Fever Ray - Fever Ray

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La svedese Karin Dreijer Andersson è colei che sta dietro al progetto Fever Ray. La cantante è nota soprattutto per aver prestato qualche anno fa la voce nello splendido brano "What else is there?" dei Royksopp (collaborazione che si è ripetuta anche per due pezzi del nuovo album della band) e per essere una dei due componenti — insieme al fratello Olof — dei The Knife. Ed ora eccola qui con il suo lavoro da solista. L'album, intitolato anch'esso "Fever Ray", è un disco che colpisce a primo impatto e crea una strana sensazione: è cupo, claustrofobico, un po' ossessivo, ma contemporaneamente risulta affascinante e, una volta entrati in sintonia con esso, è difficile resistere. Beat che ti entrano dentro, melodie elettroniche cupe, con qualche raggio di sole qua e là, a tratti minimaliste, con sonorità tribali o persino orientali e richiami trip-hop che affiorano. E poi l'inconfondibile ed eterea voce di Karin, la voce dei ghiacci (come qualcuno ha scritto), distorta e modificata con effetti vari fino al limite dell'androginia, in certi brani. Il risultato è qualcosa di oscuro, un po' inquietante, che sembra uscire dal subconscio e per questo attrae ancor di più.
Il disco inizia tenebroso ed angosciante con "If I Had A Heart" per poi aprirsi nella successiva “When I Grow Up” che verso la fine sfoggia una melodia di synth orientaleggiante. In “Dry And Dusty” si assiste ad un dialogo tra voci, similmente al brano d'apertura, su un sottofondo minimalista che per certi versi può ricodare i Massive Attack. Diversa la via seguita in "Seven", pezzo electro quasi da club, con un basso deciso che fa da guida e suoni più aperti. "Triangle Walks" è variegata e ben costruita, con un ritmo avvincente, tra percussioni e sonorità tribali che si mescolano con quelle giapponesi. Nella successiva “Concrete Walls” ritorna il trip-hop più buio, tra una voce che si distorce e dilata, un ritmo cadenzato ed un'atmosfera rarefatta. In “Now’s The Only Time I Know” l'anima tormentata sembra trovare una via di uscita, uno spiraglio, dall'angoscia e dal "tormento" che l'affliggono. Il complesso crescendo di "I'm Not Done" conduce ai due brani finali: la suggestiva “Keep The Streets Empty For Me”, voce in primo piano e base minimalista ed efficace, con un tocco di malinconia, e l'epica "Coconut" che lentamente dirada le tenebre e conduce ad una sorta di "esultanza" finale.
Insomma questo "Fever Ray" è un ottimo disco elettronico, tenebroso, a tratti tormentato, ma estremamente coinvolgente, ascolto dopo ascolto. Non vi aspettate una musica semplice, di facile ascolto, di quelle che si sentono solitamente in radio. Ma è musica che vale.
Questa la lista dei brani del disco:
  1. If I Had A Heart
  2. When I Grow Up
  3. Dry & Dusty
  4. Seven
  5. Triangle Walks
  6. Concrete Walls
  7. Now's The Only Time I Know
  8. I'm Not Done
  9. Keep The Streets Empty For Me
  10. Coconut
Potete ascoltare le anteprime di tutti i brani qui.

Invece sul MySpace di Fever Ray sono disponibili molti brani in streaming: www.myspace.com/feverray

Sito web: feverray.com

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