Visualizzazione post con etichetta album 2007. Mostra tutti i post
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"The Stage Names" è il titolo del nuovo disco dei texani Okkervil River. Nove canzoni, per un totale di una quarantina di minuti, dall'atmosfera diversa rispetto ai precedenti lavori. C'è meno malinconia e i toni sono schiariti, meno cupi, c'è ironia, humor, vivacità e una certa leggerezza. Will Sheff, leader del gruppo, in questo disco ha voluto comunicare un lato della band che forse prima non era stato colto da molti. Come lui stesso afferma: "L’idea che sta dietro a “The Stage Names” è che ci stiamo divertendo, ma è un serio divertimento…".
"The Stage Names" è influenzato da vari generi ma essenzialmente è del buon rock 'n' roll con influenze folk più o meno presenti in base ai diversi brani. Musica di ottima qualità, come d'altronde i testi, frutto del talento letterario di Will Sheff che sa regalarci preziosi scorci di esistenza con le storie dei personaggi delle varie canzoni, seguiti dal punto di vista di una telecamera, come se fossero visti in un film.
Il brano di apertura "Our Life Is Not A Movie Or Maybe" è stupendo, per la voce e l'interpretazione di Sheff, per quel ritmo particolare, per il piano...tutto al posto giusto nel momento giusto. Poi arriva il riff di chitarra di "Unless It's Kicks", altra splendida traccia piena di energia ma in puro stile rock. A questo punto è il momento dell'allegria di "A Hand To Take Hold Of The Scene", canzone piena di brio, arricchita da claps e fiati che danno un tocco di spensieratezza. In "Savannah Smiles" il ritmo rallenta, ci si rilassa (come la voce del cantante), si entra in un'atmosfera più intimista; la batteria scompare per lasciare il posto ad una sorta di metronomo, intervengono lo xilofono e gli archi. Il risultato è meraviglioso, infonde serenità e quasi commuove. "Plus Ones" è un'altra perla, ironica, leggermente malinconica, dal gusto vagamente retrò. Piacevolissima. Una linea simile segue la delicata "A Girl In Port". In "You Can’t Hold The Hand Of A Rock’n’Roll Man" ritornano battimani, cori e un ritmo che riportano indietro negli anni, fino ai '60, '70. A questo punto restano le ultime due canzoni. Una è "Title Track", con i suoi alti e bassi drammatici e quella vena di tristezza. L'altra "John Allyn Smith Sails", una sorta di elegia, si ispira al poeta americano John Berryman e al suo suicidio, e rende omaggio nel finale folk a un classico come “Sloop John B”. Altra bella canzone. Probabilmente a questo punto dell'ascolto ne vorresti ancora, ma purtroppo l'album si conclude (splendidamente) con questa canzone. Non resta che ascoltarlo di nuovo.
In conclusione posso dire che "The Stage Names" è un disco bellissimo, mi ha colpito subito, al primo ascolto. Gli Okkervil River sanno essere divertenti, energici, giocherelloni, ma anche seri, malinconici, profondi, e aggiungerei colti. Sanno evolversi senza però dimenticare né rinnegare la loro essenza originaria. Di talento ce n'è da vendere. Ascoltare per credere (sul loro MySpace è disponibile tutto l'album in streaming).
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Our Life Is Not A Movie Or Maybe
  2. Unless It’s Kicks
  3. A Hand To Take Hold Of The Scene
  4. Savannah Smiles
  5. Plus Ones
  6. A Girl In Port
  7. You Can’t Hold The Hand Of A Rock And Roll Man
  8. Title Track
  9. John Allyn Smith Sails

Per ascoltare delle brevi anteprime delle canzoni potete andare qui: link


Mentre sul MySpace degli Okkervil River è possibile ascoltare in streaming l'intero album: http://www.myspace.com/okkervilriver


Così come sul loro sito ufficiale: http://www.okkervilriver.com/

E' da poco uscito il nuovo lavoro degli Architecture in Helsinki, collettivo australiano con base a Melbourne ma sempre in giro per il mondo. Il titolo del nuovo album è "Places Like This" e anche in questo come nei precedenti i sei australiani danno libero sfogo alla loro creatività e bravura cimentandosi con innumerevoli strumenti. Non solo i classici chitarre, basso e batteria, ma anche tuba, trombone, tromba, sintetizzatori, samplers e tanti altri ancora per dare come risultato delle canzoni davvero particolari. Una moltitudine di suoni, rumori, voci e vocine si mescolano per dare vita a canzoni davvero fresche, frizzanti, divertenti, un po' pazze. Una musica particolare quella degli AIH: ritmi calypso e dal sapore tropicale, percussioni, elettronica, testi spesso senza senso o apparentemente tali, non solo twee pop ma, soprattutto in questo nuovo disco, anche qualcosa di funky e rock. E' difficile descrivere un album del genere a parole (ammesso che sia mai facile descrivere della musica), si deve ascoltare. Tutte le tracce di "Places Like This" sono state messe insieme in soli dodici giorni, tanti erano e sono gli impegni della band, lasciando che queste portassero con loro la stessa energia delle esibizioni live degli AIH, senza troppe pignolerie da studio. In tutto circa mezz'ora di musica che dall'inizio alla fine coinvolge e trascina col suo ritmo...difficilmente si riesce a non farsi prendere. Quasi tutti i brani sarebbero da segnalare, me ne piacciono molti..."Red Turned White", "Heart It Races", di cui vi ho mostrato il video qualche tempo fa, "Hold Music", "Underwater", dalle sonorità più tranquille rispetto al resto del disco, l'eccentrica "Like It Ar Not", "Lazy (Lazy)", "Nothing's Wrong" e infine "The Same Old Innocence". C'è una sola cosa da fare: ascoltare questo effervescente disco (magari più volte) e poi trarne le proprie conclusioni. E' un album semplice, senza troppi fronzoli, e forse è questo uno dei suoi punti di forza. Una ventata di aria fresca.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Red Turned White
  2. Heart It Races
  3. Hold Music
  4. Feather In A Baseball Cap
  5. Underwater
  6. Like It Or Not
  7. Debbie
  8. Lazy (Lazy)
  9. Nothing's Wrong
  10. Same Old Innocence

Al seguente indirizzo potete ascoltare delle anteprime di tutti i brani: link


Sul MySpace degli Architecture in Helsinki sono disponibili alcune canzoni da ascoltare in streaming: http://www.myspace.com/aihmusic


Mentre questo è il sito ufficiale della band: http://architectureinhelsinki.com/

Non avevo ancora ascoltato "An End Has A Start", il nuovo album degli Editors uscito alla fine di giugno. L'ho fatto in questi giorni ed è stato amore al primo ascolto. Sono rimasto veramente colpito dalla bellezza di questo disco, i quattro musicisti di Birmingham hanno fatto davvero un lavoro eccezionale.
Tom Smith, cantante della band, a proposito dell'album dice: "Si parla di morte in quest'album, a volte in maniera morbosa ma sempre sincera. Nell'ultimo anno la morte ha toccato me e i miei amici in diversi modi. Realizzare che tutto ha una fine è importante, e penso che abbiamo dato il nostro meglio per fare qualcosa che incuta timore ma che allo stesso tempo sia magnifico e incoraggiante". E' questa l'atmosfera in cui ci si trova immersi ascoltando "An End Has A Start". La voce di Tom Smith è capace di emozionare con la sua interpretazione profonda e intensa dei sentimenti messi in gioco nei vari brani. E ancora c'è la chitarra di Chris Urbanowicz, coinvolgente, mai noiosa, capace di riff d'effetto, a braccetto col basso di Russell Leetch e la batteria di Ed Lay per creare una sezione ritmica di riguardo, corposa ed efficace, perfettamente in linea col tono e l'umore del disco. Le atmosfere sono cupe, i testi si concentrano sul bisogno dell'amicizia e dell'amore dei familiari di fronte alla morte, ma c'è spazio per il coraggio, la speranza.
E' difficile scegliere delle canzoni che spiccano sulle altre, perché il livello è alto e tutte hanno una bellezza che lascia il segno. Come le epiche, quasi solenni, "Smokers Outside The Hospital Doors", brano d'apertura, e "The Weight Of The World", entrambe da brividi, o "An End Has A Start", "Bones", "Racing Rats", una più bella dell'altra, col loro ritmo deciso e incalzante, che non può non catturare l'ascoltatore. Non si può tralasciare neanche "Push Your Head Towars The Air", capace di incantare col suo incedere ascendente e l'utilizzo di archi nella parte finale. O ancora "When Anger Shows", molto bella, e "Escape The Rest", struggente. C'è poi "Spiders" e infine il brano di chiusura "Well Worn Hand" in cui Tom Smith racconta con pathos del suicidio di un caro amico, accompagnato dal pianoforte. Beh, in ordine non del tutto lineare, ho citato ogni canzone del disco. Ma era impresa ardua fare altrimenti con un album come questo.
"An End Has A Start" è un disco intenso, emozionante, a tratti commovente, dalle melodie perfette. Non solo per gli amanti degli Editors e del post-rock revival, ma per tutti. Quarantacinque minuti circa che lasciano una traccia.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Smokers Outside The Hospital Doors
  2. An End Has A Start
  3. The Weight of The World
  4. Bones
  5. When Anger Shows
  6. The Racing Rats
  7. Push Your Head Towards The Air
  8. Escape The Nest
  9. Spiders
  10. Well Worn Hand

Al seguente indirizzo potete ascoltare le anteprime di tutti i brani dell'album: link

Sul MySpace degli Editors si possono ascoltare alcune canzoni in streaming: http://www.myspace.com/editorsmusic

Mentre questo è il sito ufficiale della band: http://www.editorsofficial.com/

A tre anni dal loro ultimo album, è uscito il 20 luglio in Italia il nuovo disco degli Jarabe De Palo dal titolo "Adelantando". Questo nuovo lavoro ha anche un legame con il nostro Paese dato che vede la partecipazione di Niccolò Fabi nella canzone "Mi piace come sei", primo singolo estratto (in Italia). Ma questa non è l'unica collaborazione che ha contribuito ad arricchire "Adelantando". Infatti hanno partecipato alla realizzazione del disco il batterista spagnolo Pedro Barceló, la bassista cubana Carmen Niño e il percussionista argentino Daniel “Topo” Gioia, a cui si sono aggiunti Charlie Cepeda alla chitarra, Toni Saigi aka “Chupi” alle tastiere, il pianista Yumitus Hernández, il chitarrista di flamenco Diego Cortés, La Shica, talentuosa flamenco-rapper, La Mari e Carlos Tarque-McLan.
"Adelantando" è un disco pieno di energia, caratterizzato dall'ottimismo, da un'attitudine a prendere la parte positiva delle cose, come d'altronde afferma lo stesso leader della band, Pau Donés: "E' un disco positivo, che nasce con l'idea di avanzare, di andare avanti". Lo si sente subito, a partire dal primo brano, "Adelantando", interessante anche per il rap femminile de La Shica. "Olé", il primo singolo scelto per la Spagna, è un concentrato di energia che col suo ritmo farebbe smuovere chiunque. E' impossibile resistere. Come lo è per "No escondas Tu Corazon". Molto bella "Avisa A Tu Madre", dal ritmo più rock e con dei riff di chiatarra in evidenza con tanto di assolo verso la fine. C'è poi "Me Gusta Como Eres", nella versione in spagnolo e poi alla fine del disco in italiano (cantata insieme a Niccolò Fabi, sempre bravissimo). Una canzone dai suoni semplici e puliti che infonde serenità, piena di romanticismo e poesia. Un altro gioiello di questo lavoro. "Blablabla" trasmette gioia e spensieratezza. Stile diverso in "Dejame Vivir", in cui un importante ruolo è svolto dall'emozionante flamenco cantato egregiamente da La Mari dei Chambao. “Voy a lleváramela leve” è un invito a sorridere anche nei momenti difficili, un bel brano arricchito da un trascinante pianoforte honky tonk. Poi ci sono "No Te Duermas", semplice, serena e gioiosa, "Estamos Prohibidos", inizialmente molto tranquilla ma poi più accelerata, caratterizzata dalla presenza delle percussioni che danno una componente quasi tribale, e "Tu Lado".
In conclusione "Adelantando" è un ottimo disco, un altro bel capitolo nella storia degli Jarabe De Palo. Con differenti ritmi, stili e strumenti, ben amalgamati tra loro. Trasmette energia e una carica positiva. A me è subito piaciuto, anche se ai successivi ascolti l'ho ancor meglio apprezzato. E poi in questa stagione credo si gusti ancora meglio.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Adelantando - Jarabe de Palo, Shica
  2. Ole
  3. No Escondas Tu Corazon
  4. Avisa a Tu Madre - Jarabe de Palo, Carlos Tarque-McLan
  5. Me Gusta Como Eres
  6. Blablabla
  7. Dejame Vivir - Jarabe de Palo, La Mari
  8. Voy a Llevarmela Leve
  9. No Te Duermas
  10. Estamos Prohibidos
  11. Tu Lado
  12. Me Gusta Como Eres [Version Italiana] -Niccolò Fabi, Jarabe de Palo

Sul sito ufficiale degli Jarabe De Palo potete ascoltare delle anteprime di 1 min. e 30 sec. dei vari brani del disco: http://www.jarabedepalo.com/

"Ten New Messages" è il nuovo album dei londinesi The Rakes (uscito, a dire il vero, qualche mese fa), arrivato a circa due anni di distanza dal precedente lavoro "Capture/Release" col quale esordirono nel 2005. Dieci nuove canzoni che forse possono far storcere il naso ad alcuni di quelli che hanno apprezzato il precedente disco, ma che obiettivamente non hanno nulla da invidiare ai brani di "Capture/Release", sebbene con le dovute differenze. Il post-punk e il new wave svolgono qui una parte minore a favore di un avvicinamento al pop (nell'accezione positiva del termine), i suoni si fannno un po' più morbidi. Un disco più maturo, più ricercato, che segna un'evoluzione per questa band.
Gli episodi positivi sono vari. A partire dal primo brano, "The World Was A Mess But His Hair Was Perfect", che cattura subito, con quel motivo orecchiabile che entra facilmente in testa e proprio un bel ritmo. La successiva “Little Superstitions” ha un sapore più delicato, ma altrettanto buono. Anche questa entra con facilità e si fa canticchiare volentieri. Ci sono poi “We Danced Togheter” e "Trouble", più veloci e frizzanti. Soprattutto la seconda è irresistibile e brillante. La bella “Suspicious Eyes” è secondo me un pezzo molto ben riuscito. Per il testo, per la melodia e anche per il contrasto che introducono la voce femminile e l'intervento rappato, che a mio parere si integrano bene con il resto del brano. Accattivante "Down With Moonlight" e ancor di più "When Tom Cruise Cries", tra le migliori del disco. "Time To Stop Talking" ha un bel ritmo coinvolgente. Infine l'album si conclude bene con l'eleganza e la delicatezza di "Leave The City And Come Home".
Insomma, per concludere, "Ten New Messages" è un disco molto piacevole, ricco di canzoni orecchiabili e trascinanti, in cui non mancano il sarcasmo e l'attenzione per i testi che contraddistinguono i The Rakes. Un disco che può piacere ai fans di Franz Ferdinand e Strokes, ma non solo... Perciò ascoltatelo comunque, può essere una piacevole sorpresa.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. The World Was A Mess But His Hair Was Perfect
  2. Little Superstitions
  3. We Danced Together
  4. Trouble
  5. Suspicious Eyes
  6. On A Mission
  7. Down With Moonlight
  8. When Tom Cruise Cries
  9. Time To Stop Talking
  10. Leave The City And Come Home

Al seguente indirizzo potete ascoltare delle brevi anteprime di tutti i brani: link

Sul MySpace dei The Rakes si possono ascoltare alcune canzoni in streaming: http://www.myspace.com/therakes

Mentre questo è il loro sito ufficiale: http://www.therakes.co.uk

Gli Stateless sono una promettente band di Leeds che in un'unica formazione unisce una band convenzionale formata da voce (Chris James), basso (Justin Percival) e batteria (David Levin) con l'elettronica (Kidkanevil ai piatti e al sampling e Rod alle tastiere e al live programming). "Stateless" è il loro album d'esordio, sotto l'etichetta discografica tedesca !K7, prodotto da Jim Abbiss (già produttore di Arctic Monkeys e Kasabian). Questo disco ha letteralmente entusiasmato DJ Shadow che ha addirittura voluto, oltre gli Stateless ad aprire i suoi concerti, che Chris cantasse (e scrivesse insieme a lui) due canzoni del suo nuovo album "The Outsider". Insomma un certo talento questi cinque inglesi dovranno pure averlo. Basta iniziare ad ascoltare il disco per capire che è proprio così.
Quello che subito colpisce è la profondità del suono. Le batterie fanno la loro parte magnificamente, innestate e lavorate con sapienza, possenti, robuste, insieme al basso che con queste va a braccetto. E poi la voce di Chris, con i suoi falsetti, pulita, delicata. Gli Stateless fanno sì che i suoni di voce e strumenti si sposino perfettamente con l'elettronica, e i suoi sampling, i loop di piano o di archi, le batterie. Un matrimonio riuscito e ricco di momenti interessanti. A partire da “Prism #1” e fino alla conclusiva "Inscape", capace di creare un'atmosfera particolare, intima, con quella vena triste e quei suoni in leggero crescendo. Emozionante. C'è "Exit", con la sua potente batteria a dare un ritmo deciso, i loop, i samples, lo scratch di Kidkanevil, tutti a comporre i tanti strati di questa torta. E poi "Bloodstream" con un semplice loop di piano, oltre basso e batterie che qui sono meno fragorosi, e la voce a disegnare una melodia tenera, dolce, molto bella. In "This Language" colpisce subito il motivo di archi che contribuisce a creare una maggiore tensione, insieme a tanti altri elementi tra i quali la struggente interpretazione di Chris e l'interessante e ben riuscito breve intervento rap, oltre alle parti parlate che si sentono a inizio e fine. Bella anche "Crash", malinconica, abbastanza semplice, in cui la voce di Chris ricorda quella più nota del Chris dei Coldplay.
Dieci canzoni che si potrebbero definire trip-hop, in cui si sente un buon sapore di elettronica ma anche tante emozioni che puntano dritto all'animo dell'ascoltatore. Canzoni intimiste, dal ritmo deciso, che sanno coinvolgere. Un interessante esperienza musicale da fare.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Prism #1
  2. Exit
  3. Bloodstream
  4. This Language (feat. Lateef the Truth Speaker)
  5. Down Here
  6. Radiokiller
  7. Running Out
  8. Crash
  9. Bluetrace
  10. Inscape

Al seguente indirizzo potete ascoltare delle anteprime di tutti i brani dell'album: http://www.juno.co.uk/products/274295-01.htm

Questo è invece il MySpace degli Stateless, dove si possono ascoltare alcune canzoni in streaming: http://www.myspace.com/statelessonline

Infine questo è il loro sito ufficiale: http://www.statelessonline.co.uk/

Si intitola "Vida" il nuovo album col quale i sardi Tazenda, nella nuova formazione con la voce di Beppe Dettori, tornano sulle scene discografiche. Il disco contiene i cinque brani di maggior successo della passata formazione in versione originale rimasterizzata, più 7 inediti e un duetto virtuale con Andrea Parodi (ex cantante del gruppo, scomparso alla fine del 2006). Già a partire dal titolo e poi ancor di più ascoltando le varie tracce si capisce come questo nuovo lavoro sia uno splendido inno alla vita. Una musica di qualità capace di far passare dei messaggi, di trasmettere delle emozioni all'ascoltatore nonostante la lingua usata in maggior misura sia il sardo (lingua che ancora una volta mostra la sua musicalità). I primi sette brani dell'album sono tutti inediti, a partire dal primo singolo "Domo Mia", cantato insieme a Eros Ramazzotti, bellisimo e toccante omaggio ad Andrea Parodi, primo cantante del gruppo. Ma questo non è il solo brano degno di nota, ogni traccia ha un suo particolare valore, una sua particolare bellezza. Come non menzionare canzoni come "A Chent'annos", la delicata "Sa Fiza 'E Su Re", "Chelos", energica e vitale, la poetica "La Ricerca Di Te", la vivace e coinvolgente "Desperada e Laudada". Viene poi il duetto virtuale con Andrea Parodi nel tradizionale brano sardo "Non Potho Reposare", struggente ed emozionante. Infine vi sono cinuqe brani storici dei Tazenda, rimasterizzati: "Spunta La Luna Dal Monte", bellissima anche dopo anni dall'uscita, "Pitzinnos In Sa Gherra", la trascinante "Manneddu Meu" (tradizionale), "Carrasecare" e "Mamoiada". Il disco contiene anche una versione alternativa di "Domo Mia" (senza Ramazzotti), inclusa alla fine come ghost track.
Insomma questo disco è davvero meritevole di attenzioni, capace di unire tradizione e modernità. Ottima musica, molto piacevole, con in più la voce di Dettori che è di certo un valore aggiunto. Senza dubbio un disco da comprare.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Domo mia (duetto con Eros Ramazzotti)
  2. Universos
  3. A chent’annos
  4. Sa fiza ‘e su re
  5. Chelos
  6. La ricerca di te
  7. Desperada e laudada
  8. No potho reposare (duetto virtuale con Andrea Parodi)
  9. Spunta la luna dal monte (originale rimasterizzato)
  10. Pitzinnos in sa gherra (originale rimasterizzato)
  11. Manneddu meu (originale rimasterizzato)
  12. Carrasecare (originale rimasterizzato)
  13. Mamoiada (originale rimasterizzato)

Sul Deejay Store potete ascoltare i vari brani in streaming: link

Questo è il MySpace dei Tazenda: http://www.myspace.com/tazenda2006

Mentre questo è il loro sito ufficiale: http://www.tazenda.it/

"Voilà" è il nuovo disco di Belinda Carlisle, l'avvenente californiana (classe 1958) ex cantante delle Go-Go's. Questo è il suo settimo album da solista ed arriva dopo un decennio dal suo ultimo disco. Una nuova sfida, dato che in questo lavoro affronta un tipo di musica diversa dal pop dei suoi precedenti lavori. Infatti in "Voilà" si è cimentata con l'interpretazione di undici famose canzoni francesi degli anni '40, '50 e '60 di autori noti, con tutte le difficoltà che una prova del genere porta con sé, perché il paragone con l'originale è sempre in agguato. Ma Belinda (aiutata, tra gli altri, da Brian Eno e guidata dal produttore e percussionista John Reynolds) se l'è cavata egregiamente, riuscendo a regalare un disco gradevolissimo.
Come ingredienti base vi sono brani di Serge Gainsbourg, Leo Ferre, Jacques Brel, Francoise Hardy, Edith Piaf (tanto per citarne alcuni) che hanno fatto la storia della grande canzone francese. Aggiungiamo la bella e affascinante voce di Belinda e infine una gran varietà di ottimi arrangiamenti. Il risultato è un giusto mix tra tradizione e contemporaneità, per circa 40 minuti di musica da assaporare per bene. E' interessante la miscela tra arrangiamenti moderni (come in “Pourtant Tu M'aimes”, "Bonnie et Clyde" o in "La Vie En Rose", rivisitata in chiave quasi disco) e altri più "tradizionali", più vicini alle interpretazioni originali (ad esempio "Ne Me Quitte Pas" o "Sous Le Ciel De Paris").
Insomma "Voilà" è uno di quei dischi che provano il valore indiscutibile e senza tempo di certe grandi canzoni in grado di trasmettere emozioni e coinvolgere anche a distanza di molti anni. Un album pregevole, classico e moderno allo stesso tempo. Un altro piacere per le nostre orecchie. In più, per chi lo volesse, c'è anche un'edizione con un secondo cd contenente quattro brani cantati in inglese.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Ma Jeunesse Fout Le Camp (Guy Bontempelli)
  2. Bonnie et Clyde (Serge Gainsbourg)
  3. Avec Le Temps (Leo Ferre)
  4. Sous Le Ciel De Paris (Hubert Giraud/Jean Drejac)
  5. Des Ronds Dans L'eau (Pierre Barouh/Raymond Lesenechal)
  6. Pourtant Tu M'aimes (Francoise Hardy/Jimmie Cross/Johnny Cole)
  7. Ne Me Quitte Pas (Jacques Brel)
  8. La Vie En Rose (Edith Piaf/ Louiguy/ David Mack)
  9. Contact (Serge Gainsbourg)
  10. Merci Cherie (Udo Jurgens / Thomas Horbiger/ Baker Cavendish)
  11. Jezebel (Wayne Shanklin)

Limited Edition Bonus Disc With English Language Versions:

  1. I Still Love Him
  2. La Vie En Rose
  3. Bonnie and Clyde
  4. If You Go Away

Al seguente link si possono sentire delle anteprime dei brani dell'album: http://www.amazon.com/Voila-Belinda-Carlisle/dp/B000LE1FAY

Mentre sul MySpace di Belinda Carlisle si possono ascoltare alcune canzoni in streaming: http://www.myspace.com/belindacarlislevoiladeux

Infine questo è il sito di Belinda Carlisle: http://www.belinda-carlisle.com/

"Music For Tourists" è l'album d'esordio di Chris Garneau, un giovane e talentuoso cantautore di Brooklyn. Un ottimo esordio, direi, visto che questo album è davvero bello e ben realizzato. Quasi un'ora di splendida musica, con la voce tenera e delicata di Chris, il suo pianoforte ad accompagnarlo e l'intervento del violoncello a dare maggiore emozione, a creare un'atmosfera sognante. Ogni nota è al posto giusto, tutto è messo insieme a regola d'arte. Una vena di malinconia attraversa l'album, ma senza cadere nell'eccessiva tristezza, anzi non di rado si ha quasi l'impressione di una malinconica felicità. Non è affatto un album che deprime. Fa pensare, emozionare, rilassare. La voce di Chris a volte è quasi un sussurro, altre è più decisa (a tratti ricorda il modo di cantare di Regina Spektor), ma sempre di grande effetto, accarezza l'ascoltatore e lo culla dolcemente. Ogni canzone ha la sua bellezza, il suo particolare fascino. Da "Castle Time" a "So Far", da "Relief" ad "We Don't Try", passando per "Hymn", "Baby's Romance", "Sad News", con alla fine anche una cover di "Between the Bars" di Elliot Smith come bonus track. Un disco da avere, per ascoltarselo in tutta tranquillità abbandonandosi alla musica e alle emozioni che questa trasmette. Se vi piace qualcuno tra Elliott Smith, Nick Drake, Sufjan Stevens, Sondre Lerche, Regina Spektor, probabilmente vi piacerà anche Chris Garneau. Altrimenti provate comunque ad ascoltarlo, può essere una piacevolissima sorpresa.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Castle-Time0
  2. Relief
  3. Black & Blue
  4. Saturday
  5. So Far
  6. First Place!!!
  7. Hymn0
  8. Baby’s Romance
  9. Not Nice
  10. Blue Suede Shoes
  11. We Don’t Try
  12. Sad News
  13. Halloween
  14. Between the Bars

Al seguente link potete ascoltare le anteprime di tutti i brani dell'album: http://www.amazon.com/Music-Tourists-Chris-Garneau/dp/B000LPR534

Sul MySpace di Chris Garneau potete ascoltare alcune canzoni in streaming: http://www.myspace.com/chrisgarneau

Questo invece è il suo sito ufficiale: http://www.chrisgarneau.com/

A due anni dall'album "Mentre Tutto Scorre", che ha portato al successo la band salentina, i Negramaro sono tornati con un nuovo disco: "La Finestra". In tutto 14 tracce, più una ghost track, che mescolano differenti generi musicali, rock, elettronica, pop, come nello stile del gruppo. Il disco, dopo la pre-produzione in Italia, è stato completato ed ottimizzato al Plant Studios di San Francisco con la supervisione del celebre musicista e produttore Corrado Rustici. E questo intervento si sente, perché la qualità dellla musica è ottima.
Ho letto diverse recensioni di questo album e devo dire che in molti lo hanno giudicato mediocre (o anche peggio). Se si parla di gusti non discuto, ognuno ha i suoi e non c'è da obiettare su questo. Però spesso ho l'impressione che si tenda a stroncare un disco o degli artisti in toto solo perché questi vendono molto, o sono spinti da radio e tv o ancora perché fanno una musica facilmente apprezzabile da molti, con ritornelli orecchiabili e sonorità non troppo di nicchia. E' vero che alcune, o forse più che alcune, canzoni tra quelle rese famose ad un grande pubblico e passate da radio e tv musicali non sono certo capolavori. Ma non per questo si deve generalizzare. Se uno è "ospite fisso" a Festivalbar o Trl non per forza la sua musica è di scarsa qualità. C'è dell'ottima musica pop leggera, che anche se non molto elaborata nei testi e nella musica è piacevolissima da ascoltare e perciò merita. Insomma non condivido l'accostamento che spesso si fa tra musica commerciale e musica di scarsa qualità, una non implica l'altra.
Fatta questa precisazione, ritorno al mio giudizio sul disco che ritengo un buon lavoro. Non tutte le canzoni si fanno apprezzare al primo ascolto, almeno per me è stato così, ma a poco a poco piacciono sempre più. Lo stile dei Negramaro si sente, però non manca l'originalità in questo lavoro che certo non è da meno rispetto al precedente, seppur con le dovute differenze. Si inizia subito con un brano piuttosto energico e trascinante, "La distrazione", con un ritornello che si fissa facilmente in testa. La traccia seguente, "Giuliano poi sta male", è simpatica ed ironica, mentre subito dopo si passa al romanticismo con "Parlami d'amore". La canzone è accattivante e molto orecchiabile, il testo è semplice ma funziona...in fondo basta tradurre molte belle canzoni cantate in inglese per accorgersi che anch'esse non eccellono per ricercatezza dei testi. Anche poche semplici frasi possono rendere bene. Si prosegue con "Un passo indietro", lieve e delicata in un primo momento per poi prendere vigore dopo la metà, e "L'immenso", molto bella e, come la precedente, interpretata con intensità dal cantante Giuliano Sangiorgi (che è anche l'autore dei testi). Si cambia veste con "La finestra", dal sapore più elettronico rispetto alle precedenti, ma con la grinta e l'energia che caratterizzano il gruppo. Si apre con un pianoforte, invece, "Quel posto che non c'è", con l'aggiunta poi del suono di archi. Il risultato è una canzone davvero pregevole, ben interpretata ed emozionante. Una perfetta canzone d'amore. Sonorità ancora diverse per "Neanche il mare", intensa e ben riuscita anch'essa, con quegli strani suoni elettronici distorti nel finale. La successiva "E ruberò la luna" si avvale della partecipazione del Coro dell'Accademia di Santa Cecilia in un paio di interventi inseriti all'interno del ritmo incalzante del brano. Anche per "Cade la pioggia" una collaborazione importante, con Lorenzo Cherubini alias Jovanotti che realizza l'intervento rap sul finale, dopo una canzone tranquilla ma decisa. Un bel mix, a mio avviso riuscito. La successiva "Via le mani dagli occhi" unisce sonorità elettroniche, distorsioni, e rock energico, con in più un bel ritornello. Di nuovo tranquillità con la delicata "Una volta tanto (canzone per me)", che solo in un momento si lascia andare a un breve ma intenso assolo di chitarra, con la batteria a dar maggior forza, per poi acquietarsi di nuovo. Questa alternanza nelle varie tracce continua anche con le ultime canzoni del disco: "Tu ricordati di me", più vigorosa, ed "E' così", più calma e tenera. C'è anche una ghost track, molto rumorosa e con una voce distorta. L'unica canzone che proprio non mi piace.
In conclusione posso dire che "La Finestra" è un bel disco, commerciale al punto giusto e con un tocco di originalità, differente per certi aspetti dal precedente ma comunque di valore. Da ascoltare senza preconcetti. E' fatto bene, poi può piacere o meno. Sono gusti.
Ecco la lista delle canzoni dell'album:
  1. La distrazione
  2. Giuliano poi sta male
  3. Parlami d'amore
  4. Un passo indietro
  5. L'immenso
  6. La finestra
  7. Quel posto che non c'e'
  8. Neanche il mare
  9. E rubero' per te la luna
  10. Cade la pioggia (feat. Jovanotti)
  11. Via le mani dagli occhi
  12. Una volta tanto (canzone per me)
  13. Tu ricordati di me
  14. E' così

Questo è il sito ufficiale dei Negramaro, dove potete anche ascoltare delle anteprime di tutte le canzoni del disco: http://www.negramaro.it/

Questo è invece il loro MySpace, dove si possono ascoltare alcune canzoni in streaming: http://www.myspace.com/negramaromusic

"Runaways" è il terzo disco degli Art Of Fighting, quartetto australiano che, a dispetto del nome, col combattimento c'entra ben poco. Almeno con quello fisico. E' un combattimento interiore, che avviene nell'intimità di ciascuno. Una lotta interna. E' questo il mondo degli Art Of Fighting, le atmosfere in cui ci fanno immergere con la loro musica che fonde pop di matrice britannica, slowcore e rock. E' una musica delicata, elegante, a tratti struggente. La bella voce del cantante Ollie Browne si adagia dolcemente su un substrato musicale di tutto rispetto, sobrio e lieve, ma anche energico quando serve, senza però essere troppo invadente. E così l'ascoltatore percepisce le emozioni contenute nelle singole canzoni, quasi le prova lui stesso immedesimandosi. Una leggerezza pervade tutto il disco, un velo di tristezza, a tratti anche una gioia malinconica. Ma non c'è da temere, l'album non è mai stucchevole, anzi molto piacevole da ascoltare. La qualità è alta e gli episodi degni di nota sono molti. Da "Distance As Virtue", molto bella e penetrante, a "Misty As The Morning", dolce e delicata. Dalla stupenda "Free You", un vero gioiellino, all'emozionante "Night On Night", passando per la gioiosa e più spensierata "Ride After Ride", cantata dalla bassista Peggy Frew accompagnata da piano e batteria. O ancora "Less Than An Istant" o l'energica "Mysteries". Insomma c'è di che ascoltare e di che godere. Non resta che prendere questo cd ed ascoltarselo in tranquillità, lasciandosi accarezzare dalla sua dolcezza che sfiora come una leggera brezza estiva. Per riscoprire il piacere di godere delle cose semplici.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Sycamore And Sand
  2. Distance As Virtue
  3. Free You
  4. Eastbound
  5. Misty As The Morning
  6. Territories
  7. Ride After Ride
  8. Less Than An Instant
  9. In The Free Blue
  10. Mysteries
  11. Night On Night

Al seguente link potete ascoltare delle brevi anteprime di tutti i brani: link.

Questo è invece il sito ufficiale degli Art Of Fighting, nel quale sono disponibili alcune canzoni da ascoltare per intero (trovate anche tutti i testi): http://www.artoffighting.com/songspage.htm

Anche sul loro MySpace vi sono altri brani da sentire in streming: http://www.myspace.com/aofhouse

"From Here We Go To Sublime". E' questo il titolo del primo album del produttore ambient techno svedese Axel Willner. Non poteva scegliere un titolo più appropriato, soprattutto per quella parola: sublime. Aggettivo perfetto per descrivere questo disco. Poco più di un'ora di pura meraviglia elettronica. Willner prende pezzi di canzoni pop (samples) e ci lavora su con maestria da abile artigiano per ricomporre qualcosa di nuovo, spesso completamente diverso dal sample di partenza che diventa così irriconoscibile, a meno che The Field non ci mostri il trucco e ne sveli l'identità quando meno ce l'aspettiamo. Come in “A Paw in My Face”, che deriva da "Hello" di Lionel Richie, o “Over the Ice", che viene da "Under The Ice" di Kate Bush. La tecnica utilizzata è quella della ripetizione (loop), caratteristica della musica minimale e della dance in generale. Ripetizione che quasi ipnotizza, ma senza rimbambire, anzi è una goduria starla ad ascoltare, percepirne le più piccole variazioni mentre ci si lascia trasportare dal ritmo. Una ambient techno minimale, semplice ma di grande effetto. Per niente fredda, anzi ricca d'emozioni. Mai dura, aggressiva, piuttosto amabile e morbida. Da restare estasiati per la sua bellezza. In più la casa discografica è la Kompakt, di Colonia, una garanzia in più...i tedeschi con questa musica ci sanno proprio fare. Per quelli che amano il genere, ma anche per coloro che non hanno familiarità con esso. Un disco che non si dimentica facilmente.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Over The Ice
  2. A Paw In My Face
  3. God Things End
  4. The Little Heart Beats So Fast
  5. Everday
  6. Silent
  7. The Deal
  8. Sun & Ice
  9. Mobilia
  10. From Here We Go Sublime

Al seguente indirizzo potete ascoltare le anteprime di tutti i brani del disco: link

Mentre sul MySpace di The Field si possono ascoltare alcune canzoni in streaming: http://www.myspace.com/thefieldsthlm

Questo invece è il suo sito ufficiale: http://www.garmonbozia.se/thefield

Apparat è lo pseudonimo del produttore e DJ Sascha Ring, co-fondatore dell'etichetta electro con base in Germania Shitkatapult insieme a T. Raumschmiere. "Walls" è il suo ultimo disco. Come egli stesso afferma questo non è da considerarsi un disco concettuale, essendo più una collezione di suoi lavori degli ultimi tre anni (trascorsi tra decine di apparizioni live e varie collaborazioni), con parecchie influenze diverse e evoluzioni di idee.
Alla realizzazione di "Walls" hanno collaborato i Telefon Tel Aviv, le parti vocali invece sono di Raz Ohara e in un paio di brani ("Birds" e "Arcadia") dello stesso Sascha Ring.
Con questo nuovo disco Apparat cerca di andare oltre la sola dimensione musicale dance, da club, aprendo degli spiragli più o meno ampi anche al pop, nell'intenzione magari di conquistare nuovi ascoltatori. Infatti in "Walls" l'elettronica e il pop si incontrano, si mescolano, si compenetrano dando come risultato dell'ottima musica. Non mancano certo i brani più dance, da club, come ad esempio i suggestivi "Useless Information", "Limelight" o i magnifici "Fractales Pt.1" e "Fractales Pt.2". Questi ultimi tra i migliori episodi del disco. Bello anche il brano di apertura, "Not A Number", semplice ma efficace, dall'atmosfera rilassata, velatamente malinconica, con i suoi xilofoni in primo piano e dei suoni d'archi adagiati su di essi. Non posso non menzionare "You Don't Know Me", altro brano esclusivamente elettronico, senza voce, ma carico di emozione, di sentimento. A mio parere un vero gioiello, più l'ascolto e più me ne innamoro. Anche le tracce che vedono l'uso della voce sopra le trame elettroniche sono ben riuscite, soprattutto alcune. Ad esempio l'eterea "Birds", in cui la voce pacata si appoggia dolcemente alla musica armonizzandosi con essa con delicatezza. E poi "Arcadia", che pur muovendosi sulla scia del brano precedente ha un ritmo più marcato. Ma sempre con la stessa morbidezza ed eleganza. Come la sognante "Headup", altro egregio prodotto di Apparat. O su un versante un po' diverso "Hailin From The Edge", che esplora altre sonorità e ritmi diversi.
In conclusione il disco è ottimo, la musica è di qualità, studiata in ogni dettaglio, elegante e molto piacevole sia da ascoltare nella dimensione del club sia in una dimensione più intima quale è quella casalinga.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Not A Number
  2. Hailin From The Edge
  3. Useless Information
  4. Limelight
  5. Holdon
  6. Fractales Pt.1
  7. Fractales Pt.2
  8. Birds
  9. Arcadia
  10. You Don´T Know Me
  11. Headup
  12. Over And Over
  13. Like Porcelain

Questo è il sito ufficiale di Apparat, dove tra l'altro potete ascoltare tutte le canzoni dell'album: http://www.apparat.net/v1.0/

Mentre questo è il suo MySpace, nel quale è disponibile tutto l'album da ascoltare in streaming: http://www.myspace.com/apparat

E' uscito il 20 febbraio di quest'anno il nuovo album degli Explosions In The Sky, dal titolo "All Of A Sudden I Miss Everyone". La band texana continua in questo album il percorso tracciato dai precedenti lavori, sempre post rock, solo musica strumentale senza neanche una parola. Musica che spesso vale più di molte parole, di molti testi. Musica che è in grado di trasmettere davvero emozioni, di coinvolgere emotivamente l'ascoltatore facendogli compiere tutto un percorso interiore che si svolge parallelamente al percorso musicale. I brani contenuti in "All of a Sudden I Miss Everyone" sono sei, ma si può dire che questi siano i vari capitoli di un'unica "storia" che abbraccia tutto l'album. Leggendo il titolo dell'album e quelli dei brani si potrebbe di primo acchito essere indotti a pensare che questo sia un album triste, eccessivamente malinconico. Si inizia, è vero, con una certa malinconia ma attraverso alti e bassi si giunge infine a una sorta di trionfo. Ci sono momenti cupi, ci sono la tristezza e la malinconia, ma l'album è anche pieno di speranza, desiderio, spiragli di serenità. Un lavoro epico, davvero bello. Con quelle chitarre protagoniste, forti, energiche, ma anche calme e pacate in base alle occasioni. E poi la fenomenale batteria di Chris Hrasky, potente, fiera, irruente, ma capace di zittirsi al momento giusto. Gli strumenti non suonano mai o quasi mai in assolo, ognuno fa la sua parte per creare il risultato finale insieme agli altri, rallentando, accelerando, o ammutolendosi in certi momenti, seguendo un certo "copione" che va ad amonizzarsi con quello degli altri componenti. “Dal silenzio totale alla violenza totale” è il motto di questo quartetto texano. Motto che si ritrova realizzato anche in questo disco. Momenti tranquilli, a volte sereni, dai toni languidi, che vedono l'intervento anche di un piacevole pianoforte, vengono poi improvvisamente interrotti dall'irrompere della batteria, dalle melodie serrate delle chitarre, dalle distorsioni inserite qua e là. Morbidezza ed esplosione ritmica, due elementi contrastanti che rendono appieno la linea emotiva dell'album. Le sei canzoni sono tutte di ottima qualità, costruite perfettamente, e bellissime. Dalla prima, la meravigliosa "The Birth And Death Of A Day", di grande effetto, all'ultima, "So Long, Lonesome", che in qualcosa ricorda vagamente lo stile dei Sigur Ros, degna conclusione di un album di questa portata. Si potrebbe parlare dei vari brani, descriverli più o meno dettagliatamente, ma forse non si renderebbe bene l'idea. Meglio prendere l'album e ascoltarselo in santa pace, facendosi coinvolgere dalla bellezza e dalla suggestione dei suoi suoni.
Ecco la lista dei brani contenuti nell'album:
  1. The Birth and Death of The Day
  2. Welcome, Ghosts
  3. It's Natural To Be Afraid
  4. What Do You Go Home To?
  5. Catastrophe and the Cure
  6. So Long, Lonesome

Al seguente link potete ascoltare delle anteprime di tutte le tracce: link.

Questo è il sito ufficiale degli Explosions In The Sky: http://www.explosionsinthesky.com/

Mentre questo è il loro MySpace, nel quale si possono ascoltare alcuni brani in streaming: http://www.myspace.com/explosionsintheskyband

"Zombies! Aliens! Vampires! Dinosaurs!" è il primo album della band californiana Hellogoodbye, venuto dopo l'uscita di un primo EP e di un DVD. Il disco non è recentissimo, è uscito infatti negli Stati Uniti ad agosto 2006 ma solo lo scorso maggio in UK (con l'aggiunta di tre bonus track).
Il disco è essenzialmente power-pop, con un massiccio uso di synth ma anche vocoder e tastiera, con variazioni sul tema e cambiamenti di registro musicale che contribuiscono a rendere ancor più piacevole l'album. Le canzoni sono tutte belle e orecchiabili, ma alcune meritano di essere menzionate. A partire dalla seconda traccia, "Here (In Your Arms)", una stupenda canzone dal ritmo contagioso e con un tocco di romanticismo che non guasta. Potrebbe benissimo far parte della colonna sonora di qualche commedia americana sui teenager (come molti altri brani dell'album). Nella traccia seguente, "All Time Lows", si sentono la carica e l'energia che caratterizzano l'album. A tratti sembra arrivare un momento più tranquillo ma subito la batteria torna a martellare e la velocità aumenta. Qualche brano più avanti arriva il cambiamento di rotta con un paio di canzoni che rallentano e fanno prender fiato. La prima ("Oh, It Is Love") è pacata, dolce, senza il ritmo festaiolo e martellante delle precedenti canzoni ma sempre con una vena allegra a percorrere l'intero svolgimento. Qui al posto del sintetizzatore c'è un semplice mandolino (o ukulele che sia), ma negli ultimi secondi spunta fuori la batteria e il ritmo si fa più spinto. La seconda è "Baby It's Fact", anch'essa molto bella. A tratti sembra avere una vena lontanamente malinconica (giusto un pizzico) ma è comunque gioiosa e divertente. Subito dopo si ritorna a scatenarsi con "Figure A And B (Means You And Me)", coinvolgente ed orecchiabile. "I Saw It On Your Keyboard", traccia seguente, riprende il motivo dell'"inno alla gioia" di Beethoven a cui si accompagnano delle scatenate tastiere dal suono anni '80 e la consueta energica batteria. Il penultimo brano, "Touchdown Turnaround (Don’t Give Up On Me)", è molto divertente e sembra quasi una filastrocca. Infine il disco si conclude con "Two Weeks In Hawaii", emozionale, a tratti graffiante, e per certi versi diversa dalle altre canzoni pur mantenedo l'impronta degli Hellogoodbye.
Insomma il disco è ottimo. Energico, divertente, allegro. Parla molto d'amore ma con ironia, senza prendersi troppo sul serio, divertendosi. Un mix di pop, rock e forse qualcos'altro tutto da gustare.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. All Of Your Love
  2. Here (In Your Arms)
  3. All Time Lows
  4. Stuck To You
  5. Homewrecker
  6. Oh, It Is Love
  7. Baby, It’s Fact
  8. Figures A And B (Means You And Me)
  9. I Saw It On Your Keyboard
  10. Touchdown Turnaround (Don’t Give Up On Me)
  11. Two Weeks In Hawaii

Al seguente link potete ascoltare delle anteprime di tutti i brani: link.

Se volete sentire la versione con le bonus track potete trovarla a questo indirizzo: link.

Sul MySpace degli Hellogoodbye si possono ascoltare alcune canzoni in streming: http://www.myspace.com/hellogoodbye

Mentre questi sono i siti ufficiali della band (uno americano e l'altro inglese): http://www.hellogoodbye.net/

http://www.hellogoodbyeuk.com/ (dove si possono trovare anche i testi)

Voglio consigliarvi un disco uscito pochi mesi fa, esattamente a marzo. Dico subito che è uno di quei dischi che bisogna assolutamente ascoltare, anzi avere. L'album in questione è "Sound Of Silver", il nuovo lavoro degli LCD Soundsystem. Per chi non li conoscesse questo non è altro che il nome del progetto del produttore, dj, musicista James Murphy, cofondatore dell'etichetta DFA Records. Oltreoceano è ormai il produttore e dj più cool del momento, richiesto da tutti, tanto che il suo precedente lavoro, "45:33", è stato una suite musicale sponsorizzata dalla Nike da ascoltare mentre si fa jogging.
Un disco con molti richiami e tributi a grandi artisti del recente passato come Kraftwerk, Talking Heads, New Order, David Bowie. Ma tutto è riportato ai giorni nostri, ripensato, mescolato al nuovo, dando un ottimo risultato, moderno, coinvolgente. Le tracce, nove, sono tutte belle e di qualità, con alcuni gioielli che spiccano.
Il viaggio comincia con "Get Innocuous", dapprima pochi semplici suoni lo-fi che vanno gradualmente ad aumentare fino all'introduzione di quei cori che ricordano lo stile dei Talking Heads, con la costante di un synth martellante alla Kraftwerk. Il tutto rotto alla fine dal suono quasi stridente di alcuni archi. Si continua con "Time To Get Away", brano dalla struttura abbastanza semplice in cui si ritrova qualcosa dei Talking Heads e anche del funk di Prince. A seguire "North American Scum", un pezzo più rock e post rispetto ai precedenti con la voce grintosa di James Murphy tra basso e batteria e gli interventi di una chitarra distorta. A questo punto è il momento di "Someone Great", "great" non solo nel titolo ma anche di fatto, perché è bellissima. E' la ripresa di un estratto di "45:33" con l'aggiunta del cantato. Una canzone traquilla, dal bpm lento, piacevolissima con la voce di Murphy che si adagia dolcemente sui suoni gommosi, le pulsazioni, le melodie sghembe create da synth e sequencers. La traccia seguente è un'altra meraviglia, "All My Friends". Stupenda, forse la migliore canzone del cd (senza sminuire le altre, naturalmente). E' stato un amore a prima vista, anzi a primo ascolto. Il brano inizia con una fuga di piano incalzante (che riporta alla mente Steve Reich) che, mantenendosi in loop fino alla fine, si unisce a poco a poco a nuovi suoni e poi alla voce creando un ritmo perfetto, semplice ma efficace. Per arrivare alla fine con un crescendo, insieme alla chitarra che si aggiunge in questa ultima parte. Un vero gioiello. Dopo è la volta dei due brani punk-funk "Us v Them", con le sue leggere e allegre percussioni e il cantato ripetitivo, e "Watch the Tapes", con i suoi coretti divertiti. "Sound Of Silver", penultima traccia del disco, è composta principalmente da suoni, con una semplice frase cantata che si ripresenta a tratti durante il brano. Un bel basso potente, percussioni metalliche e legnose mescolate tra loro e vari altri suoni miscelati perfettamente. Un bel ritmo che conduce infine al brano conclusivo dell'album, "New York I Love You". Una ballata dedicata a New York in cui la voce di James Murphy è accompagnata solo da batteria, piano, basso e chitarra. Tranquilla nella prima parte e più impetuosa ed energica verso la fine per concludersi poi di nuovo con tranquillità dopo una breve pausa.
Che dire per concludere se non che "Sound Of Silver" è un album eccellente, molto godibile, con brani anche diversi tra loro come stile ma tutti ben realizzati. Ad ogni nuovo ascolto risulta sempre più bello. Davvero un'ottima produzione.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Get Innocuous
  2. Time to Get Away
  3. North American Scum
  4. Someone Great
  5. All My Friends
  6. Us V. Them
  7. Watch the Tapes
  8. Sound of Silver
  9. New York I Love You But You're Bringing Me Down

Sul sito degli LCD Soundsystem, alla sezione audio stuff, potete ascoltare delle anteprime dei brani dell'album: http://www.lcdsoundsystem.com/audio.html

Mentre sul loro MySpace potete ascoltare alcune canzoni in streaming: http://www.myspace.com/lcdsoundsystem

E' uscito lo scorso 21 maggio il nuovo cd degli agrigentini Tinturia, noti al grande pubblico soprattutto per aver fatto la colonna sonora del film "Nati Stanchi" di Ficarra e Picone ed essere stati la loro house-band nel programma "Ma chi ce lo doveva dire?". Il disco, "Io sto qui", raccoglie undici canzoni registrate in presa diretta durante il tour "Io sto qui: la Sicilia è il mio futuro" che dall'8 al 22 ottobre 2005 ha toccato tutte le province siciliane. "Io sto qui" è il primo album live della band e rappresenta una sorta di riepilogo del lavoro fin qui svolto. Come sempre nelle loro produzioni, un aspetto importante è l'amore per la Sicilia. A partire dal titolo "Io sto qui" che rappresenta una precisa dichiarazione d'amore per la terra in cui vivono, un'esortazione rivolta ai giovani siciliani a non mollare e cercare di costruire il proprio futuro in Sicilia.
All'interno del disco si trovano alcune tracce storiche e molto amate come "Jovanotto", "La donna riccia" (la loro versione della celebre canzone di Modugno), "Occhi a pampina", "Luna". Brani allegri e brani più "tranquilli" (come la bella "Vergini Maria/nicuzza"), ma anche canzoni più "impegnate" (come "Extra", che parla dei pregiudizi nei confronti degli extracomunitari). Tutti gli argomenti, seri o meno, sono però trattati nella maniera scanzonata che contraddistingue i Tinturia, con quel tocco di allegria che non guasta affatto, anzi migliora il risultato. Inoltre il brano conclusivo, "92100", vede la partecipazione di Max Gazzé che canta insieme a Lello Analfino, leader della band, questa meravigliosa canzone sulla "sicilianità", sul modo di essere e di vivere dei siciliani (92100 è il CAP di Agrigento ma la canzone si può adattare a tutti i siciliani).
Questo è un album davvero ben fatto, consigliato sia ai tanti ammiratori dei Tinturia sia a quelli che ancora non li conoscono. Si sente proprio tutta l'energia che contraddistingue le esibizioni live della band siciliana, con la loro musica che si appoggia sul folk siciliano ma a questo mescola sapientemente e con ottimi risultati rock, ska, funk, reggae. Da comprare.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. L'ambulante
  2. La donna riccia
  3. Jovanotto
  4. A.A.A.
  5. Libera la mente
  6. Luna
  7. Occhi a pampina
  8. Mi sento lento
  9. Vergini Maria/nicuzza
  10. Extra
  11. 92100

Sul MySpace della band potete ascoltare qualche canzone in streaming: www.myspace.com/tinturia2007

Mentre questo è il loro sito ufficiale: http://www.tinturia.it/

Oggi vi parlo di un album che nel Regno Unito ha fatto molto parlare di sé. Loro sono i The View, un'altra di quelle band britanniche che si muovono sul filone di Libertines, Arctic Monkeys, Fratellis, Kooks ecc. La band è formata da quattro giovani ragazzi, tutti sotto i vent'anni di età, scozzesi (di Dundee): Kyle Falconer (voce), Pete Reilly (chitarra), Kieren Webster (basso), Steve Morrison (batteria). Il loro disco d'esordio, "Hats Off To The Buskers", è arrivato addirittura al numero 1 delle classifiche inglesi. Da segnalare il loro illustre produttore: Owen Morris (già produttore di Oasis e Verve).
Forse, anzi sicuramente molti non ne possono più di tutte queste band indie pop-rock (spesso musicalmente simili tra loro) che escono fuori in continuazione, osannate dalla stampa. Ma questo è un altro discorso. Quello che conta è la musica, e in questo disco la bella musica non manca di certo.
Innanzitutto sono da segnalare due singoli: "Wasted Little DJs", brillante e dalla melodia molto efficace, che ha ricevuto una nomination agli NME awards come miglior canzone, e l'accattivante "Same Jeans", che è salita sul podio nella classifica dei singoli più venduti in Gran Bretagna. Ma anche l'altro singolo "Superstar Tradesman" è ottimo, con quel ritmo e quella chitarra così coinvolgenti. Così come la veloce "Dance Into The Night", irresistibile, e "The Don", trascinante e divertente. Ancora da evidenziare "Street Lights" e la bellissima ballata acustica "Face For The Radio".
Per concludere, "Hats Off To The Buskers" mi è piaciuto. E' un bel disco, fresco, energico, trascinante, con molti brani orecchiabili e mai monotono grazie a diversi cambi di ritmo. In stile tipicamente inglese.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Comin' Down
  2. Superstar Tradesman
  3. Same Jeans
  4. Don't Tell Me
  5. Skag Trendy
  6. The Don
  7. Face For The Radio
  8. Wasted Little DJ's
  9. Gran's For Tea
  10. Dance Into The Night
  11. Claudia
  12. Streetlights
  13. Wasteland
  14. Typical Time

Sul MySpace dei The Views potete ascoltare tutte le canzoni dell'album in streaming: http://www.myspace.com/dryburgh

Mentre questo è il loro sito ufficiale: http://www.theviewareonfire.com

Dopo alcuni anni di assenza sono (finalmente) tornati i Travis con il loro nuovo lavoro, il quinto. Un disco molto atteso sia dai numerosi ammiratori che dai detrattori della band scozzese, dopo l'insuccesso del precedente album "12 Memories", un disco cupo ed eccessivamente malinconico realizzato in mezzo a vari problemi personali dei componenti del gruppo e in cui venivano affrontate tematiche politiche e sociali.
Le recensioni di questo disco, su internet e riviste inglesi, sono molte e non tutte lusinghiere. Anzi diverse esprimono un giudizio negativo sull'album, e a volte anche sulla stessa band, considerandolo un lavoro non degno di nota. Non mancano naturalmente i giudizi positivi e sinceramente io mi trovo più in sintonia con questi ultimi, trovandolo davvero un bel disco.
Partiamo innanzitutto da una curiosità sul titolo dell'album, "The Boy With No Name", dedicato al figlio del cantante dei Travis, Fran Healy. Infatti il neopapà Fran neanche dopo un mese passato a rifletterci è riuscito a trovare un nome da dare al proprio figlio.
Per realizzare questo nuovo lavoro i Travis si sono avvalsi della collaborazione di tre importanti produttori: Nigel Godrich, Mike Hedges e Brian Eno. Il risultato è un disco godibilissimo, ricco di brani piacevoli e molto orecchiabili. Lo stile è quello tipico dei Travis, dei loro album di grande successo "The Invisible Band" e "The Man Who" ma si colgono anche alcuni richiami al primo album, "Good Feeling". Già nel primo singolo estratto, "Closer", si nota la solarità che contraddistingue questo nuovo disco, pur non mancando i brani attraversati da una vena malinconica. Tale è, ad esempio, “3 Times And You Lose”, la canzone con cui si apre "The Boy With No Name". Sognante, leggermente malinconica ma mai triste. Per iniziare con dolcezza. Ma subito dopo arriva il momento di muoversi, con "Selfish Jean", un brano molto allegro caratterizzato da un motivetto che coinvolge e si fissa in testa, senza stancare mai. Si prosegue con la già citata "Closer", bellissima e romantica ballata (qui il testo tradotto). Un po' di malinconia torna con "The Big Chair", brano in stile Radiohead, dal suono profondo, avvolgente e penetrante grazie anche alla produzione di Godrich e alla bella voce di Fran. Altra bella canzone è "Battleships" (che parla della relazione di Healy con Nora), semplice e diretta, capace di regalare una dolce sensazione di serenità (come molti dei brani presenti in questo disco). Si va avanti con "Eyes Wide Open", più cupa e con graffianti chitarre elettriche in primo piano, per giungere alla bella e molto dolce "My Eyes", dedicata da Fran Healy a suo figlio. Si prosegue con la orecchiabile ballata "One Night", "Under The Moonlight" con il cameo di KT Tunstall, la tranquilla "Out In Space" e l'intensa ed esplosiva "Colder" (scritta da Dougie Payne, il bassista del gruppo), per arrivare alle due canzoni che chiudono l'album: la stupenda "New Amsterdam" e la hidden track "Sailing Away".
Insomma "The Boy With No Name" è, a mio parere, un ottimo album. Delicato, elegante, dolce, romantico e poetico al punto giusto, molto piacevole e con melodie orecchiabili. Non sempre per fare un ottimo disco è necessario stravolgere e rivoluzionare lo stile di una band solo in nome della sperimentazione. Basta fare qualche passo in avanti pur restando sulla scia del lavoro precedentemente svolto. Lo stile dei Travis è quello, piaccia o no. In passato hanno realizzato delle belle canzoni britpop e anche in questo album non si smentiscono, mantenendo alta la qualità.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. 3 Times And You Lose
  2. Selfish Jean
  3. Closer
  4. Big Chair
  5. Battleships
  6. Eyes Wide Open
  7. My Eyes
  8. One Night
  9. Under The Moonlight
  10. Out In Space
  11. Colder
  12. New Amsterdam

Al seguente indirizzo potete ascoltare le anteprime di tutti i brani: link.

Sul MySpace dei Travis potete ascoltare alcuni brani dell'album in streaming: http://www.myspace.com/travis

Mentre questo è il loro sito web ufficiale: http://www.travisonline.com/

Infine qui trovate i testi delle canzoni: http://www.tuttotesti.com/travis/06.shtm

E' uscito il 25 maggio il primo album (omonimo) dei The Second Grace, gruppo palermitano che vi avevo segnalato un paio di mesi fa. La loro musica è da molti definita come "nu acoustic", filone artistico che negli ultimi anni ha visto molti musicisti riscoprire la purezza del suono acustico. Tra questi ricordiamo Ben Harper, Jack Johnson e Kings of Convenience. Grandi nomi al confronto dei quali i The Second Grace non sfigurano di certo. Questo album di debutto è pieno di belle canzoni e la qualità è alta. Una musica dal sapore folk e acustico, con atmosfere intimiste e sognanti che fanno sentire ancor più vicine all'ascoltatore le varie canzoni. Le melodie sono solari, semplici e fluide e ascoltarle è un vero piacere. Non stancano e non annoiano, anzi ad ogni ascolto si possono scoprire nuovi particolari magari sfuggiti in precedenza. Le influenze musicali della band sono molte e così anche le fonti di ispirazione, creando uno stile particolare e inconfondibile. Un'armonia sonora che riflette l'atmosfera speciale e misteriosa della città di provenienza della band, Palermo, che in secoli di storia e dominazioni ha sempre trasformato le contaminazioni in forme inimitabili. Ma non ci si ferma qui, perché la musica dei The Second Grace rimanda anche a luoghi più o meno lontani, non solo per la lingua usata, l'inglese, ma anche e soprattutto per le sonorità, l'atmosfera creata.
Scegliere delle canzoni tra le 14 dell'album non è cosa semplice, perché ognuna ha qualcosa di speciale, ha un suo valore. Si parte con "Antananarive", il primo singolo estratto, canzone gioiosa, elegante (come del resto tutto l'album), che infonde serenità, in cui si nota subito la bella voce di Fabrizio Cammarata (autore di tutti i brani). Si continua con "Rainbow As My Hat", che si muove sulla scia del brano precedente risultandone un naturale seguito. Poi c'è la meravigliosa "Like A Juliet", dedicata naturalmente ad una ragazza, ad una donna, al rapporto, ormai al tramonto, tra questa "Giulietta" e il "Romeo" che canta. Quasi una sorta di sfogo. Bellissima.
La traccia seguente è "Away From The Lions", in cui a tratti sembra di trovare qualcosa che ricordi Ben Harper, soprattutto nella voce di Cammarata. Poi c'è la bella "Nobody Knows", con la sua venatura quasi malinconica che si sente anche in "I'm Gonna Miss You", sebbene i due brani siano differenti uno dall'altro anche nel ritmo. Calma e rilassata la canzone seguente, "Cashmere Sofa", direi anche avvolgente, calda. "I'm A Newborn Child" regala una dolce serenità, ed è difficile non battere il ritmo col piede. Più pacata "Sapphire", dolce e con una vena malinconica. Ma con "Papageno" il ritmo cambia di nuovo, rifacendosi allegro, con percussioni coninvolgenti. Si continua sullo stesso tono anche con la seguente "Little Boy Sayin'" e la sua atmosfera quasi esotica. Difficile stare fermi. Si rallenta di nuovo con "Want You No More" e i suoi suoni così sapientemente mescolati. Tranquilla anche "The Sand In My Eyes", che però nell'ultima parte assume un tono più forte e deciso. E per finire "Your Key", e il suo crescendo di suoni sempre mescolati a regola d'arte, degna conclusione di un album bello come questo.
Insomma questo è davvero un ottimo album, del cui acquisto non ci si può pentire sicuramente. Una band italianissima (e lo dico con orgoglio che sono siciliani come me) e un album che non ha nulla da invidiare alle proposte musicali di qualità che arrivano da Inghilterra e Stati Uniti d'America.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Antananarive
  2. Rainbow As My Hat
  3. Like A Juliet
  4. Away From The Lions
  5. Nobody Knows
  6. I’m Gonna Miss You
  7. Cashmere Sofa
  8. I Am A Newborn Child
  9. Sapphire
  10. Papageno
  11. Little Boy Sayin’
  12. Want You No More
  13. The Sand In My Eyes
  14. Your Key

Questo è il MySPace dei The Second Grace dove si possono ascoltare alcune loro canzoni in streaming: http://www.myspace.com/thesecondgrace

Mentre questo è il loro sito ufficiale nel quale sono disponibili anche i testi dei brani dell'album: http://www.thesecondgrace.com

 
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