia un personaggio costruito. Non so se sia così (certo preferirei fosse davvero sincera), ma anche se fosse una montatura? La televisione e la musica sono pieni di personaggi costruiti, è molto difficile trovare qualcuno genuino (d'altronde anche nella vita di tutti i giorni non è che sia tanto diversa la situazione). Io ascolto semplicemente la musica di Arisa, che lei sia vera o finta, un fuoco di paglia o una stella nascente poco m'importa.
Ma veniamo al disco, la cosa più importante. Il filo conduttore di tutti i brani contenuti in "Sincerità" è rappresentato dall'amore, i buoni sentimenti, le cose semplici della vita di una ragazza come tante. Pur essendo scritti dal fidanzato Giuseppe Anastasi le canzoni rappresentano la vita di Arisa, sono in un certo senso biografiche. Quello che subito balza all'orecchio è la capacità di costruire melodie orecchiabili ed accattivanti, nella loro semplicità tutta pop, di quelle che ti entrano in testa e si fanno canticchiare. Certo non tutti i brani sono allo stesso livello, ma ci sono molte chicche deliziose. L'atmosfera, sì, è molto dolce ma secondo me solo in certi momenti rischia di diventarlo eccessivamente, risultando invece quasi sempre piacevole (questa naturalmente è una cosa soggettiva). I testi sono lineari, semplici ma ben costruiti. A qualcuno possono sembrare banali, e invece nascondono qua e là dei messaggi positivi ed edificanti. E comunque chi lo dice che la musica debba sempre essere impegnata? Spesso si ha voglia di leggerezza, perché la musica possa essere uno strumento di evasione dalla realtà non sempre rosea. Ed è questo che fa la musica di Arisa, permette di godersi qualche minuto di serenità e spensieratezza accompagnato da un bel motivetto spesso allegro.
Oltre la già nota "Sincerità" nel disco troviamo gioiellini come "Io Sono", amabile ritratto della ragazza Rosalba (come può esserlo di tante altre), o "La Mia Strana Verità", emozionante e delicata, con una base leggera che si accompagna alla bella voce di Arisa, esaltandola. E ancora "Pensa Così", una sorta di fiaba educativa fatta canzone, o "L'uomo Che Non C'è", brano davvero bello a cui è difficile resistere, dà subito il buonumore. Anche "Piccola Rosa" è piacevole, oltre che romantica. La canzone che proprio non mi ha convinto è "Com'è Facile", nell'insieme non mi piace granché.
Insomma questo primo disco di Arisa è un bel lavoro, leggero e genuino. In alcuni punti sembra di avvertire qualche richiamo più o meno velato alla melodia di altri brani italiani e non, ma è un peccato veniale e si può perdonare, soprattutto in un disco d'esordio. Se non avete già ascoltato questo "Sincerità" vi consiglio di farlo (a meno che non siate proprio avversi a questo genere di musica), anche solo per regalarvi un po' di spensieratezza che non fa mai male.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Sincerità
  2. Io sono
  3. La mia strana verità
  4. Abbi cura di te
  5. Pensa così
  6. Piccola rosa
  7. Te lo volevo dire
  8. Com’è facile
  9. L’uomo che non c’è
  10. Buona notte
Potete ascoltare le anteprime di tutte le canzoni qui.

Sito web: arisa.warnermusic.it

"Canone Degli Spazi", uscito il 23 gennaio di quest'anno, è l'ultimo lavoro in ordine di tempo del compositore e pianista milanese Roberto Cacciapaglia. Dodici nuove composizioni che vanno ad unirsi alla lunga serie di ottimi lavori di Cacciapaglia, le cui musiche sono state anche prese in prestito da diversi spot pubblicitari. I brani hanno come protagonista principale il pianoforte, a cui si aggiungono, mescolandosi divinamente, senza invadenza, gli strumenti della Royal Philharmonic Orchestra, in special modo gli archi. Una musica che, come lo stesso compositore afferma, nasce dal silenzio, perché nel silenzio si creano le condizioni per ascoltare, per cogliere la voce della realtà ed esprimerla attraverso la musica. Ed il silenzio è anche la condizione migliore di ascolto di un'opera come questa: l'ideale è mettersi comodi, tranquilli, in un luogo silenzioso e far partire la musica. Perché solo così se ne colgono le sfumature, le emozioni, solo così ci si lascia davvero pervadere dal suono; un suono che accarezza l'anima e la trasporta, leggera, in una dimensione di quiete, in cui entriamo a contatto con le nostre emozioni profonde. Si ripete così la magia della musica, quel potere straordinario che possiede questa forma d'arte. Ci ritroviamo coinvolti nella delicata danza universale, "Universal Dance", con il primo brano, restiamo incantati dall'emozionante "Canone Degli Spazi" o dalla suggestiva "Lux III", che sembra riportarci indietro nel tempo con la sua atmosfera e la meravigliosa voce solenne di Luisa Cottifogli (è l'unica composizione in cui è presente una voce). "Fiamme", con il suo andamento sostenuto ed il sapiente intreccio di melodie, ci fa fremere ed appassionare. "Arcobaleno" ci fa rivivere la sensazione di pace e benessere che quel sorprendente fenomeno della natura, l'arcobaleno, riesce a donare, unita ad una punta di malinconia. "Wild Side" conduce in spazi sconfinati, tra le meraviglie della natura e la forza degli elementi, mentre a "Sigillo", il brano più lungo, spetta il compito di chiudere questo viaggio.
È difficile descrivere a parole delle sensazioni, ho provato a darvi un'idea, adesso tocca a voi viverle in prima persona assaporando questo "Canone Degli Spazi". Ho citato solo alcuni dei brani del disco, ma vi assicuro che la qualità generale è ottima, le composizioni, con il loro competente intreccio di suoni, riescono a veicolare sentimenti e sensazioni verso l'uditore, rendendo l'ascolto dell'album un'esperienza molto piacevole.
Ecco la lista dei brani del disco:
  1. Universal dance
  2. Canone degli spazi
  3. Fiamme
  4. Sillaba
  5. Michael
  6. Lux III
  7. Arcobaleno
  8. Meraviglia
  9. Atlantis’ garden
  10. Wild side
  11. Triade
  12. Sigillo
Per ascoltare delle brevi anteprime di tutte le composizioni del disco potete andare a questo indirizzo.

Mentre sul MySpace di Roberto Cacciapaglia è possibile ascoltare alcuni brani in streaming: www.myspace.com/robertocacciapaglia

Sito ufficiale: www.robertocacciapaglia.com

Ecco il video del singolo "Tokyo" dei Telekinesis, brano che anticipa l'uscita (prevista per il 7 aprile) dell'album di debutto della band di Seattle. La canzone ha una linea melodica piacevole e ben riuscita, il ritmo è coinvolgente e l'atmosfera gioiosa pur con una leggerissima punta di malinconia che mi sembra di avvertire in secondo piano.
In più, per un periodo limitato di tempo, la casa discografica Merge Records permette di ascoltare in streaming l'intero disco dei Telekinesis. Basta andare qui.




MySpace: www.myspace.com/telekinesismusic

M. Ward - Hold TimeÈ uscito il 17 febbraio "Hold Time", il sesto album di studio del cantautore folk americano (di Portland) M. Ward, a più di due anni di distanza dal grande "Post-War". Anche stavolta Ward ha colpito nel segno, riuscendo a costruire un disco eccellente, un altro autentico gioiello. 
Negli anni il cantautore si è conquistato un rispetto ed una fama sempre maggiori, grazie alle sue doti non solo di cantautore e chitarrista ma anche di produttore ed arrangiatore. Uno stile personale ed inconfondibile, il suo, che lo pone tra i musicisti di rilievo della scena musicale americana. "Hold Time" è una miscela tra folk, country e blues, costruita sapientemente. Un album che risulta familiare ed affascinante, forse anche più accessibile rispetto, per esempio, al precedente, ma senza perdere le qualità che fanno amare M. Ward. Le canzoni sono in equilibrio tra buio e luce, tra malinconia e solarità; diversi accenni di radiosità, leggerezza, ma non manca la malinconia, che viene fuori qua e là. La voce di Ward è ormai una caratteristica distintiva, profonda, calda, al contempo graffiante, incrinata e carezzevole. Dietro le 14 canzoni del disco c'è una produzione meticolosa, si sente, le melodie sono ricche di dettagli, e ottimi gli intrecci strumentali, riuscendo a mantenere comunque una piacevole leggerezza. "Hold Time" vede, inoltre, la presenza di alcuni ospiti che hanno apportato il loro contributo. È il caso di Zooey Deschanel, partner di Ward nel duo She & Him, qui presente come voce di appoggio in due brani: la suadente cover di "Rave On" di Sonny West, incantevole, e "Never Had Nobody Like You", coinvolgente pezzo blues-rock. E poi Jason Lytle dei Grandaddy in "To Save Me", gioioso brano in stile Beach Boys, e Lucinda Williams, con l'asprezza della sua voce, nella bella reinterpretazione del classico country "Oh Lonesome Me" di Don Gibson. Tra i brani in cui Ward canta da solo, come non menzionare canzoni come "Jailbird", calda e confortante, o "Fisher of Men", col suo ritmo alla Johnny Cash. E ancora le due gemme "Shangri-La" e "One Hundred Million Years", con la loro genuinità. Per una dose maggiore di malinconia ci si può rifugiare nella title track, la lenta ballata "Hold Time", o in "Outro", pezzo strumentale che chiude il disco.
Che aggiungere, "Hold Time" è uno di quei dischi che lasciano appagati e deliziati dopo l'ascolto, un disco da ascoltare con tranquillità, godendoselo per bene, fino in fondo. Un album nuovo, ma che pare un classico senza tempo. Per palati fini.
Questa la lista dei brani:
  1. For Beginners
  2. Never Had Anybody Like You (Feat. Zooey Deschanel)
  3. Jailbird
  4. Hold Time
  5. Rave On (Feat. Zooey Deschanel)
  6. To Save Me (Feat. Jason Lytle)
  7. One Hundred Million Years
  8. Stars Of Leo
  9. Fisher Of Men
  10. Oh, Lonesome Me (Feat. Lucinda Williams)
  11. Epistemology
  12. Blake's View
  13. Shangri-La
  14. Outro (Aka I'm A Fool To Want You)
Potete ascoltare le anteprime di tutte le canzoni a questo indirizzo.

Mentre sul MySpace di M. Ward sono disponibili alcuni brani in streaming: www.myspace.com/mward


 
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