Visualizzazione post con etichetta album 2008. Mostra tutti i post
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Sono passati 35 anni da quello straordinario album d'esordio, "Tubular Bells", che segnò l'inizio di una grande carriera per Mike Oldfield. Adesso, dopo tanto tempo e tanti gioielli musicali creati (su tutti il bellissimo brano "Moonlight Shadow" dell'83, ma decine di dischi in totale), Oldfield decide di abbandonare rock e pop per esplorare altri mondi. Il suo nuovo lavoro è, infatti, un disco di musica classica, il primo per lui di questo genere. Il titolo: “Music Of The Spheres”. In tutto 14 brani - divisi in due parti - per orchestra, con alcuni interventi cantati della soprano Hayley Westenra e del coro. In più, il piano è stato suonato dal pianista Lang Lang e la chitarra dallo stesso Oldfield. Lui ha concepito e prodotto l'intero lavoro, mentre l'adattamento dell'opera per essere suonata da un'orchestra è stato fatto dal compositore Karl Jenkins.
Già il titolo “Music Of The Spheres” è di per sé evocativo. Come Oldfield afferma, ogni cosa in questo mondo ha una sua vibrazione interna. Un suono unico per ogni cosa, vivente o non vivente, che crea una musica che nessuno può sentire. Lo stesso potrebbe estendersi anche ai pianeti, al sistema solare o ad un'intera galassia. Musica Universalis è un'antica teoria secondo la quale ogni corpo celeste (sole, luna, pianeti, stelle) ha una sua musica interna non udibile dall'orecchio umano. Un concetto matematico derivato dai movimenti dei pianeti nel sistema solare. Ecco, “Music Of The Spheres” è l'interpretazione di Oldfield di questa teoria. Un album epico, che trasmette il senso della vastità e della meraviglia dell'universo. Ma anche la potenza, l'energia. E' emozionante, a tratti triste, o tenero, o pieno di serenità e gioia. Circa 45 minuti in cui, magari chiudendo gli occhi e godendoci il momento, possiamo fare un meraviglioso viaggio in una dimensione eterea e fantastica.
E' un disco da ascoltare più volte per apprezzarlo al meglio. Soprattutto per quelli che, abituati a rock e pop, difficilmente ascoltano musica classica. Si verrà certamente ripagati dalla bellezza della musica.
Questa la lista dei brani:

Part one
  1. Harbinger
  2. Animus
  3. Silhouette
  4. Shabda
  5. The Tempest
  6. Harbinger (reprise)
  7. On My Heart
Part two
  1. Aurora
  2. Prophecy
  3. On My Heart (reprise)
  4. Harmonia Mundi
  5. The Other Side
  6. Empyrean
  7. Musica Universalis
Per ascoltare delle anteprime di tutte le tracce potete andare qui.

Mentre questo è il sito ufficiale di Mike Oldfield, in cui si possono ascoltare in streaming spezzoni dei brani: www.mikeoldfield.com

Lei, Zooey Deschanel, è una giovane attrice americana; lui, M. Ward, un talentuoso cantautore-chitarrista folk con la passione per i suoni un po' retrò. Hanno lavorato insieme per realizzare la canzone di un film e da lì è nata una collaborazione più ampia. Lei ha scritto le canzoni, lui le ha arrangiate e prodotte e, con lo pseudonimo She & Him, è nato un primo album intitolato, appunto, "Volume One". Verrebbe spontaneo pensare: "Ecco, la solita star che si improvvisa cantante". E non sono rari i casi del genere, in cui il risultato è più o meno deludente. Be', questa volta non è così. "Volume One" è una deliziosa eccezione. Esso contiene dieci canzoni originali e tre cover, nelle quali pop anni '60 e country-folk si incontrano felicemente in un'unione perfetta. Zooey Deschanel è in evidenza, con la sua voce accattivante e sicura e la sua interpretazione dei brani, e ci mostra la sua bravura in quella che, per lei, potrebbe realmente diventare una seconda professione. M. Ward è più defilato, ma la sua presenza si sente nel suono della chitarra, negli arrangiamenti. I due sono riusciti a creare in questo disco un'atmosfera intima, calorosa, rilassata, senza essere mai stucchevole. Il ritmo è vario e così anche l'umore e i sentimenti delle diverse canzoni. Ci sono i momenti più riflessivi, quelli più profondi ed emozionanti, quelli più gioiosi e scatenati. Ascoltate, ad esempio, la bellissima ed emozionante "Sentimental Heart", in cui lei è da sola, senza il suo uomo. Ci fa subito innamorare. Nella canzone successiva, "Why Do You Let Me Stay Here?", lei è seduta ad aspettarlo, ma l'umore già cambia, è più scherzoso. Piacevolissima "This Is Not A Test", mentre la splendida "Change Is Hard", con quei suoni suadenti, ha una punta di tristezza e trasmette tenerezza e fragilità. La vivace "I Was Made For You" ci riporta direttamente al girl pop anni '60. Insomma "Volume One", con quel sapore retrò e l'indole acustica, convince in pieno. E' un disco elegante, molto piacevole da ascoltare.
Questa la lista dei brani (tra parentesi gli autori originali delle cover):
  1. Sentimental Heart
  2. Why Do You Let Me Stay Here?
  3. This Is Not A Test
  4. Change Is Hard
  5. I Thought I Saw Your Face Today
  6. Take It Back
  7. I Was Made For You
  8. You Really Gotta Hold On Me (Smokey Robinson)
  9. Black Hole
  10. Got Me
  11. I Should Have Known Better (Lennon/McCartney)
  12. Sweet Darlin'
  13. Swing Low, Sweet Chariot (spiritual afro-americano)
Potete ascoltare delle anteprime di tutte le tracce qui.

Mentre sul MySpace di She&Him si possono sentire in streaming diverse canzoni: www.myspace.com/sheandhim

"Our Ill Wills" è il secondo album degli svedesi Shout Out Louds, uscito nel 2007 ma solo da un paio di mesi in Italia. Il disco è stato prodotto da Björn Yttling, dei Peter Bjorn & John, e contiene dodici meravigliose gemme indie pop, più due bonus track per l'edizione italiana. Un disco strepitoso, che mi ha conquistato al primo ascolto e che colloco nel gruppo dei migliori dischi degli ultimi mesi.
Evidenti i richiami ai Cure (non quelli più cupi, però), anche nella stessa voce sofferta del cantante che riporta alla mente Robert Smith. Questo non implica una mancanza di personalità. La band, pur tra quello e altri riferimenti, riesce ad avere una sua identità, a mostrare la propria bravura e maturità. "Our Ill Wills" è un disco che racchiude svariati sentimenti. C'è malinconia, ma non mancano speranza e anche solarità. Trasmette positività e cattura con le sue melodie azzeccatissime.
Già dalla prima traccia, "Tonight I Have To Leave It", si resta ammaliati. Una canzone che regala tre minuti e mezzo di felicità e si scolpisce nella testa per poi farsi canticchiare nei più svariati momenti. Quella melodia è irresistibile. Dopo un gioiellino del genere si potrebbe restare delusi dal seguito, ma non è affatto questo il caso. Ce n'è ancora di bella roba da ascoltare. La seguente "Parents Livingroom" è meno solare e, invece, decisamente malinconica. Come la deliziosa "You Are Dreaming", che fa innamorare con la sua bellezza. Si passa alla dolce "Suit Yourself" e poi alla ballata lenta e pacata "Blue Headlights", in cui a cantare è la tastierista e corista Bebban Stenborg. "Impossible" è un'altra splendida gemma. Una vena di malinconia che l'attraversa, la delicatezza del coro femminile, la melodia accattivante. Anche questa non esce più dalla testa. "Normandie", molto bella, ci riporta alla mente i Cure. Avviandoci verso la fine del disco passiamo per la coinvolgente "Time Left For Love", che conquista con quella punta di tristezza e il ritmo avvincente. L'intensa "Hard Rain" ha il compito di chiudere il disco, e lo fa meravigliosamente. Una conclusione degna di un album di tale pregio.
"Our Ill Wills" è un disco eccezionale, che fa stare bene. E' molto orecchiabile e adatto ad un pubblico vasto ed eterogeneo. Non il solito pop, ma qualcosa di speciale.
Questa la lista dei brani:
  1. Tonight I Have To Leave It
  2. Parents Livingroom
  3. You Are Dreaming
  4. Suit Yourself
  5. Blue Headlights
  6. Impossible
  7. Normandie
  8. South America
  9. Ill Wills
  10. Time Left For Love
  11. Meat Is Murder
  12. Bicycle (Bonus Track)
  13. Don't Get Yourself Involved (Bonus Track)
  14. Hard Rain
Potete ascoltare le anteprime di tutti i brani qui o qui.

Questo è il MySpace degli Shout Out Louds, dove trovate alcune canzoni da ascoltare in streaming: www.myspace.com/shoutoutlouds

Mentre questo è il loro sito ufficiale: www.shoutoutlouds.com

Gli Helio Sequence, duo di Portland (Oregon) formato da Brandon Summers (voce e chitarra) e Benjamin Weikel (batteria e tastiere), tornano con un nuovo lavoro. Questo quarto disco, "Keep Your Eyes Ahead", arriva dopo una pausa forzata che il gruppo ha dovuto fare a causa dei problemi del cantante, che rischiava di perdere la voce. Questo evento non solo ha comportato la momentanea sosta, ma ha portato anche una evoluzione ed un cambiamento nello stile della band. Il loro suono si è ammorbidito, il genere è mutato parzialmente. "Keep Your Eyes Ahead" si presenta come una miscela di pop-rock e folk (influenzato anche dallo stile di Bob Dylan), virando più verso uno o l'altro a seconda del brano. Il tutto condito dalla giusta dose di elettronica. E la voce di Summers non è spinta al massimo, ma delicata. Comunque sempre efficace, come d'altronde la parte strumentale. Chitarra e batteria sono sapientemente usate e contribuiscono a dare vigore ai brani.
Molti i pezzi interessanti e nel complesso tutto l'album è ben riuscito e veramente piacevole, anche grazie all'attenzione riservata alla melodia. Si comincia con "Lately", un elegante pezzo pop-rock melodico e vagamente malinconico. Un ottimo inizio. Irresistibile "Can't Say No", in cui l'elettronica si mescola perfettamente con chitarra e batteria. Dopo "The Captive Mind", con il suo ritmo incalzante e la chitarra decisa e vigorosa, si cambia un po' registro con l'amabile "You Can Come To Me", più lenta e dolce. E così arriva il folk di "Shed Your Love", delizioso brano acustico molto pacato, dal sapore agrodolce e con un delicato fingerpicking che rende l'atmosfera più sognante. Si torna al rock con la malinconica title track "Keep Your Eyes Ahead", che conquista subito e resta impressa. Atmosfera rarefatta nell'elettronica "Back To This". “Hallelujah” è un altro pezzo ben riuscito che lascia poi il posto agli ultimi due brani, di nuovo acustici e di ascendenza folk: l'emozionante e speranzosa "Broken Afternoon" ed il breve pezzo country "No Regrets", in cui compare anche un'armonica a bocca.
Insomma "Keep Your Eyes Ahead" è proprio un bel disco, maturo e godibile. Molto convincente.
Questa la lista dei brani:
  1. Lately
  2. Can't Say No
  3. The Captive Mind
  4. You Can Come To Me
  5. Shed Your Love
  6. Keep Your Eyes Ahead
  7. Back To This
  8. Hallelujah
  9. Broken Afternoon
  10. No Regrets
Potete ascoltare le anteprime di tutte le tracce qui.

Mentre sul MySpace degli Helio Sequence sono disponibili diverse canzoni da ascoltare in streaming: www.myspace.com/theheliosequence

Sito Web: www.theheliosequence.com
Capita non di rado che la stampa (inglese, in questo caso) esalti delle band che, alla prova dei fatti, si dimostrano poi piuttosto inconsistenti nella sostanza. Be', non è questo il caso. Stavolta non si può che dar ragione alla stampa inglese che tanto bene ha parlato di questo nuovo gruppo. Mi sto riferendo ai These New Puritans, quattro giovani inglesi di Southend-on-Sea, e al loro album d'esordio "Beat Pyramid", uscito da poco. Un disco particolare, una ventata di aria fresca nella scena musicale rock inglese. Disco eclettico, non facilmente ed univocamente inquadrabile in un determinato genere, per via delle sue varie sfaccettature. E' un elettro-rock alternativo e sperimentale, in cui post-punk ed elettronica si mescolano insieme ad elementi indie rock e shoegaze. I These New Puritans mostrano le loro influenze, non le negano, ma sperimentano e vanno oltre. "Beat Pyramid" è un lavoro intrigante, sfacciato, coinvolgente, a tratti quasi ipnotico e psichedelico; capace di essere violento, di martellare col suo ritmo spinto, ma anche di essere melodico, ben fruibile ed a tratti riflessivo. Il disco contiene 16 tracce, ma la durata totale è poco più di 35 minuti. Questo perché non tutte sono canzoni "complete", essendovi disseminate alcune registrazioni brevissime (quattro) e poi alcuni brani piuttosto concisi. E' il caso di "Doppelgaenger", eccezionale pezzo strumentale un po' cupo, inquietante, una sorta di trip-rock. O la successiva "C. 16th +-", tesa, potente e martellante. E ancora "MKK3" con la sua linea di basso in evidenza a cui si aggiungono dei delizosi giri melodici di chitarra. Tra gli altri brani interessanti "Numerology (aka Numbers)" e la più pressante "Colours". E poi "Elvis", perfetto, orecchiabile, entusiasmante e con una bella carica. Riuscito anche l'intenso "En Papier", il brano più lungo. Ben riuscite anche la graffiante "Swords of Truth", l'ossessiva "4 Pounds" e la straordinaria "Infinity Ytinifni", con la sua atmosfera inquietante e le impennante vorticose ed ossessionanti.
"Beat Pyramid" si dimostra un grande album, ottimo esordio per ragazzi così giovani (non hanno neanche vent'anni l'uno). Una band, quella dei These New Puritans, da tenere d'occhio.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. ..ce I Will Say This Twice
  2. Numerology (aka Numbers)
  3. Colours
  4. Swords of Truth
  5. Doppelgänger
  6. C. 16th +-
  7. En Papier
  8. Infinity Ytinifni
  9. Elvis
  10. 4 Pounds
  11. MKK3
  12. 4
  13. Navigate-Colours
  14. H
  15. Costume
  16. I Will Say This Twi...
Potete ascoltare delle anteprime di tutti i brani qui.

Sul MySpace dei TNPS sono disponibili alcune tracce da ascoltare in streaming: http://www.myspace.com/thesenewpuritans

Mentre questo è il sito ufficiale della band: http://www.thesenewpuritans.com/

Non sono dei novellini i Marah. Si sono formati all'inizio degli anni '90 e dal loro album di debutto sono ormai passati 10 anni. Ne hanno fatta di strada e adesso sono arrivati al sesto lavoro (senza contare live e raccolte): "Angels Of Destruction!". La band, nota per le sue entusiasmanti esibizioni dal vivo, con questo nuovo disco dà un'ulteriore dimostrazione del proprio talento. Puro e genuino rock, di quello classico, sporco, un po' rude, con qualche influenza folk e blues. Un ritmo movimentato, coinvolgente, tanta energia positiva. E richiami, nello stile, ad artisti quali Elvis Costello e, su tutti, Bruce Springsteen. Eccellenti canzoni come "Angels On A Passing Train", la movimentata “Wild West Love Song” o la bella title track "Angels Of Destruction!". E ancora "Old Time Tickin' Away", con le sue elettrizzanti chitarre elettriche, e l'eccezionale "Santos De Madera". Insomma un gran bel disco che merita attenzione, soprattutto da parte degli amanti del genere. I Marah si confermano come una delle grandi band rock americane.
Ecco la lista dei brani dell'album:
  1. Coughing Up Blood
  2. Old Time Tickin' Away
  3. Angels On A Passing Train
  4. Wild West Love Song
  5. Blue But Cool
  6. Jesus In The Temple
  7. Santos De Madera
  8. Songbirds
  9. Angels Of Destruction
  10. Can't Take It With You...
  11. Wilderness

Potete ascoltare l'intero album qui.


Questo è invece il Myspace dei Marah: http://www.myspace.com/marahusa


E questo il loro sito ufficiale: http://www.marah-usa.com



 
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